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L'investigatore Nishi va a far visita alla moglie ricoverata in ospedale e non accompagna il suo collega Horibe in una missione di sorveglianza. Quando arriva in ospedale apprende che le condizioni della moglie sono più gravi del previsto e che Horibe è stato colpito. Passano alcune settimane e Nishi va a trovare Horibe, che immobilizzato su una sedia a rotelle in seguito alla sparatoria, vive da solo vicino al mare. Nishi fa del suo meglio per non farsi abbattere dalla condizione della moglie che ormai sta morendo e dell'amico, a causa del quale ha lasciato la polizia. |
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Giappone. Tokyo.
Nishi è un detective in una fase cruciale della vita: sua figlia è morta, sua moglie (Miyuki) è in fase terminale, il suo compagno (Horibe) è rimasto paralizzato dopo uno scontro a fuoco. A questo cupo scenario il poliziotto dà una svolta ideando una rapina in banca: potrà così offrire denaro all'amico e un'ultima indimenticabile vacanza alla moglie. Nel frattempo Nishi si è anche indebitato con gli strozzini della yakuza: con loro salderà il conto uccidendoli, ma il suicidio sarà per il protagonista la via d'uscita finale e necessaria, l’unica possibile, l’unica praticabile.
Duro lavoro del regista nipponico che pone diverse domande sulla concretezza dell’esistenza, con una tristezza così profonda da sconvolgere lo spettatore ogni volta che la violenza irrompe sullo schermo.
Fiori (di fuoco) come se spuntassero, maligni, nello scorrere fluido della pellicola. Rispetto per la morte, manifestato attraverso i lunghi silenzi tra Nishi e la moglie malata. Ancora una volta una città che sembra non esistere. Vita e violenza s'intrecciano indissolubilmente intorno ai due ideogrammi Hana (letteralmente, fiore) e Bi (fuoco). Il rosso intenso del sangue si lega ai colori tenui della malattia e delle attese, le scene di violenza si contrappongono alla delicatezza dei quadri (dipinti nella realtà dallo stesso Kitano) prodotti dallo sfortunato collega. La violenza, mai gratuita ma assoluta, a sottolineare sempre e solo lo scontro con le "forze del male", confinando, per il resto, spari ed uccisioni ad un gioco di pistole giocattolo, proiettili a salve e fuochi d'artificio.
Tutto concorre a comunicare il bisogno di crearsi un proprio microcosmo di affetti all'interno di un mondo corrotto e dedito all'esagerato culto della violenza, funzionale o gratuita che sia. I suoi personaggi sono dei perdenti ma nonostante tutto riescono a redimersi e ad apparire come degli eterni vincenti. Horibe, prigioniero della sua solitudine, immobile in riva al mare mentre le ruote della sua sedia cominciano ad affondare nella sabbia bagnata, trova il suo riscatto nella pittura; Nishi e Miyuki dal cammino minato da malattie e tragedie circostanti, approdano in un amore assoluto fatto di gioia e leggerezza. La loro è una fuga dal reale che ha i toni lievi della favola, dove i rintocchi della campana di un monastero, lo sprofondare nella neve, l'esplosione di un razzo nel cielo notturno o la corsa di una bambina con il suo aquilone, significano scacciare i cattivi pensieri e stare insieme, vivi. Anche oltre la morte.
Vincitore del European Movie Awards.
Vincitore del Sâo Paulo International Film Festival.
Vincitore del Leone d'Oro alla 54ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. |
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Commenti del pubblico |
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