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Nei primi anni '90, Will Hayes era un giovane ambizioso arrivato a New York dal Wisconsin per collaborare alla campagna elettorale di Bill Clinton. Ad accompagnarlo nel difficile percorso nel mondo della politica c'era il suo amico Russell McCormack, ma anche tre donne che hanno significato molto nella sua vita, una delle quali è poi diventata sua moglie. Dieci anni dopo, Will è un uomo disilluso dalla carriera altalenante, in procinto di divorziare e padre di una bambina di dieci anni, Maya. Un giorno, la piccola Maya chiede al papà com'era la sua vita prima di sposarsi e come ha conosciuto sua madre. Attraverso la rievocazione degli avvenimenti di quegli anni, Will inizia a rendersi conto che forse non è troppo tardi per ricominciare. |
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quando si ama una persona come io amo te
sposarsi è l’unica cosa che resta da fare
Un sottofondo politico per il più classico dei temi della commedia (americana e non): la storia d’amore, che in questo caso si dilata e diventa tre storie in una, tre splendide donne e lo stesso uomo, Will Hayes (Ryan Reynolds, abbastanza bravo, ma l’impressione è che sia in grado di fare solo ruoli di questo tipo). “Certamente, forse” chiede ciò che non può avere, il riconoscimento dell’originalità; non lo è il tema, commedia sentimentale classica d’intreccio tra brillante single con figlia e donne in carriera, con la ragazzina che spinge il padre all’azione che si rivelerà decisiva; non lo è il sottofondo, che troviamo simile in film quali “Il presidente – Una storia d’amore”, con l’unica differenza che in questo caso si parla della campagna elettorale (e dei problemi noti) di un personaggio reale, Bill Clinton; non lo è nemmeno la location, una Manhattan che ormai sembra trasformata in teatro di posa, tanto abituati siamo a vederla sul grande come sul piccolo schermo; non lo sono, infine, tutte le soluzioni narrative proposte, dalle prove per la richiesta di matrimonio alla ricerca del vecchio libro con dedica.
Tralasciando i dialoghi, è apprezzabile la scrittura dei personaggi femminili – tutte e tre le donne hanno un loro particolare carattere e non sono semplici spalle dell’uomo protagonista; lascia a bocca asciutta l’incontro con Summer (Rachel Weisz), descritta come femme fatale e rivelatasi da subito ben diversa. La scelta di prolungare nel tempo le tre storie è la qualità migliore del film, che nonostante la lunghezza non perde mai tensione; potevano però essere approfonditi meglio i cambiamenti della società dal ’92 al 2008, senza limitarsi al cambio dei presidenti. Imperdonabile, infine, l’errore nel presentare nel personaggio di April una Isla Fisher sempre uguale: 16 anni in più, in una donna che passa dai 20-25 ai 40, non possono non vedersi. |
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News sul film “Certamente, forse” |
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Certamente, forse: meglio di no (13 Maggio 2008)
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