L’arca sbarca sulle ali della Eagle Pictures: direttamente dal monte Ararat – no, dall’Argentina – arriva un cartone animato che rilegge in chiave comica la favola biblica della famiglia di Noè alla deriva con una coppia per ogni specie animale esistente. Cartone animato, e non film d’animazione: i disegni – a mano – ci riportano alle suggestioni de “Il libro della giungla”, con una qualità addirittura inferiore ma, letta nell’ottica dell’affetto per il 2-D, accattivante (assenza di ombre a parte, che nelle scene in cui si nota rende il tutto pesante).
Le forzature della sceneggiatura sono in parte quelle del testo originale, dalla rapida quanto impossibile costruzione dell’enorme arca alla personalità di Noè, a metà strada tra il brav’uomo e il cretino (metà strada per essere buoni, visto che il Re Parrucco è al capolinea).
Il film è giocato quasi esclusivamente sulla calata dei numerosi personaggi, tradotti in italiano con parlate regionali che danno garanzia di divertimento; ma è tutto qui, e rischia di affidare troppo della sua riuscita in sala alla bravura dei doppiatori o alla capacità degli spettatori di intendere le sfumature e gli accenti di una lingua che non conoscono. Poche le scene degne di nota, dal primo dialogo tra Dio e Noè che richiama i dialoghi di “Parola di Giobbe”, di Giobbe Covatta, alla versione ispanica di “I will survive” (che in Italia possiamo apprezzare soltanto nei titoli di coda) o allo scontro-incontro stile rugby con tanto di Haka tra animali buoni e animali cattivi.
Il tema di fondo, il messaggio che vuole passare a dispetto di un originale che modella sulla torre di Babele i rapporti tra specie diverse, è appunto quello della convivenza tra gente di tutti i tipi, con un risvolto sulla coscienza del potere e sul corretto uso di questo.
Fa sorridere, ma nemmeno i bambini più piccoli si divertiranno del tutto. |
