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I marziani hanno deciso di invadere la Terra perché il loro pianeta è diventato invivibile e la razza umana è costretta ad affrontare una dura guerra per la sopravvivenza. Anche Ray Ferrier, ormai da tempo separato dalla sua famiglia, si trova coinvolto nella battaglia per difendere a tutti i costi i suoi figli dai violenti attacchi degli extra-terrestri... |
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"Non è una guerra, come non lo potrebbe essere tra uomini e vermi."
Un padre di famiglia divorziato lotta per la sopravvivenza sua e dei suoi figli, cercando di riunirsi al resto della famiglia attraverso rovine e distruzione, difendendosi tanto dalle armi degli alieni quanto dalla frenesia e dal panico degli stessi umani.
Famiglia come nucleo disgregato e incompreso (all’inizio del film) che ritrova la sua unità grazie alla catastrofe che distrugge la Terra; Tom Cruise padre inciampa sul suo perenne senso eroico, sulla sua perenne trasformazione (da presunto uomo normale) in qualcuno capace di cambiare le sorti dell’umanità. Poi le falle della sceneggiatura. Spielberg si abbandona definitivamente agli effetti speciali, condanna gli alieni ad un crudele ruolo distruttivo e antagonista della razza umana senza ricordarci, però, che nella fantascienza l’alieno rappresenta sempre l’Altro, il diverso da sé. La razza umana, come sempre, ritrova coraggio e coesione proprio con la scoperta di un nuovo ed ennesimo nemico (qualcuno di diverso) da dover combattere.
Il risultato è perciò relativamente modesto, nonostante la drammaturgia sia quella "solitamente" spielberghiana, quella che ha fatto scuola: prendi una normale famiglia americana del ceto medio-basso e coinvolgila con gli alieni offrendo così allo spettatore una via più diretta per identificarsi con la storia. L’impianto spettacolare e un’interessante atmosfera luministica notturna e crepuscolare, insieme alla "compassione" drammaturgica per la classe medio-bassa americana, non fanno di questo film niente di più che un blockbuster d'autore, che sembrerebbe mirare solamente a risollevare le sorti di certi fortunati action-movie.
Il lieto fine annienta le parti che la stessa drammaturgia filmica ha scisso durante il suo agire in movimento, e lo spettatore e la spettatrice tornano a casa evidentemente e necessariamente scontenti. Tutto si ricongiunge quindi nel finale "necessario": la parti scisse dello spettatore, "esposto" al cinematografico, e la famiglia della storia narrata: le regole dello "show business" devono resistere a tutti, anche e soprattutto agli alieni. |
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Commenti del pubblico |
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