Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Vin Diesel e Michelle Rodriguez

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Il 17 Aprile torna nelle sale italiane la saga del più veloce e furioso con "Fast & Furious – Solo parti originali", quarto episodio che si ricollega alla storia del primo capitolo e riporta la febbre per la velocità negli States sconfinando addirittura in Messico. Tra protossido d'azoto e vernici iridescenti, Vin Diesel rientra nei panni di Dominic Toretto affiancato da Michelle Rodriguez in quelli di Letty. I due attori a Roma hanno parlato del film, di cui Vin Diesel è anche produttore, e della serie culto regalando qualche anticipazione su progetti futuri.
a cura di Andrea Peresano
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 1Com'è stato tornare a lavorare insieme dopo 8 anni riprendendo, fra l'altro, lo stesso progetto?
Vin: Com'è stato tornare a lavorare con Michelle? Non posso trovare parole adatte ad esprimerlo. Lei è stata il mio primo amore cinematografico e io non ho spesso nei film l'opportunità di interpretare l'amore, il mio amore per qualcun altro. È stata quindi una cosa speciale e naturale riprendere quel ruolo e la profonda storia d'amore che vivono i personaggi. Michelle sarà d'accordo.
Michelle: Certo. In un certo senso il primo “Fast & Furious” ha aperto a me e a tutti noi le porte di Hollywood. Torna a vestire quei panni 8 anni dopo è stato come tornare in famiglia. Ed è affascinante come dopo 8 anni torni a lavorare con i tuoi colleghi ed amici e ti accorgi che molto tempo è passato, siamo tutti più maturi ed abbiamo acquistio esperienze eppure c'è sempre un forte legame, ci vogliamo tutti molto bene. E questo è particolare per Hollywood. In definitiva, noi siamo prima di tutto un gruppo.
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 2E siete riusciti, dopo i precedenti, discutibili, capitoli, a realizzare un sequel che eguaglia, se non supera, la potenza del primo film. Tutto questo scegliendo inoltre di lavorare con lo stesso regista del terzo episodio “Tokio Drift”. Secondo voi come è stato possibile?
Vin: Sicuramente parte della ragione per cui c'è voluto tutto questo tempo per tornare a ciò che si era iniziato, è stato che si attendeva la gente giusta per continuare il progetto con lo stesso spirito, non solo per cercare di continuare a guadagnare con un prodotto già testato. Se si pensa al primo “Fast & Furious”, l'originale, vengono in mente automobili, corse e donne bellissime, ma il vero fulcro della storia è l'esplorazione di un'amicizia, fino, in ultima analisi, alla definizione dell'amicizia stessa. C'è voluto tutto questo tempo appunto, per convincere gli Studios a prendere in considerazione un vero sequel evoluziuone di questa storia.
Quando Justin Lin stava girando il terzo film, gli Studios mi chiesero di partecipare con un piccolo cammeo, alla fine mi proposero di produrre il quarto capitolo se avessi accettato. Lin è un regista di grande talento che viene dal cinema indipendente, l'ho incontrato spesso al Sundance Festival, e in “Tokio Drift” s'è dato un gran da fare documentandosi accuratamente quando ha compreso la portata multiculturale del film. Per questo ho voluto che facesse parte del gruppo. Fra l'altro c'era lo sciopero degli sceneggiatori proprio mentre eravamo in pre-produzione e Lin ha partecipato attivamente alla scrittura della storia apportando molto al progetto senza snaturarlo.
Ed è così che ci siamo riusciti, credendo in un gruppo e sostenendo le singole persone per permettergli di dare il meglio mantenendo la nostra integrità. Ricordo sempre il consiglio di Tom Hanks che bisogna saper dire di no ad Hollywood, e non è facile.
Michelle: Penso che io e Vin abbiamo capito che non basta seguire le cose in maniera meccanica. Ad Hollywood si pensa che basta seguire automaticamente la formula di un buon prodotto cinematografico, come in questo caso il mix ragazze sexy, sesso, automobili veloci, esplosioni e buono e cattivo, per ottenere un nuovo successo. Noi abbiamo compreso che c'è qualcos'altro, qualcosa che va oltre le dinamiche hollywoodiane, e perciò abbiamo puntato sull'integrità del progetto e su una vera storia, per cercare di toccare il pubblico lasciandogli qualcosa di concreto una volta finito di vedere il film.
