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Intervista: Vincent Cassel

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Esce in Italia il 13 Marzo il primo di due film sulla vita di Jacques Mesrin, famoso criminale francese arrivato ad essere considerato il "nemico pubblico numero uno". Il secondo film uscirà il mese successivo. Protagonista della pellicola diretta da Jean-François Richet è Vincent Cassel, autore forse della sua miglior prova; per la seconda parte è ingrassato di 20 chili. In Italia per partecipare al festival di Sanremo, l'attore francese, compagno di Monica Bellucci, incontra la stampa romana.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Vincent Cassel: Domanda 1Il film è già uscito in Canada, dove si ricordano bene di Mesrin? E in Francia come è stato accolto?
Non è ancora uscito in Canada, vedremo tra qualche mese come sarà accolto.
In Francia è andato magnificamente, ho ricevuto le migliori critiche della mia carriera.
Ha ricevuto 10 nomination ai César e numerosi altri premi.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 2Quali sono state le difficoltà nella sua trasformazione fisica? E nel fare questo film?
Nel primo film non si vede tanto la trasformazione fisica: ho gli occhi scuri, i capelli diversi, i baffi, però nella seconda parte mi trasformo. Abbiamo tutti l'immagine di lui alla fine della sua vita, grasso, un'immagine molto “anni '70” e dovevo avvicinarmi a quest'immagine.
Un attore deve fare un trasformazione “vera” una volta nella sua carriera, l'ho fatto e non lo farò più.
E' difficile mangiare troppo: mangiare è un piacere, ed è diventato un lavoro. Io sono un magro di natura, è stato difficile ingrassare ma ancor più rimanere grasso perché quando lavoro io dimagrisco, a causa di stress, orari diversi ogni giorno, pasti saltati. Qui invece tra una scena e l'altra mi portavano sempre dei milk-shake alla banana o al cioccolato... E' stata una sofferenza, anche perché abbiamo girato prima le scene in cui ero grasso, e cioè il secondo film, poi quelle in cui sono più magro, finendo con quella in Algeria.
Per quanto riguarda il film è stato difficile lavorarci per nove mesi: di norma ce ne vogliono due, nove è una gravidanza. L'idea di mantenere così a lungo la stessa concentrazione, la stessa energia... anche perché a me più che lavorare piace starmene tranquillo in spiaggia.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 3Come avete lavorato sulla ricostruzione ambientale, dettagliatissima?
E' un film degno della tradizione di Jacques Deray e José Giovanni.
Spero anche di più, non sono molto fan di Giovanni...
Sì, dall'inizio era molto importante per noi fare un film così preciso sulle epoche, anche se i due film sono molto diversi: il primo parla degli anni '60, dopo la guerra d'Algeria, c'era un clima molto speciale con l'inizio del jazz, Saint-Germain etc. L'altro è anni '70, un momento un po' fastidioso e arriva il clown, Mesrine che smuove tutto.
Abbiamo fatto una parte del lavoro dal vero, il resto in postproduzione.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 4La citazione iniziale dice che un film biografico è un punto di vista parziale; che idea ti sei fatto di quest'uomo?
La cosa interessantissima è che anche oggi non è certo se abbia ammazzato qualcuno nella sua vita; ha scritto questo libro dove dice che ha ucciso 42 persone, la giustizia francese sostiene che ne ha uccisi almeno 3 o 4, ma non ci sono prove per alcuno di questi omicidi. Lui è morto per la strada, ammazzato dalla polizia senza intimazione di scendere dalla macchina, questa fine lo rende quasi un martire.
Cosa penso di lui? Penso che più che un gangster sia uno show-man, un'oppurtunista, uno che ha preso delle idee politiche perché aveva bisogno di qualcosa per giustificare il suo modo di vivere, però non è un gangster.
Un aneddoto: una volta la figlia di Mesrine è venuta sul set, era dietro di me; quando l'ho vista stava piangendo. E' rimasta sul set un mese per capire, per essere vicina al padre, cioè a me. Credo che i tre figli abbiano sentito molto la mancanza del padre; è un po' come se uno fosse figlio di una rockstar e non vedesse mai il padre, non potesse frequentarlo.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 5Questo personaggio sembra un cane sciolto, senza un codice morale. Un anarchico. Come lo vede lei?
