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Recensione: 10 cose di noi

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10 cose di noi
titolo originale 10 Items Or Less
nazione U.S.A.
anno 2007
regia Brad Silberling
genere Drammatico
durata 82 min.
distribuzione DNC
cast M. Freeman (L'attore) • P. Vega (Scarlet) • J. Hill (Il ragazzo) • B. Cannavale (Bobby) • J. Echols (Tracy) • A. Dudek (Lorraine) • K. Pallana (Lee)
sceneggiatura B. Silberling
musiche A. Pinto
fotografia P. Papamichael
montaggio M. Kahn
uscita nelle sale 18 Aprile 2008
media voti redazione
10 cose di noi Trama del film
Il film racconta l’incontro fortuito tra una giovane cassiera di un supermercato e un attore hollywoodiano con una carriera ormai in declino. L’estrosa Scarlet ha 25 anni, un matrimonio fallito alle spalle, la paura di non poter avere figli e, stufa del suo lavoro, sembra “quasi” pronta per un nuovo colloquio. Lui, attanagliato dal mito della suo successo di star hollywoodiana, non riesce a guardare gli altri senza doverne studiare i movimenti e copiarne gli atteggiamenti, fiducioso di un ipotetico nuovo ruolo da interpretare.
Attraversando in macchina la periferia di Los Angeles i due si racconteranno e scopriranno che in fondo hanno ancora il coraggio di… correre il rischio.
Recensione “10 cose di noi ”
a cura di Vera Usai  (voto: 6,5)
Forte del successo ottenuto ai Festival di Torino e Toronto esce nelle sale italiane la commedia di Paz Vega e il premio Oscar Morgan Freeman e li fa incontrare per caso in un poco frequentato supermercato della periferia di Los Angeles dove la bella Paz fa la commessa stravagante in “cassa rapida: massimo 10 pezzi”. Luci quasi del tutto naturali, nessun effetto speciale e un’automobile vecchio stile per ambientare le lunghe chiacchiere dei due attori, entrambi colti in una naturalezza di gesti e di sguardi. E non poteva essere altrimenti, almeno per Freeman che nel film si confronta – nei panni di attore hollywoodiano di successo, ormai versato su film a basso budget di produzioni poco conosciute – con la paura di compiere scelte che potrebbero nuocere alla passata carriera. Che ci sia un pizzico di parallelismo con la realtà in questo racconto sembrerebbe evidente, ma il film si diverte a non svelarlo mai: chi è davvero Freeman? Se stesso o una figura spirituale che guida la ragazza a riacquistare sicurezza nelle sue capacità? Poco importa visto che da quest’insolito incontro entrambi i personaggi rivaluteranno i propri, fondamentali, modi di essere.
Un po’ lento a tratti, denso però di buoni dialoghi ma anche di musica, da diventare a volte un bizzarro musical on the road, il film di Silberling ribadisce – oltre al titolo “menzionato” dai due attori dove ci si confessano le 10 cose che si terrebbero della propria vita e quelle di cui si farebbe volentieri a meno, davanti ad un cartello con scritto “The End” – un senso di inadeguatezza e delusione, mostrato tra le architetture industriali di un’America fumosa, fatta di ferro e vecchi container. Tutto il resto si muove in una certa irrealtà, per un’azione che copre un arco di 12 ore alla fine delle quali forse i due personaggi non si ritroveranno più.
Ma non è ancora finita quando appaiono i titoli di coda che mantengono la carica ironia mostrando possibili risvolti, immagini di backstage e risate coinvolgenti del “dietro le quinte”.
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