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Adattamento dell'omonimo romanzo di François Bégaudeau, che recita nel film e ha co-firmato la sceneggiatura insieme al regista e a Robin Campillo, "La classe - Entre les murs" racconta la vita di un professore di francese in una scuola di un quartiere difficile, alle prese con una classe di 25 studenti quattordicenni. |
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“La classe - Entre les mures” racconta un anno di vita dentro le mura di una scuola multietnica della periferia di Parigi. L’operazione fa naturalmente venire in mente lo splendido “Essere e avere” di Nicolas Philibert. A differenza di quest’ultimo film, che mostrava sotto forma di documentario la vita di una classe con bambini che andavano dall’asilo fino alla quinta elementare, il nuovo lavoro di Laurent Cantet affronta l’età dei 13-14 anni, fornendo allo spettatore una sezione piuttosto mirata della vita scolastica dei ragazzi, dando assoluto rilievo agli insegnamenti soprattutto civili e umani del professore François. Quest’ultimo, inoltre, è interpretato in modo egregio da François Bégaudeau, che nella vita fa effettivamente l’insegnante e che appena due anni prima del film aveva scritto un romanzo (Entre les murs) dal quale la pellicola prende ampiamente spunto. Il regista Cantet ha infatti trovato in lui la perfetta sintesi del suo ideale di insegnante, soprattutto in relazione al tipo di rapporto che riesce a instaurare con i propri alunni. L’ossatura dei personaggi sono in seguito nati proprio in collaborazione con Bégaudeau, che ha preso parte alla sceneggiatura insieme al regista francese e a Robin Campillo. I ragazzi-attori sono invece stati reclutati attraverso un laboratorio di un giorno a settimana durato un intero anno scolastico; da 50 studenti si è giunti ai 25 che hanno poi preso parte alla produzione del film. Il tempo passato insieme ai ragazzi ha così permesso al regista e alla troupe di conoscere personalmente ognuno di loro, creando un’unità d’intenti e una spontaneità che rende questo “La classe - Entre les mures” un vero caposaldo nell’analisi del rapporto adulto-adolescente. Il vero punto di forza di questo lavoro sta infatti nella sua chiarezza e onestà di intenti. I ragazzi e i protagonisti della vicenda sono tutti raccontati secondo la logica del linguaggio come strumento fondante e imprescindibile delle relazioni, lasciando intendere che qualsiasi rapporto di causa-effetto e di frizione nasce dal modo di maneggiare questo strumento.
L’insegnante François ha come propria filosofia l’idea che la scuola deve fare i conti con la multietnicità e la crescente dose di diversità culturale per trarne i migliori risultati. Bisogna concepire la scuola, sembra dirci, come palestra della democrazia, stimolando al ragionamento chi ancora dev’essere formato. Senza essere severi o saccenti si deve provare a instaurare un’atmosfera di ordine e rispetto, ricercando a ogni costo l’onestà intellettuale. Quello che François capisce sulla propria pelle, però, è che, senza fiducia e il contributo di tutti, ogni metodo si trasforma in opinione, ogni debolezza in errore.
Vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes 2008. |
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Commenti del pubblico |
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