Ok: prima fare un film con questa troupe, la prima versione era con un altro sceneggiatore e un altro regista; sono andato via perché era la storia di un eroe. Invece non era un eroe, per niente; ha provato a far pensare al mondo intero che flui fosse Robin Hood, però non ha mai dato niente per i poveri, mai. Per me era sbagliato fare un film per glorificare Jacques Mesrin. Ho sempre voluto fare un film nel quale il pubblico da una scena all'altra non sapesse cosa pensare del personaggio: a volte è molto simpatico e carismatico e coraggioso, però è anche un figlio di puttana che ammazza, che ruba, che mette la pistola in bocca alla moglie. Tutte queste scene per me erano importantissime per far vedere le diverse facce del personaggio.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 6Quanto c'è di vero nella storia raccontata?
Lui era un bugiardo, è certo. Abbiamo preso i suoi due libri, tutti quelli scritti dai poliziotti e dalle sue ragazze e abbiamo fatto un lavoro di collazione. Come ho detto non si sa nemmeno se abbia ucciso qualcuno. Non abbiamo provato a fare un documentario storico, anche perché non fregherebbe a nessuno. Abbiamo fatto due film che parlano di un personaggio, ma anche della Francia di questi tempi; ad ogni modo è principalmente cinema.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 7A trent'anni di distanza questo personaggio è nella memoria popolare?
Sì, anche oggi in Francia è un'icona del contropotere. Con i ragazzini anche di più: rap, hiphop, le periferie, c'è un culto vero e proprio. Fa parte di quest'immagine di ribellione nella Francia di oggi.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 8I film di Richet sono spesso oggetto di polemiche in Francia. Ci sono state polemiche per questo film?
État des lieux” e “Ma 6-T va crack-er” parlano delle banlieues e parlare delle banlieues in Francia è sempre polemico perché abbiamo un problema con le banlieues.
Questo non è tanto polemico perché la storia la conosciamo. L'unica cosa che cambia è che oggi il governo dice che c'è stata l'intimazione; la verità è che non l'hanno fatto, ho sentito persone della polizia che l'hanno ammazzato che han detto che non sapremo mai la verità, e questo equivale a una confessione.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 9Questa è la sua migliore interpretazione?
Migliore di “Shrek”?
Io non so, faccio il mio lavoro alla stessa maniera. Adesso sono un po' più vecchio, un po' più calmo, però la passione c'è sempre.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 10Una domanda sulla sua partecipazione a Sanremo (l'intervista è del 20 febbraio)...
San che?
Intervista Vincent Cassel: Domanda 11Il festival...
Sì, scherzavo. Vado, vado.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 12Il conduttore le chiederà di sicuro del suo rapporto con sua moglie...
Con chi?...
Intervista Vincent Cassel: Domanda 13Lei è disposto davanti a tutta Italia di parlare del rapporto con sua moglie o non risponderà a domande personali?
Non lo so, vediamo. Ci sono alcune cose che posso dire, e ci sono altre cose che non posso dire...
Intervista Vincent Cassel: Domanda 14In Francia lo conoscete il Festival di Sanremo? E' seguito?
Noi abbiamo il Festival di Cannes, lo conoscete?...
No, ho capito che Sanremo è di musica, e la musica italiana non è molto esportabile. Come la musica francese, devo dire.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 15Tornando al film: il prologo Algerino e l'estrazione del personaggio di Depardieu aprono un capitolo gigantesco che non viene affrontato. Perché?
Però non è molto importante. La cosa importante è sapere che è stato in guerra e ha avuto certe esperienze.
Non c'è un solo livello di lettura, c'è anche un livello più semplice per il quale le informazioni bastano. Quello è il contesto dell'epoca, un contesto arabofobico; il percorso del personaggio va da lì alla sua morte, dall'estrema destra all'estrema sinistra: lui morirà due giorni prima di partire per l'Italia dove avrebbe dovuto unirsi alle Brigate Rosse.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 16Nelle banlieue ci sono stati movimenti molto forti; non pensa che sia pericoloso riportare in auge questo personaggio?
Cioè, se penso che nelle banlieue dove non c'è niente qualche giovane possa ribellarsi? Ma questo non è un pericolo, sarebbe una cosa normale.
E comunque noi che facciamo cinema non possiamo avere questa responsabilità, non possiamo fare solo film carini così la società sta più tranquilla.
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