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La prima parte e' perfetta: presenta un film storico di impegno, ben scritto da Robert Bolt (collaboratore di David Lean) e splendidamente illuminato da Chris Menges (col sole che penetra tra gli alberi della foresta pluviale sudamericana), due protagonisti ben inseriti e scene di rara suggestione (il sacerdote crocefisso gettato nella cascate dell'Iguazu, padre Gabriel che suona l'oboe di fronte agli Indios). Nella seconda, invece, il ritmo cala e la trama si fa meno originale e incalzante, esplodendo nel tragico epilogo. Ma la vera ragione che spinge gli spettatori a vedere Mission e' la colonna sonora di un ispiratissimo Morricone, grandiosamente epica e allo stesso tempo incredibilmente interiore.
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