Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Clean

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Clean
titolo originale Clean
nazione Francia
anno 2004
regia Olivier Assayas
genere Drammatico
durata 110 min.
distribuzione Cinecittà Luce
cast M. Cheung (Emily) • N. Nolte (Albrecht) • L. Spigarelli (Sandrine) • B. Dalle (Elena) • J. Dennis (Jay) • J. Balibar (Irene)
sceneggiatura O. Assayas
musiche B. EnoD. RobackTricky
fotografia E. Gautier
montaggio L. Barnier
uscita nelle sale 27 Maggio 2005
media voti redazione
Clean Trama del film
Emily, moglie di Lee Hauser, un tempo stella del rock poi caduta (è morto di overdose), dopo aver passato sei mesi in prigione per possesso di stupefacenti, decide di rifarsi una vita. Va a Parigi, dove ha abitato in passato e si rende conto di quanto la città è cambiata...
Recensione “Clean”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
"Un’inquadratura con tutto l’amore che c’è."

Discesa agli inferi e risalita di una donna dei nostri giorni; "Clean" non si stanca di monitorare ossessivamente il percorso di un’esistenza che cerca di scampare al caos di tempi ingrati e dolenti con storie di sopravvivenze umane al bivio.
Resuscitare si può. Ricominciare dopo esser scivolati lì dove sembra che di appigli per risalire non ce ne siano più. Ricominciare come riconciliarsi: con gli altri ma soprattutto con se stessi. Con gli altri che ti credono indirettamente colpevole della morte del tuo compagno (ucciso da overdose), con quelli che ti credono una tossica che ha abbandonato suo figlio, con tutti che ti hanno dimenticato durante i sei mesi di prigione. E con te che hai sbagliato quasi tutto. Ricominciare si può: basta credere che le persone possano cambiare. E, se tutto questo si vuol raccontare realisticamente, bisogna avvicinarsi agli eventi e alle persone poco per volta, inseguire i protagonisti ma costruendogli intorno un mondo intero, dettaglio su dettaglio, e lasciando spazio ai vuoti e ai respiri che servono come i loro opposti.
Olivier Assayas raggiunge questa intensità con una leggerissima cinepresa a spalla, regalando al suo "Clean" il sapore della vita appesa a un filo e colta al volo, seguendo i battiti di un desiderio soltanto: quello di riprendere non un "altro" cinema ma la vita che si consuma. Maggie Cheung ci dona un nuovo volto, fatto di leggerezza e sofferenza, rischiarato da lampi improvvisi che bruciano l’anima e illuminano gli occhi.
L’anima, la maternità, la debolezza umana: "Clean" è un inno alla fragilità e alla complessità, mai "sciolta", della vita. Come il cinema: un continuo movimento.
Premio per la miglior interpretazione femminile a Maggie Cheung al 57mo festival di Cannes (2004).
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 19 Maggio 2014 ore 05:14
voto al film:   6,5

Ci vuole coraggio e molta pazienza per riprendere il cammino di una vita in pezzi. Emily lo fa per riconquistare il figlio perduto con il ritmo dei tempi complessi e amari di questi anni '00. Molto interessante lo sfondo della storia (il mondo alt.rock) con chicche inaspettate anche se poco rilevanti di Tricky e dei Clinic, e superbo il cast ma alla fine quello che non convince appieno e' proprio il "feeling" il pathos della storia che procede lentamente fino agli ultimi venti minuti che riescono a toccare le corde giuste piu' di quanto faccia tutto il resto del film. Nel complesso buon film che non riesce a far scattare la scintilla
Medaglia d'Oro (273 Commenti, 57% gradimento) cinemabendato Medaglia d'Oro 8 Aprile 2011 ore 19:04
voto al film:   7

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