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Recensione: L'uomo che ama

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L'uomo che ama
titolo originale L'uomo che ama
nazione Italia
anno 2008
regia Maria Sole Tognazzi
genere Sentimentale
durata 102 min.
distribuzione Medusa Film
cast P. Favino (Roberto) • M. Bellucci (Alba) • K. Rappoport (Sara) • P. Degli Esposti (Giulia) • M. Alhaique (Carlo) • M. Paredes (Dr.ssa Campo) • F. Sciarappa (dottore) • A. Ninchi (Vittorio) • G. Blackhall (Yuri)
sceneggiatura M. TognazziI. Cotroneo
musiche C. Consoli
fotografia A. Catinari
montaggio W. Fasano
uscita nelle sale 24 Ottobre 2008
media voti redazione
L'uomo che ama Trama del film
Una pellicola adulta sull'amore. Un film che racconta la grande passione di un uomo per una donna dal punto di vista maschile. L'uomo che ama è un uomo normale che in due storie diverse vive situazioni opposte: abbandona e viene abbandonato, diventa vittima e poi carnefice.
Recensione “L'uomo che ama”
a cura di Vaniel Maestosi  (voto: 6)
Dopo “Passato prossimo” del 2003, Maria Sole Tognazzi, per la sua seconda regia, sceglie d'invertire convenzioni e attenzioni, portando sullo schermo un dolore tutto maschile, un modo d'amare fin'ora quasi mai raccontato. Il suo protagonista non vede contorni, soffre perchè abbandonato. Tutti gli altri ruoli dipendono da lui e spesso sono ambigui o indefiniti al punto giusto da risultare affascinanti e ombrosi, personaggi senza dimora e con poche certezze.
L'uomo che ama ma soprattutto soffre, cammina e perde il sonno, dimentica di essere forte ed è talmente sensibile da diventare prima debole, poi addirittura malato. Davanti all'amore “che muove il sole e le altre stelle” in modo così totale, non c'è differenza di sesso e probabilmente neanche di dolore. Roberto ama e viene lasciato, perde il contatto con le cose e va oltre ogni dignità interiore per riprendersi Sara, senza però mai uscire da nessuna riga sociale. La storia resta sempre tenue, soffusa in una fotografia intima e avvolta dalle calde note di Carmen Consoli; osserva un'intimità che si svela continuamente e che lascia in silenzio, lo stesso del suo sofferente protagonista. Ma a volte proprio questa sua estrema delicatezza trascina la storia dentro ripetizioni circolari. A metà film si ha la sensazione di aver ricominciato da capo e ci si chiede se manchi l'originalità o se sia davvero universale l'uguaglianza di ognuno di noi davanti al dolore. Le ferite di Roberto restano uguali e sempre aperte, il tempo non spegne ma nasconde soltanto. Gli occhi di Pierfrancesco Favino però sono pura intensità e accanto a lui non sfigura Monica Bellucci, pastellata ma quasi al limite dell'espressivo; brilla invece la sempre più lanciata Xenia Rappoport, in grado di essere fatale e sensuale, come pretende Sara, provocatrice di un desiderio quasi mai visto prima.
Presentato nella sezione concorso 2008 del Festival Internazionale del Film di Roma.
Commenti del pubblico







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Medaglia d'Argento (106 Commenti, 59% gradimento) cartillo Medaglia d'Argento 27 Gennaio 2014 ore 09:51
voto al film:   6

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