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Quando un gruppo di donne viene rapito tra le fredde colline della rurale Virginia, gli unici indizi della loro scomparsa sono i grotteschi resti umani che iniziano a comparire qua e là nella neve che circonda i lati della strada. Le opinabili visioni di un prete portano la polizia locale, alla ricerca disperata di una pista, dritta verso un esperimento medico segreto che potrebbe o non potrebbe essere legato al caso.
È un tipico caso da X-Files, ma l'FBI ha chiuso le investigazioni paranormali anni fa. È il momento di chiamare Fox Mulder e il Dr. Dana Scully, che non hanno nessuna intenzione di riaprire il loro vecchio passato. Eppure, la verità dietro questi crimini orribili è da qualche parte, e Mulder e Scully finiranno per trovarla... |
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Fox William Mulder e Dana Katherine Scully hanno alle spalle, mentre scorrono i titoli di testa, nove stagioni della prima, importante serie televisiva che ha raccolto un enorme successo di pubblico negli Stati Uniti e in Europa negli anni ’90. Il punto di partenza è tutto nel non-detto ma risaputo, “X-Files: Voglio crederci” si presenta come un episodio in più, con una storia a sé, molto tempo dopo l’ultima puntata; per fortuna la caratterizzazione dei personaggi è quanto di più lineare possa esistere, ed anche un profano può sentirsi “a casa” come un aficionado. Senza misteri, Mulder e Scully si amano ma non stanno insieme, hanno avuto un figlio ma le loro carriere si sono divise, credono in cose diverse, ma l’uno nell’altra. L’antefatto è breve, regista (Chris Carter) e sceneggiatori (lo stesso Carter e Frank Spotnitz) sono gli stessi della serie televisiva (così come gli attori, David Duchovny e Gillian Anderson) e sanno che la parte più cospicua dev’essere lasciata alle indagini: apprezzabile la scelta di non dare un taglio paranormale a tutto ciò che accade o che si presenta anche solo come eventualità, ma l’x-files rimane nel campo delle ipotesi prima, durante e soprattutto dopo le ricerche.
I pregi dell’adattamento cinematografico – rispettare lo stile della serie – ne sono anche i limiti: gli autori giocano in casa ed evitano ogni rischio, rendendo alla fine il tutto un po’ inutile. Un rischio, uno solo (mentre i due attendono fuori dalla porta, all’FBI), c’è ed è molto divertente, anche se alla fine pecca di poca originalità. Rimane un’operazione nostalgia, ad iniziare dall’inconfondibile motivetto che da il là al film quando lo schermo è ancora nero; come tale riesce, e non deluderà i fan, ma è forte la sensazione che questi dieci anni siano stati soltanto una pausa un po’ più lunga delle altre – intervallata in verità dal primo prodotto cinematografico “X-Files: il film” – prima dell’ennesimo episodio. |
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