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Cartone animato, ambientato nell'antica Cina, che ha come protagonista un pigro, irriverente panda di nome Po (a prestargli la voce è l'attore Jack Black), che deve in qualche modo diventare maestro di Kung Fu per salvare la Valle della Pace da un leopardo di nome Tai Lung. |
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“Kung Fu Panda”, l’ultimo film della Dreamworks, ha un difetto di fondo: essere l’ultimo film della Dreamworks. Lo precede il terzo film della saga di “Shrek” e l’orco verde politicamente scorretto e di tremendo successo è un precedente molto difficile con cui confrontarsi. Shrek è quasi un’icona, mentre il tenero ma tenace panda Po, molto semplicemente, è solo un cartone animato. “Kung Fu Panda” è dichiaratamente una storia per bambini, e l’ammiccamento a un pubblico adulto si limita a quanto contenuto nel titolo: l’omaggio ai film di kung fu con le loro evoluzioni spettacolari e gli insegnamenti morali.
Po ammira da lontano i suoi eroi, le Cinque Furie maestri del Kung Fu che hanno il compito di difendere la valle da qualsiasi pericolo. Per una serie di equivoci, Po è prescelto per fermare l’avanzata del rinnegato Tai-Lung, evaso da una lunga prigionia per vendicarsi dell’antico maestro e della Valle che lo ha ripudiato. Prima però, tra lo scetticismo generale, deve sottoporsi ad un serrato allenamento per riuscire a padroneggiare l’arte del Kung Fu.
Più che un omaggio alla tradizione orientale dei film di arti marziali, il film è un omaggio alla tradizione dei film animati: più comicità che ironia, dialoghi sempre al servizio della morale del film, personaggi collaterali accennati e con una caratterizzazione basata prevalentemente sulle fattezze fisiche e, infine, una morale di fondo semplice e inattaccabile: solo essendo se stessi si può trovare la forza per realizzare i propri sogni.
La lotta di Po, unico panda della Valle, è innanzi tutto una lotta per rendersi credibile agli occhi degli altri e solo grazie agli insegnamenti del Maestro Shifu capirà che la ricerca dell’ammirazione altrui non è una motivazione forte abbastanza per vincere. Se il lieto fine è scontato, non è del tutto banale il discorso sulle motivazioni che ci spingono a essere coraggiosi...
Insomma, dopo “Shrek” allo spettatore adulto può restare la sensazione che manchi qualcosa ma “Kung Fu Panda” ha tutto quello che c’è sempre stato in un film animato e tutto funziona. Sopratutto, funziona l’idea di puntare tutto o quasi sul protagonista, il grosso grasso panda Po. Certo, aleggia sempre il sospetto che tanta cura su un personaggio sia motivata da esigenze di merchandising… ma la caratterizzazione di Jack Black è ottima e il panda si stacca dal quadro generale medio del film guadagnandosi, grazie al suo carisma, una menzione a parte nel crudele mondo dei personaggi animati. |
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Commenti del pubblico |
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