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Adrian è un giovane scultore di provincia desideroso di affermare il suo talento nel mondo dell’arte. Fin dalla sua prima esposizione nella Capitale, all’interno di una collettiva di esordienti, la sua personalità balza agli occhi di Gloria, una giovane studiosa d’arte alla ricerca del “suo” artista. Tra i due nasce subito un’intesa e ben presto Gloria diventa per Adrian compagna, fonte ispiratrice delle sue opere nonché agente. Ma un altro critico s’innamora del lavoro di Adrian: Lulli, un intellettuale di fama internazionale. L’uomo conosce molto bene Gloria, essendone stato prima il tutore e poi l’amante, fino all’arrivo di Adrian. Questi trascorsi però preoccupano solo la ragazza che guarda con sospetto all’interessamento del famoso critico per il suo compagno. Adrian invece, proprio grazie all’influenza di Lulli, assapora da subito il gusto del successo... |
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Le verità la lascia intendere Rubini senza nascondersi: gli hanno detto “hai la possibilità di fare un film con Scamarcio” e lui, vuoi perché sono pugliesi entrambi, vuoi perché Scamarcio ha davvero delle potenzialità, vuoi perché l’incasso non è l’ultimo dei fattori da tenere in considerazione, ci ha pensato. E ha pensato a come potessero interagire un giovane artista, bello e potenzialmente di successo, con un artista più grande, già affermato, ormai non più da prima pagina, deputato a fare da Cicerone al ragazzo rampante.
L’idea del film è tutta qui, o è nella versione che Rubini rilascia nelle interviste, poco cambia: un uomo di mezza età e un ragazzo capace di portargli via tutto, a cominciare dai riflettori (o dalla donna, nel film). La donna (Gloria, Vittoria Puccini) è solo uno strumento, spiace dirlo, della guerra tra i due maschi: Lulli la ama, poi la usa per eliminare Adrian, che a sua volta la ama ma non esita a farla sedere in disparte quando sembra ormai lanciato verso il successo, fino alla paradossale sfuriata in cui la chiusura della sua mostra acquista più importanza della perdita del bambino di Gloria.
Alla fine la storia è tutta qui, ed è molto prevedibile. Però bisogna riconoscere il merito meggiore di “Colpo d’occhio”, l’ambientazione nel mondo dell’arte: non è soltanto un pretesto, ma è un mondo che viene portato davvero sullo schermo, viene affrontato in profondità e non viene mai data l’idea di una forzatura tra testo e contesto. Importante è stata la collaborazione con Gianni Dessì, che ha curato tutte le mostre del film (e si parla di Berlino e Venezia, oltre ad alcune personali, non di robetta) ed ha realizzato di persona le opere di Adrian Scala, ma importante dev’essere stato anche il lavoro di mediazione tra l’artista e gli sceneggiatori, partiti da un’idea iniziale nella quale addirittura si parlava di musica.
Interessante infine la scelta di Rubini di far recitare i suoi attori in una maniera che oggi sembra artefatta, più teatrale che cinematografica, ma qualche anno fa avremmo trovato più naturale; superato il disagio che si prova nell’assistere alle prime scene, questo tipo di recitazione funziona, al punto da cancellare i dubbi che lecitamente lo spettatore poteva avere prima di entrare in sala, leggendo i nomi del cast… |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Colpo d'occhio” |
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Il 'Grande Cinema Italiano' a Poggio Mirteto (26 Giugno 2008)
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"Colpo d'occhio": lo scultore maledetto (17 Marzo 2008)
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"Colpo d'occhio": il trailer ( 4 Marzo 2008)
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Sergio Rubini e Paola Barale sposi in un film (14 Maggio 2007)
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"Colpo d'occhio", giallo di Sergio Rubini ( 7 Aprile 2007)
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Scamarcio, film giallo con Rubini (28 Marzo 2007)
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