Il ritorno del ritorno della Mummia.
Dieci anni dopo aver ri-mandato nell’Aldilà per la seconda volta il malvagio Imothep, Rick, Evelyn e l’ormai post-adolescente Alex si ri-trovano per la terza volta alle prese con una mummia ri-tornata in vita dopo duemila anni e desiderosa di ri-conquistare il mondo. Hollywood ha voglia di famiglia e, visto che perfino Indiana Jones ormai ha un figlio e una compagna, anche la famiglia O’Connell non vuole farsi mancare niente.
E in effetti, ne “Le tomba dell’Imperatore Dragone” non manca davvero niente: dal deserto all’Hymalaya, da Shangri-La agli Yeti, dai cinesi reazionari alle belle guerriere ninja. Da un film della saga della Mummia ci si aspetta questo, non altro. Il problema è che qui c’è fin troppo di tutto: gli effetti speciali eccedono al punto che lo spettatore esce dallo spettacolo e diventa consapevole della gratuità di certe trovate visive. Addirittura dei personaggi (gli yeti!!) sembrano sì ben animati ma poggiati lì per coprire un passaggio ostico della sceneggiatura. Alla fine, si avrebbe la curiosità di far andare in split screen questo capitolo de “La Mummia” e il precedente, per vedere se è vera la sensazione che la resurrezione della mummia, l’insegumento in macchina, gli intermezzi comici, arrivino tutti più o meno dopo gli stessi minuti di girato.
Esente da gravi colpe il cast dove spiccano Jet Li, Isabella Leong e Michelle Yeoh che sembrano, loro sì, provenire da un mondo veramente distante da quello in cui si trovano a lottare.
Ma forse quello che veramente non si può perdonare a “La tomba dell’Imperatore Dragone” è la rinuncia alla sublimazione del kitsch, presente nei primi due episodi, per cercare di trasformare la saga in un classico dell’avventura blockbuster, finendo per prendersi quasi sul serio. Tuttavia, l’immagine conclusiva della battaglia finale, con i volti dei due antichi amanti che appaiono nella sabbia sollevata dal vento, ci rassicura che qualcosa dello spirito dei primi due episodi è rimasto e forse ri-affiorerà nel quarto... |