Rick Riker è uno studente come tanti altri, timido e un po’ pasticcione che un bel giorno, durante una gita scolastica in un laboratorio scientifico in cui vengono creati animali geneticamente modificati, viene punto da una strana libellula. Strizzando l’occhiolino a Spider-man, il regista inizia a dar vita ad un doppio personaggio che sa di avere degli insoliti superpoteri ma non sa come utilizzarli. E infatti Rick continuerà a pasticciare anche in questa veste verde di “Uomo Libellula” (nonostante che – a dispetto del nome – non sia ancora totalmente convinto di volare) e metterà in pericolo la vita del cinico e apprezzabile zio Leslie Nielsen, come lo abbiamo spesso visto, della ragazza che ama e della zia che, affetta da un incontenibile aerofagia, “rende l’aria un po’ pesante” e muore sotto le grinfie dell’“Uomo Clessidra”, suo acerrimo nemico.
Una parodia, quella di Superhero, che realizzata dagli stessi creatori di Scary Movie 3 e 4 – e come suggerisce già il titolo – sbeffeggia i supereroi che devono la loro fama al grande schermo: dal già citato Uomo Ragno a la Donna Invisibile (a cui da le forme una fin troppo “visibile” ed inutile Pamela Anderson) e l’Uomo Torcia de I Fantastici 4, poi X-Men, Batman e tanti altri fino ad un’imitazione di Tom Cruise, forse lo spunto più divertente del film, che si prende in giro da solo su You Tube. E come You Tube, anche MySpace e l’i-Pod e altri numerosi richiami all’alta tecnologia si intromettono qua e la tra i fotogrammi a farci pensare che sotto sotto Superhero più che una pellicola destinata ad un target giovanile senza facoltà di giudizio, davanti alla quale però anche un adolescente, dopo aver sorriso, storce un po’ la bocca – è più una mega trovata pubblicitaria per esaltare le nuove tecnologie e far girare un po’ di soldi dalla propria parte, altro che le valanghe di risate promesse dai suoi realizzatori!
Quando si pensa che finalmente la super storia volga al termine, si incappa in una serie di immagini che mostra in sequenza tutti i tagli apportati alla pellicola: i dietro le quinte, risvolti a situazioni poi modificate, gag che si allungano quasi per metà del secondo tempo e più che ad uno storyboard non può non far pensare ad una triste mancanza di fantasia che, a dispetto di chi ha davvero qualcosa da raccontare, è riuscita comunque ad avere il suo posto in sala. |