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Recensione: Lezioni di felicità

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Lezioni di felicità
titolo originale Odette Toulemonde
nazione Francia / Belgio
anno 2007
regia Eric-Emmanuel Schmitt
genere Commedia
durata 104 min.
distribuzione Videa CDE
cast C. Frot (Odette Toulemonde) • A. Dupontel (Balthazar Balsan) • J. Weber (Olaf Pims) • F. Murgia (Rudy) • N. Drecq (Sue Helen) • C. Japy (Nadine)
sceneggiatura E. Schmitt
musiche N. Piovani
fotografia C. Varini
montaggio P. Bourgueil
uscita nelle sale 7 Marzo 2008
media voti redazione
Lezioni di felicità Trama del film
Balthazar è uno scrittore di successo, Odette fa la commessa in un negozio di periferia. Balthazar ha una bella moglie, una bella casa; Odette è sola con due figli difficili e vive in un alloggio popolare. La vita è stata generosa con Balthazar, avara con Odette, eppure l’infelice è lui. Un concorso di circostanze fortuite metterà in contatto queste due vite altrimenti distanti anni luce: l'incontro trasformerà completamente l’esistenza di entrambi, e Odette darà piccole lezioni di felicità a Balthazar...
Recensione “Lezioni di felicità”
a cura di Giordano Rampazzi  (voto: 6)
Odette Toulemonde – che è anche il titolo originale del film – è una donna qualunque. Lavora come commessa, ha due figli problematici e apparentemente pochi motivi per essere felice. Eppure la sua semplicità, la sua essenza romantica ed emotiva la spingono ad apprezzare le piccole gioie della vita e a essere felice. La sua quotidianità, fatta di cliché e cattivo gusto, viene accompagnata come in una favola dal ritmo della musica e dai passi della danza.
Il suo mondo così kitsch e ingenuo prende libera ispirazione dai romanzi di Balthazar Balzan, uno scrittore ‘intellettuale’ di grande successo – non del tutto meritato – che non riesce a godere della sua condizione privilegiata e vive in preda a paure, insicurezze e depressione. Le due realtà, molto distanti, entrano in contatto più di una volta senza sortire alcun effetto. Solo quando Balthazar (Albert Dupontel) tocca il fondo si rende conto che il ‘suo’ mondo elitario ha bisogno del ‘contagioso’ mondo di Odette (una svampita ma affascinante Catherine Frot) per superare problemi e forse anche pregiudizi culturali.
La favola è delicata e in puro stile francese, accompagnata da un’intonata (e monotòna) colonna sonora di Nicola Piovani e resa magica da alcune scene surreali grazie a effetti artificiali volutamente poco ingombranti e artigianali. Eric-Emmanuel Schmitt, principalmente drammaturgo e scrittore francese, dopo aver ispirato con i suoi libri due film come “Le libertin” e “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, si cimenta alla regia di un film, “Lezioni di felicità” per l'appunto. Ne esce un film gradevole e semplice, forse un po’ schematico e stereotipato, certamente naif.
Quello che convince di meno, oltretutto, è l’atteggiamento del regista, che risulta – forse involontariamente – eccessivamente sbilanciato verso il mondo generoso e onesto ma anche incolto e mediocre di Odette. Se si rincorre un mondo piatto e lo si rende punto di riferimento si confondono piani ideologici e parametri di giudizio, si appiattisce il senso e si distrugge l’anima della realtà, che deve il suo fascino proprio alla massiccia dose di complessità.
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