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Due bambini scoprono una scatola misteriosa contenente alcuni strani strumenti che sembrano dei giocattoli. Quando i bambini iniziano ad utilizzare questi giochi, la loro intelligenza si sviluppa enormemente, al punto tale di diventare geniali. La più piccola dei due, dice alla mamma che uno di questi giocattoli, un coniglio di pezza di nome Mimzy, “le sta insegnando delle cose nuove” e le ha rivelato un messaggio importante per il futuro; il giocattolo viene quindi esaminato e si scopre che si tratta di un oggetto elettronico molto sofisticato dotato anche di particelle organiche. Tutti si rendono conto di essere coinvolti in qualcosa di incredibile... ma cosa esattamente? |
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Film sul tema del fantastico. L'universalità del cinema intesa come spettacolo popolare, precede la sottocultura cinematografica americana (vecchio stampo), il fumetto, l'avventura, il video musicale: come ormai d'abitudine questi nuovi cineasti americani sono innanzitutto dei cinefili, e si nutrono di quello che passava dieci e vent'anni fa. Spalleggiati in questo dai novelli produttori: visto che di idee ce ne sono poche tanto vale rifarsi a quelle vecchie.
"Mimzy - Il segreto dell'universo" è un racconto sui sogni d'infanzia, sul recupero di certi valori del mito in celluloide (intuizioni emotive), che ci riportano agli aspetti più intellettivi di "E.T." e altre opere come "Navigator" o "Ai confini della realtà". Solo che in questo caso le 'meraviglie' del film nascono dal potere di alcuni misteriosi oggetti che i due fratellini Noah ed Emma trovano casualmente sulla spiaggia, trascinati dalle onde.
La fiducia, ingenua, nell'intelligenza e nella tecnologia del metafisico e dell’inespresso: la vicenda non è certamente priva di qualche generosa caduta all’insegna di un''innocenza' trionfante, ma almeno la pellicola di Robert Shaye (fondatore della compagnia indipendente NewLine Cinema) ci prova sviluppando l'idea retrò e iper-avveniristica dell’oggetto cinematografico (patrimonio della memoria); ecco allora i rifacimenti 'post-moderni', sapienti 'filosofie' spazio-temporali, opere nelle quali l'autore dovrebbe ingegnarsi a trovare delle soluzioni (di racconto, di linguaggio) per recuperare quell'emozione immediata. Oggi a questi nostri cinefili danno milioni di dollari, fabbriche e maestranze per creare mostri ed effetti speciali. Ma di idee, di quelle che restano, non tanto nella storia, ma almeno nella mente degli spettatori, ce ne sono poche. |