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Accolto con applausi dalla stampa del Festival Internazionale del Film di Roma 2008, "Pride and Glory" di Gavin O'Connor offre un cast davvero importante. Edward Norton e Jon Voight affiancano in modo straordinario il sempre migliore Colin Farrell, unico protagonista presente in sala stampa accanto al regista irlandese che lo definisce: "uno dei professionisti più seri e meticolosi che io abbia mai conosciuto, Colin non conosce la stanchezza, ha una determinazione che trasmette entusiasmo, voglia di dare il massimo.". |
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Hai interpretato spesso poliziotti e uomini di giustizia, cosa ti rimane addosso ad entrare ed uscire da questi ruoli? |
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Si è vero, ho interpretato molte volte ruoli polizieschi o memebri di giustizia o soldati, ho lavorato spesso con le armi, cosa strana perchè non le sopporto. In genere mi confronto con personaggi che vivono in un contesto definito, pieno di regole sociali dove però l'etica spesso vacilla, diventa dubbio. Io non potrei mai fare il poliziotto nella vita reale ma il Jimmy di questo film possiede un contrasto interiore affascinante e fortissimo. Legge ed etica si scontrano continuamente e diventa difficile giudicare Jimmy, soprattutto l'uomo. Mentre come attore devi cercare la logica, il giudizio e la capacità di entrare ed uscire, appunto, da qualsiasi ruolo. |
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Nel giro di soli dieci anni hai interpretato tantissimi film e di grandissimi registi. Che stile di vita lascia il cinema, resta l'entusiasmo? |
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Aumenta direi, almeno per me. Io mi sono trovato nel cinema per caso. Fino a 15 anni giocavo a calcio e volevo fare quello nella vita. Poi invece ho avuto quest'occasione e ammetto mi si è aperto improvvisamente un mondo. Sono diventato subito curioso, ho avuto voglia di mettermi in gioco e di provare tanto, di lavorare per imparare. Amo essere curioso e amo questo mestiere che per me è un'occasione straordinaria per placare la mia curiosità. Il cinema esprime ideali, speranze, pensieri... |
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"Pride and Glory" propone un vero e proprio codice d'onore, qual'è il tuo? |
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Non seguo un codice preciso e non ho dieci comandamenti per me stesso. L'unica cosa in cui veramente credo è il rispetto verso gli altri che solo all'apparenza sembra così scontato. Trattare gli altri come vorresti essere trattato tu è fondamentale anche nel lavoro, moltissimo nel mio lavoro. |
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Quali sono le qualità che rispetta di più degli attori con cui ha lavorato? |
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Rispetto soprattutto le caratteristiche ed è splendido quando incontri altri attori curiosi. Ad esempio proprio John Voight, sono quarant'anni che traccia indelebili protagonisti e come non citare Al Pacino che è stato ospite proprio di questo Festival e che continua sempre a tracciare delle fantastiche domande irrisolvibili. Ma oltre alla curiosità, rispetto anche la generosità; perchè a prescindere dai ruoli, tra protagonisti, registi, resto del cast e anche comparse dev'esserci piena collaborazione, la sintonia di un'immagine riuscita sta nel lavoro di tutti. |
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Dopo Alexander, tanti personaggi, Hollywood ma anche film intimi... |
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Seguire le tracce di Alessandro era impossibile direi, a meno che non diventassi Annibale. Ovviamente il rischio di ripetersi c'è, per questo i film più sono diversi e meglio è. Ad esempio cito "In Bruges", dove ho fatto tre settimane di prove in Belgio solo per capire, dialogare e respirare l'atmosfera. Spesso rivedendo una mia interpretazione mi verrebbe voglia di farla in modo diverso ma non posso e allora accumulo esperienza e penso a come potrò fare in futuro. La vita, credo di chiunque, è divisa in capitoli, il mio percorso è stato fortunato, quasi da subito. Arrivare a Hollywood certamente mi ha facilitato. Non ho rimpianti. I film piccoli però ti lasciano qualche emozione in più, perchè senza il fiato sul collo della produzione si può essere più specifici e approfondire meglio. Comunque andare ad Hollywood ha dei vantaggi che superano gli svantaggi e io non ho mai venduto l'anima per arrivarci. |
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Che rapporto ha avuto con Gavin O'Connor e soprattuto con Edward Norton, del quale si dice sia molto 'pesante'? |
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Io amo la collaborazione col regista e di Gavin mi fido completamente. Siamo stati per ben quattro settimane nel suo appartamento a New York dove abbiamo dialogato tantissimo, quasi creato assieme, ovvio anche che a volte ci si può scontrare ma non è mai un filo del rasoio, almeno con me. Interpreto bene il 'pesante' per Edward (ride), peccato non sia qui. Sì ammetto che a volte è pesante, ma lo è quanto è intenso. E' un perfezionista che crede in ogni cosa che fa, non gira film per soldi ma perchè crede nel progetto. Con lui devi essere qualitativo e preciso come lui è. Ad inizio riprese lo chiamavo anche di domenica per vederci e approfondire; lui era sempre disponibile, mi raggiungeva ovunque, aveva la mia stessa voglia di precisione. |
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