Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: 36, Quai des Orfèvres

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36, Quai des Orfèvres
titolo originale 36, Quai des Orfèvres
nazione Francia
anno 2004
regia Olivier Marchal
genere Noir
durata 110 min.
distribuzione Medusa Film
cast D. Auteuil (Leo Vrinks) • G. Depardieu (Denis Klein) • A. Dussollier (Robert Mancini) • V. Golino (Camille Vrinks)
sceneggiatura O. MarchalF. MancusoJ. RappeneauD. Loiseau
musiche E. KermorvantA. Renoir
fotografia D. Rouden
montaggio H. Hachdè
media voti redazione
36, Quai des Orfèvres Trama del film
Da alcuni mesi alcuni malviventi seminano il terrore a Parigi. Chi riuscirà a sgominare la temibile banda diventerà capo della Polizia Giudiziaria (che ha sede al numero 36 di Quai des Orfèvres). La guerra tra Léo Vrinks, capo della squadra anticrimine e Denis Klein, che dirige la squadra investgativa, è così aperta.
Recensione “36, Quai des Orfèvres”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 8)
"Per scrivere il soggetto di un buon poliziesco non occorre inventarsi chissà che, basta invitare un ‘flic’ della giudiziaria a bere una birra e lasciarlo parlare. Avrete dieci, cento, mille storie che aspettano solo di essere raccontate."
(Olivier Marchal)


Al 36 di "Quai des Orfevres" c’è la polizia centrale di Parigi. Banditi o poliziotti ricorrono a ben più di un compromesso per raggiungere i propri fini. I peggiori criminali dietro l’apparenza delle buone intenzioni; più che chiudere un occhio si finisce per bendarsi ambedue.
Olivier Marchal si aggrappa saldamente alle sue fonti cinematografiche (Heath con la celebre coppia De Niro-Pacino) per mettere in scena una realtà che ha conosciuto in prima persona, riconducendo ogni elemento agli stereotipi di un genere che ingabbia qualunque personaggio e qualunque vicenda per ridurre ogni cosa alla sequenza dell’uomo di fronte alla morte, la propria o quella altrui.
Marchal immerge i due eroi in una Parigi fatta di locali notturni, squallide periferie e moderni quartieri asettici.
Con i suoi chiaroscuri verdognoli, gli interni crepuscolari alla Melville, ma anche con una determinazione quasi feroce nelle scene di azione, Marchal insegue la strada della filmica totale ed esemplare: la macchina da presa è libera come i suoi personaggi, non viene costretta ad evoluzioni impossibili da irritanti "soccorsi" digitali, non sarebbe leale nei confronti di questi antieroi che sudano e sanguinano. Nervosa quanto basta, mai irritante nell'uso limitato della macchina a mano, campi lunghi con ottimi tagli d'inquadratura durante le sparatorie che si contrappongono a intensi primi piani che scrutano nell'anima dei protagonisti.
I confini di una Parigi e del suo cielo di piombo, sono le pareti di una scatola metallica contro le quali è destinato a soffocare qualunque tentativo di evasione, almeno fino all’avvento di una qualche giustizia suprema in grado di riportare gli eventi al loro corso naturale, ripristino tragico e violento dell’ordine delle cose.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 16 Ottobre 2015 ore 00:08
voto al film:   7

Utente di Base (28 Commenti, 24% gradimento) straraffa 11 Novembre 2012 ore 02:06
2
voto al film:   8,5

notevole per le atmosfere che riesce a creare, per gli attori in stato di grazie e per una scenneggiatura davvero originale..tra i più bei film polizieschi espressi dal cinema recente :-)
Utente di Base (7 Commenti, 33% gradimento) nefasto87 27 Febbraio 2012 ore 22:35
voto al film:   7,5

Medaglia d'Argento (106 Commenti, 59% gradimento) cartillo Medaglia d'Argento 8 Dicembre 2011 ore 18:22
1 1
voto al film:   7,5

Due ottimi protagonisti in una storia intensa, fino a dove si puo' spingere l'uomo per appagare la sua sete di potere...
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