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Caserta 1976. Faustino Ciaramella ha diciotto anni e se non trova un lavoro a fine anno dovrà partire per il servizio militare. Per adesso suona la chitarra nell’orchestra del maestro Domenico Falasco, trombettista e bidello. L’esperienza con la colorata “orchestra Falasco” finisce una sera di primavera a Roccamonfina. Ma per fortuna l’impresario, Raffaele Niro, ha in serbo per Faustino una grande possibilità per l’estate: lavorare per il maestro Augusto Riverberi, musicista ed ex amante della Vanoni. |
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A quasi dieci anni dal debutto alla regia con il cortometraggio Tipota, Bentivoglio realizza il suo primo lungometraggio Lascia perdere, Johnny!, ispirato alla vera storia della Piccola Orchestra Avion Travel. Un racconto musicale che ripercorre le origini della band che lo ha “adottato”, come lui stesso dice, e con la quale ha condiviso l’esperienza di più di cento concerti in giro per l’Italia. Bentivoglio, classe 1957, rivive gli anni della sua giovinezza, mostrandoci un’epoca che sembra lontanissima, un’epoca in cui “i desideri contavano più delle possibilità, il talento non era un’ossessione e il rapporto con gli altri non era solo di concorrenza”.
La storia è quella di Faustino Ciaramella, interpretato molto bene dall’esordiente Antimo Merolillo, una storia di musica che alla musica rende omaggio, persa nelle malinconiche melodie che accompagnano ogni sguardo e si fanno colonna sonora della vita dei personaggi. La sceneggiatura, scritta a otto mani, soffre di un’inevitabile disordine strutturale, a volte si fa frammentaria ed esce fuori tema, eppure è sempre piacevole, nella sua ingenua semplicità. Una pellicola corale dalle atmosfere velate e sapori sempre in bilico tra il dolce e l’amaro, che ripercorre le tappe umane di un giovane che a piccoli passi entra nel mondo degli adulti, imparando a conoscerne desideri e disincanti. La voce fuori campo di Faustino colma quello che le immagini e le parole non dette non riescono ad esprimere, ovvero tutti quei pensieri rinchiusi nel mondo interiore che la sua timidezza non lascia rivelare; lo seguiamo nel suo viaggio (esistenziale) che parte da Caserta per arrivare a Rhò, in provincia di Milano, lasciandolo lontano dal sole e dal calore della madre, solo, nella nebbia triste che lo avvolge.
Bentivoglio dimostra di essere umile e avere senso dell’equilibrio, non vuole strafare e fa bene: come attore è perfetto nella parte che si ritaglia, come regista riesce ad esprimere una sensibilità inaspettata e coinvolgente, perché spontanea e non mediata. Aiutato da un cast di ottimo livello, come Valeria Golino, Ernesto Mahieux e Lina Sastri, oltre ad artisti (nonché amici) quali Peppe e Toni Servillo, riesce a raccontare con voce gentile una storia piacevole e garbata, in un collage di emozioni e ricordi che per la loro delicatezza finiscono per offuscare alcuni inevitabili difetti di sceneggiatura tipici di un’opera prima. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Lascia perdere, Johnny!” |
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Esordi d'attori alla regia, ogni lunedì alla Casa del Cinema (14 Febbraio 2011)
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Festival del cinema di Gallio: opere prime (26 Giugno 2008)
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Premio Sergio Amidei, vince Giorgio Diritti (19 Giugno 2008)
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Cosenza: 'La primavera del cinema italiano' (19 Aprile 2008)
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Fabrizio Bentivoglio a Palombara Sabina (18 Gennaio 2008)
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Bologna, Fabrizio Bentivoglio al 'Lumiere' (10 Gennaio 2008)
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'Italia Filmfest': i premi (17 Dicembre 2007)
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Malinconia e sogni: "Lascia perdere, Johnny!" (28 Novembre 2007)
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Torino|25: duetto Wenders - Moretti (26 Novembre 2007)
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Torino FilmFestival |25 ( 7 Novembre 2007)
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