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Verso la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni '80, i Clash rivoluzionarono il rock'n'roll e influirono per sempre sul pensiero delle future generazioni. Il leader dei Clash, compositore, bomba umana del rock'n'roll e spirito guida dietro questa impareggiabile eredità è Joe Strummer, che con un’intensità profetica riesce ancora ad influire sul pensiero di intere generazioni. |
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Il diario del leader del gruppo punk dei Clash, Joe Strummer, che si racconta tramite i suoi testi e viene raccontato – dal regista e suo grande amico Julien Temple – attraverso le immagini e la scelta di un montaggio sempre ricchissimo di filmati girati durante i concerti, nei momenti di vita quotidiana, attraverso fotogrammi mai visti tratti dalle pellicole in cui lo stesso Strummer ha ricoperto piccoli ruoli da attore e fotografie. Temple ci regala un ritratto vero e inedito di un artista della scena musicale internazionale, dalla sua celebrità fino all’annullamento passando attraverso i contrasti interiori che generano il successo e le droghe. Tratteggiando con mano appassionata, che cerca di non cadere nel didascalico, Temple racconta di un uomo che sapeva esprimere attraverso le sue canzoni il disagio provato dalle nuove generazioni di fronte all’odio che dilagava, senza spiegazione, nel pieno degli anni Settanta. Per raccontare al meglio la storia di Strummer, contestualizza quell’epoca procurandosi immagini reali, a volte senza preoccuparsi della loro qualità, che anche se in alcuni punti appaiono sfocate e si sgranano sullo schermo, l’effetto non può che essere penetrante: perché sono effettive, testimonianze di momenti vissuti nel pieno dei fermenti artistici e culturali che hanno caratterizzato gli anni in cui, in risposta al sentimento di guerra in Vietnam e alla corsa al nucleare, nascevano le band. Temple mette nel suo film “omaggio” – e non poteva essere altrimenti – tanta musica (e non solo dei Clash) che a volte predomina sull’immagine diventando essa stessa racconto e dando l’impressione di un grande videoclip, dove si riconosce la firma di un regista che – per trasmettere la potenza di quello che si cantava – decide di sottotitolare i testi, si serve come storytelling di immagini fumettistiche, schizzi acquerellati e una “animata” fattoria degli animali orwelliana, a simboleggiare metaforicamente l’influenza del potere, che in quegli anni doveva avere una grande forza.
Ad incorniciare i volti di quanti sono chiamati a testomiare - come è prassi in un lungometraggio documentario e biografico – un grande falò, simbolo del luogo di incontro di passioni e ideali condivisi. Oltre tutte le persone che hanno lavorato con lui o sono entrate a far parte – in modi e momenti diversi – della sua vita, anche personaggi noti da Anthony Keadis e Flea dei Red Hot Chili Peppers, passando per i registi Jim Jarmush e Martin Scorsese, soffermandosi su quello degli attori Johnny Deep e John Cusack, poi Courtney Love, Matt Dillon, Steve Buscemi e molti altri.
Se ai più la pellicola potrà risultare a tratti un po’ lunga, per i veri appassionati non potrà che essere definita una lodevole sorpresa. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Joe Strummer - il futuro non è scritto” |
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