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Recensione: Tutto torna

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Tutto torna
titolo originale Tutto torna
nazione Italia
anno 2008
regia Enrico Pitzianti
genere Commedia
durata 86 min.
distribuzione Zaroff Film
cast A. Careddu (Massimo) • P. Marcialis (Zio Giuseppe) • Y. Broch Montano (Lorena) • M. Medda (Sig. Deiana)
sceneggiatura E. PitziantiA. Iaccarino
musiche G. Murgia
fotografia M. Falomi
montaggio I. Fraioli
uscita nelle sale 13 Giugno 2008
media voti redazione
Tutto torna Trama del film
Massimo, un giovane abituato a vivere con la sua famiglia nel nord della Sardegna, decide di andar via di casa e trasferirsi a Cagliari dallo zio Giuseppe con la speranza di potersi finalmente affermare nel campo della scrittura, a lui tanto caro. Il capoluogo sardo però è diverso da come Massimo lo aveva immaginato; popolato da insoliti personaggi e dominato da dinamiche a lui ancora sconosciute, la città aprirà al ragazzo un universo di innumerevoli piccole storie da cui trarre ispirazione per i suoi racconti. Si troverà presto a fare i conti con se stesso, l’altro e le scelte della vita.
Recensione “Tutto torna”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 5)
La Zaroff Film, casa di produzione indipendente da 6 anni attiva sul mercato dell’industria cinematografica, dopo vari cortometraggi, documentari e lungometraggi, punta quest’anno a portare in sala l’opera prima di Enrico Pitzianti, segnando l’esordio di un regista sardo già apprezzato in passato. Tutto torna è un piccolo film, forse troppo piccolo per non rischiare di essere rapidamente schiacciato dal peso dei numerosi successi nostrani rivelati dal recente Festival di Cannes e troppo leggero forse e in alcuni punti goffo per impianto narrativo e caratterizzazione dei personaggi – dalle tinte insolitamente teatrali – per essere ricordato troppo a lungo all’interno di questa nuova ondata di film sardi. Il Caos calmo di Grimaldi e Sonetàula di Mereu accolti tra applausi e contestazioni alla 58ma Berlinale, il Jimmy della Collina di Enrico Pau e gli Arcipelaghi di Giovanni Columbo sono il segnale positivo che la Sardegna sta partorendo delle buone idee e tali sono senza dubbio quelle che hanno animato la storia di cui Pitzianti, attraverso le immagini, si fa portavoce, senza restituire però al massimo quelle note vibranti di cui dovrebbero caratterizzarsi le tematiche prese in considerazione: l’incontro con nuove realtà, il confronto con il diverso e le insidie derivanti dalla chiusura mentale di una società urbana.
Per movimentare le inquadrature di questa commedia cittadina, che fa i conti con le aspirazioni e le paure di un giovane ragazzo catapultato in una “grande” Cagliari multietnica e pettegola, si muovono nella pellicola vari personaggi, caricati a macchiette e sospesi tra un umorismo e un mistero poco credibile e una ricercata amarezza nostalgica mai davvero raggiunta, forse a causa di un legame poco approfondito tra l’uno e l’altro.
La scia di una nave chiude il film portandosi a bordo l’inconsistenza di una trama che sfocia in una sottile banalità e le speranze e le illusioni della vita di un giovane in cui tutto (cinema di riferimenti) - in un modo o nell’altro, potrebbe sempre 'tornare'.
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