C'erano una volta i film d’avventura, i film gialli e i film sentimentali. Oggi ci sono i film d’azione, i thriller e le commedie. “Tutti pazzi per l’oro” è, purtroppo, un film di azione che vorrebbe essere d’avventura ma manca delle caratteristiche migliori del genere a cui tende: una solida trama, protagonisti carismatici e un’autentica tensione mantenuta per tutto il film.
La trama può trarre in inganno: Finn è un cercatore di tesori ossessionato dalla ricerca di una nave spagnola affondata ai Caraibi mentre trasportava la Dote della Regina, un incredibile tesoro. La moglie Tess ha chiesto il divorzio dopo otto anni di comuni ricerche inconcludenti ma l’insperato ritrovamento di un prezioso indizio e un serie di improbabili circostanze porta la coppia a riunirsi di nuovo e a coinvolgere nuovi compagni di ricerche nell’impresa. Niente di più semplice, niente di potenzialmente più “d’avventura”.
Purtroppo il film non sceglie la strada più avventurosa ma preferisce giocare sul sicuro, prendendo un po’ da tutti i generi e compromettendo il risultato finale che altrimenti sarebbe stato quantomeno gradevole. Nelle parti d’azione ha forse il suo punto di forza: Andy Tennant sfrutta al meglio l’ambientazione marina e le sequenze acquatiche sono ben girate, compresa la divertente sequenza iniziale (una delle poche girate in realtà in vasca). L’ambientazione caraibica giustifica le molte sequenze in costume da bagno e il fisico palestrato di McConaughey mentre il personaggio della Hudson non si concede troppo, con qualche delusione dei fan.
La consolidata coppia di protagonisti non perde occasione di portare il registro sul genere “commedia romantica” cercando di ripetere il successo di botteghino di “Come farsi lasciare in dieci giorni”, solo che sembrano dimenticarsi che qui interpretano due personaggi ben diversi dalla coppia glamour di New York del film precedente... Ma siamo ben lontani dalla slapstick comedy dei tempi d’oro di Hollywood: la tensione e l’attrazione tra i due non si rivelano in un ritmo serrato di battute ma dai chiari riferimenti alle grandi virtù amatorie del bel Finn. E non approfondiamo, per non infierire troppo, il messaggio finale lanciato dalla scontata riunificazione della coppia, che si potrebbe riassumere in “chi trova un tesoro ritrova una moglie”.
Ma la delusione forse maggiore è l’assoluta superficialità dei personaggi comprimari, che spesso in film del genere offrono le migliori gag e sequenze comiche. Molto simpatica ma sfruttata fino al limite estremo della macchietta Alexis Dziena, la vacua e modaiola figlia del miliardario Nigel Honeycutt, un Donald Sutherland inesistente sul piano recitativo ma in una parte e con un mestiere che gli permette anche di non recitare. Anche i cattivi sono banali personaggi da telefilm di serie B, comunque almeno si spezza la convenzione hollywoodiana che vuole almeno un afroamericano tra i buoni: qui gli unici tre sono tutti cattivi e meno male che almeno in un film ci si può dimenticare del politically correct...
Un cenno meritano anche le musiche del candidato all’Oscar George Fenton che rivelano, forse più di quanto segnalato sopra, la natura d’azione del film: volume alto, ritmo sincopato ma ripetitivo, senza nessun tema identificabile.
Complessivamente in “Tutti pazzi per l’oro” c’è tutto ma sembra sempre mancare qualcosa. A patto di non aspettarsi troppo è un accettabile film di intrattenimento, ma rimane comunque la nostalgia per il vecchio, elegante e misterioso film di avventura. |