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Recensione: Sanguepazzo

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Sanguepazzo
titolo originale Sanguepazzo
nazione Italia
anno 2008
regia Marco Tullio Giordana
genere Drammatico
durata 150 min.
distribuzione 01 Distribution
cast L. Zingaretti (Osvaldo Valenti) • M. Bellucci (Luisa Ferida) • A. Boni (Taylor) • M. Donadoni (Vero Marozin) • G. Visentin (Sturla) • L. Diberti (Cardi) • P. Bonanni (Pietro Koch) • M. Sbragia (Alfiero Corazza) • L. Longhi (Desy) • T. Taddei (Irene) • M. Rocco (Gioietta) • A. Bressanello (Direttore hotel)
sceneggiatura M. GiordanaL. ColonnaE. Ungari
musiche F. Piersanti
fotografia R. Forza
montaggio R. Missiroli
uscita nelle sale 23 Maggio 2008
media voti redazione
Sanguepazzo Trama del film
L’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la fine della guerra, vennero trovati alla periferia di Milano i cadaveri di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, giustiziati poche ore prima dai partigiani. Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, Valenti e Ferida erano stati tra i protagonisti di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato. Il loro ruolo era quasi sempre stato quello degli “antagonisti”, incarnandosi di preferenza in personaggi negativi. Anche la loro vita privata era dominata dal disordine, entrambi cocainomani e sessualmente promiscui. Quando il paese si spaccò in due dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò.
Recensione “Sanguepazzo”
a cura di Riccardo Rizzo  (voto: 6,5)
“Abbiamo fatto giustizia…”

La straordinarietà dei premi e dei riconoscimenti ricevuti dai film italiani quest’anno a Cannes racchiude un paradosso doloroso e beffardo quando ci si accorge che il premio della giuria a Il divo, quello della Gran giuria a Gomorra, e gli applausi a Sanguepazzo hanno come sfondo comune un’Italia divisa e sciagurata, corrotta e infelice, quasi miserabile.
Viviamo in un paese surreale e perverso, affascinante nonostante il suo degrado civile e culturale, e Cannes ha premiato il valore di tre registi che contro questa realtà si scagliano; Sorrentino e Garrone si godono (finalmente) la loro consacrazione internazionale, Marco Tullio Giordana conferma di meritarsi il rispetto della critica (e del pubblico) per la sua indipendenza e la sua onestà intellettuale. Sanguepazzo è un’opera maestosa per eleganza e coraggio, capace di coniugare arte e finzione, pensiero e rigore storico; sullo sfondo delle vicende personali di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida c’è un’Italia che inconsciamente vive una ‘guerra civile’, la guerra “dove perde anche il vincitore”. La frase “abbiamo fatto giustizia…” pronunciata dal partigiano (Lo Cascio) che fucilerà Valenti e la Ferida, è una domanda rivolta a se stesso, di chi dubita di aver fatto la scelta giusta; in quest’ottica l’opera presta il fianco di chi, stupidamente, accusa “Sanguepazzo” di essere revisionista nei confronti della Resistenza, mentre altro non fa che offrirne un’immagine cruda, critica, onesta.
Giordana racconta “memorie diverse” che sa non potranno mai diventare “memoria condivisa”, e non cerca di dare significati simbolici, ma solo significati per quello che queste storie rappresentano. Nel caso di Osvaldo e Luisa una passione folle, un amore ai limiti, una vita di eccessi. Luca Zingaretti è sorprendentemente bravo, perfetto in un ruolo difficile da portare sullo schermo: mai sopra le righe nonostante l’eccentricità del personaggio, sempre sontuoso nonostante il lato guascone e anarchico che ha contraddistinto l’animo di Valenti.
Ma ciò che sbalordisce maggiormente è la recitazione - finalmente da considerarsi tale - di Monica Bellucci, che lavorando insieme al regista milanese riesce ad esprimere il meglio di se stessa: in due scene particolarmente difficili – il ‘famoso’ bacio saffico e la sequenza nella quale masturba Valenti – dimostra la sua bravura, sicuramente non eccelsa, ma che unita alla sua proverbiale bellezza riesce a creare atmosfere seducenti.
Giordana si dice soddisfatto di avere realizzato Sanguepazzo, e ha ragione.
Dopo La meglio gioventù, è riuscito di nuovo a leggere e interpretare elegantemente la storia del popolo italiano con un film intimo e personale mosso da una passione composta, che attraversa con delicatezza l’intero racconto.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (61 Commenti, 63% gradimento) edanbra Medaglia di Bronzo 2 Aprile 2012 ore 15:15
voto al film:   7

Medaglia di Bronzo (70 Commenti, 45% gradimento) Disc-Jockey Medaglia di Bronzo 23 Settembre 2011 ore 15:49
voto al film:   7,5

Il miglior Luca Zingaretti che abbia mai visto!
Questo film di Giordana è l'ennesima prova della sua grande bravura e "freddezza" nel raccontare la Storia: cosa difficile soprattutto quando bisogna raccontare periodi politicamente tesi...
Anche Monica Bellucci e Alessio Boni danno il loro grande contributo alla buona riuscita del film, ma i due veri vincitori rimangono Zingaretti e Giordana
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