Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: David Cronenberg

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David Cronenberg è ospite al Festival di Roma, accompagnato dalla moglie e dal figlio, per incontrare il pubblico e inaugurare la mostra "CHROMOSOMES". Cronenberg oltre il cinema", visitabile al Palazzo delle Esposizioni fino al 16 novembre. Alla stampa, che lo ha incontrato poche ora prima del pubblico, parla del suo rapporto con la letteratura e con l'opera, con gli attori e con la postproduzione dei film, fase ormai importante quanto quella produttiva. Una cosa sembra chiara: regista e critico hanno due visioni differenti.
a cura di Glauco Almonte
Intervista David Cronenberg: Domanda 1Per prima cosa una domanda sulla sua opera "The Fly".
Mi aveva allettato l'idea di fare qualcosa mai fatto prima, non avevo mai curato la regia di un'opera né quella di un'opera teatrale. E' come un transatlantico, devi fare manovra 2-3 km prima per far muovere tutto quanto.
E' partito tutto da Howard Shore, l'autore di molte colonne sonore dei miei film, ha scelto lui questo film.
In genere nel cinema la musica è l'ultimo dei nostri pensieri; in questo caso il punto di partenza è stata la musica di Shore. Il compositore è il primo regista, in un'opera; è una collaborazione molto diversa rispetto alle mie esperienze passata, è stato molto interessante.
Intervista David Cronenberg: Domanda 2Il tema della trasformazione è una costante nel suo cinema...
Ci metterei troppo a dare una risposta ragionata. Francamente... (pausa) noi esseri umani siamo degli animali che si immaginano diversi da quello che sono. Lo facciamo tramite la religione, tramite altre esperienze culturali, andiamo al di là dell'umano.
Intervista David Cronenberg: Domanda 3Quanto conta il lavoro di postproduzione dal punto di vista del suono, dell'atmosfera?
Una volta ho incontrato Bernardo Bertolucci a Montreal, mi parlava del "Conformista": fino a quel momento considerava il girare come la cosa più importante, poi capì quanto dipendesse dalla postproduzione. Per me era ovvio... E' possibile cambiare ogni elemento di ogni fotogramma, ormai la postproduzione fa parte della produzione.
Per me la tridimensionalità di un film dipende dalla qualità sonora: il peso di una persona viene determinato dal suono dei passi e della superficie su cui cammina. Sono tante le decisioni che prende un regista in quel momento, si possono modificare i dialoghi, gli equilibri tra i personaggi.
Intervista David Cronenberg: Domanda 4Dall'horror degli esordi alla fascinazione nei confronti dell'invisibile, un cinema più mentale. Come lavora sulle derive invisibili del reale?
Posso dire che non sono mai riuscito a fotografare un'immagine invisibile... Immagino che intendiate l'astratto, il concettuale: non me ne occupo più di tanto. Ovviamente è possibile esprimere qualcosa attraverso il dialogo, ma la forza di un film sta per lo più nella sua qualità visiva, sergono metafore, equivalenze visive, ricorrendo al linguaggio del corpo.
Non ho mai riflettuto in maniera tattica su questo tema, da regista non riesco ad analizzare le cose da questa prospettiva.
Intervista David Cronenberg: Domanda 5Lei ha un forte impatto artistico, e allo stesso tempo un momento popolare. Come considera la distinzione tra film popolari e d'élite?
La distinzione tra ciò che può essere considerato popolare o d'élite è qualcosa su cui difficilmente posso esprimermi. Io cerco un contatto col mio pubblico attraverso mezzi d'espressione, alcuni hanno un impatto immediato, altri una valenza più universale e magari meno immediata. "La mosca" rimane tuttora il mio più grande successo, quanto all'incasso, ma non è paragonabile ai film da botteghino.
Il film nasce come intrattenimento popolare; in Francia per la prima volta è stato visto come una forma d'arte, a Hollywood non era preso sul serio. Sono poche le forme d'arte che non nascono da una spinta popolare.
Come regista non penso in termini di categorie, l'unica cosa che seguo è il mio istinto.
Intervista David Cronenberg: Domanda 6Sta per pubblicare un romanzo: può dirci di che si tratta?
No.
Francamente ho scritto solo 60 pagine. Mio padre era uno scrittore e pensavo che anch'io lo sarei diventato: sono 50 anni che pensavo di scrivere un romanzo... Abbiamo già case editrici che lo pubblicheranno in tutto il mondo, io lo devo ancora scrivere e l'idea mi terrorizza.
Comunque non è un romanzo horror o di fantascienza, un romanzo alla Stephen King.
Intervista David Cronenberg: Domanda 7I suoi scrittori preferiti?
Sono tanti, in questo periodo leggo molta letteratura russa, ho finito da poco "Guerra e Pace", e poi Gogol', Dostoevskij, Nabokov è tra i miei preferiti, William Burroughs.
Adoro la forma del romanzo.
Intervista David Cronenberg: Domanda 8In riferimento alla mostra organizzata al Palazzo delle Esposizioni, ha familiarità con il lavoro tra pittura e film di Stan Brakhage?
Sì, lo conosco molto bene. Ho tratto ispirazione per fare il regista dal movimento underground, che lavorava molto a Toronto: l'idea era che bastasse una cinepresa e non servisse altro. Credo sia morto da poco (marzo 2003, ndr), non ho seguito i suoi ultimi lavori.
Intervista David Cronenberg: Domanda 9Quanto deve trasformarsi un attore per essere considerato bravo da lei?
Io ho lavorato con moltissimi attori straordinari, ognuno con la propria metodologia. Ci sono sempre tre o quattro attori in contemporanea, ognuno diverso: il mio compito è far sì che tutti si sentano legati in uno stesso universo. Non impongo mai il mio metodo di lavoro, sono liberi di sperimentare: devo capire cosa serve loro per permetter loro di dare il meglio.
Sono stato anche attore e so che l'esperienza è totalmente diversa da quella del regista, lo strumento di un attore è il suo corpo.
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Film diretti:
2014  Maps to the Stars
2012  Cosmopolis
2011  A Dangerous Method
2007  La promessa dell'assassino
2005  A history of violence
2002  Spider
1999  eXistenZ
1996  Crash
1991  Il pasto nudo
1988  Inseparabili
1986  La mosca
1983  La zona morta
1983  Videodrome
1981  Scanners
1979  Brood - la covata malefica
1976  Rabid - Sete di sangue
1974  Il demone sotto la pelle
David Cronenberg
"Eastern Promises": un'altra storia di violenza
Festival di Roma 2008
Festival Internazionale del Film, dal 22 al 31 ottobre
David Cronenberg
Leggi l'intervista a David Cronenberg per “A History of Violence