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 3The Fast & The Furious” è diventata, non solo negli U.S.A., una pellicola culto del movimento underground legato ai motori e alle corse clandestine avvicinando a questo mondo persone di vari paesi, fra gli altri per esempio anche il nostro dove è scoppiato di conseguenza il fenomendo del tuning, e aprendo la strada a tutta una filmografia. Cosa pensate a proposito?
Vin: Che è bello! Già quando pensavamo al primo film, nell'ormai lontano 2000, sapevamo che stavamo raccontando una sottocultura americana facendola di conseguenza conoscere al mondo intero. Eravamo pertanto coscenti del fatto che avremmo reso il fenomeno del tuning famoso, e questo ci rese orgogliosi. Anche perché, a differenza del cinema che normalmente mostra automobili bellissime ma irragiungibili, con “The Fast & the Furious” noi abbiamo fatto scoprire a molti appassionati la possibilità di rendere la propria automobile veloce e potente risparmiando.
Michelle: Una delle cose che amo di più del fare cinema è proprio il poter dar voce a minoranze culturali ed il mondo delle corse clandestine è fra quelle che io considero tribù contemporanee, pertanto, come in passato, il cinema dà la possibilità a una sottocultura di farsi conoscere in giro per il mondo.
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 4Come vi rapportate alla definizione di action heroes contemporanei, che per forza di cose vi viene attribuita, anche in relazione alle grandi icone del genere?
Vin: Tutti amiamo i film di Schwarzenegger e siamo cresciuti con quelli di Stallone, ma la mia formazione viene da un periodo in cui c'erano attori del calibro di Marlon Brando e i film erano solo film, senza definizioni, tutti potevano esser considerati d'azione, anche lo stesso “Via col vento”. Affronto ogni nuovo film con lo stesso spirito, per alcuni c'è bisogno di più azione, per altri sono diverse le necessità, ma provo sempre a dare il meglio di me e spero che il pubblico riesca a vedere questo oltre ogni etichetta.
Michelle: Ovviamente mi piacciono i personaggi femminili di James Cameron e sicuramente Sigourney Weaver in “Alien”, o Linda Hamilton, e rispetto ed amo attrici come Sandra Bullock e Julia Roberts. Ma il personaggio che più di tutti adoro è quello che io chiamo principessa guerriera. In generale purtroppo i ruoli femminili sono stereotipati nella maggior parte delle produzioni perchè le storie vengono scritte principalmente da uomini ed il risultato finale è lontano dalla realtà. Una donna può esser dura e sexy allo stesso tempo.
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 5Oltre che attore e produttore cinematografico, Vin Diesel è riuscito a far fruttare la propria immagine anche nel mondo dei video giochi guardando con acume ai nuovi mercati.
Vin: Io vengo dalla generazione degli anni '70 cresciuta con questo spirito ludico che oggi dilaga. Partendo da giochi di ruolo come “Dungeons & Dragons” abbiamo visto nascere l'universo dalle mille possibilità dei videogiochi. Approdato ad Hollywood mi sentivo un po' imbarazzato per queste mie passioni ma poi, sul set di “Salvate il soldato Ryan”, un maestro come Steven Spielberg che raccoglieva materiale per un possibile videogioco che poi divenne la fortunata saga di “Medal of Honor” mi fece capire ancor di più l'importanza di questo media e le potenzialità del mondo dell'entertainment in generale. Riuscire a trasformare un hobby in un lavoro è, credo, il segreto della vita, e sono grato di aver visto questo sogno realizzarsi attraverso la mia casa di produzione di videogiochi Trigon Studios.
Come dicevo è caratteristica delle nuove generazioni questa passione per i videogiochi che, grazie ai progressi tecnologici, non sono più solo semplici passatempo ma hanno raggiunto un elevato potenziale come veri e propri story teller. Per non parlare degli sviluppi verso esperienze sociali grazie ai giochi di ruolo online che ti permettono di battere uno sfidante dall'altra parte del mondo rimanendo seduto in camera tua in un mondo che sempre meno offre luoghi per socializzare ai giovani. Ma così andiamo troppo sul profondo e rischiamo di perderci in una digressione filosofica...
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 6Rimanendo sempre nel campo dell'animazione allora, com'è stata la particolare esperienza fatta nel dare la voce al robot de “Il gigante di ferro”, film d'animazione tratto dal libro del 1968 di Ted Hughes?
Vin: Sicuramente un'esperienza che rifarei e mi dispiace non mi sia stato proposto ancora qualcosa di simile. Mi sono divertito molto e sono contento che la Pixar mi abbia scelto per la parte, probabilmente per la mia voce che si addice al personaggio. Fra l'altro penso che sarà divertente quando un giorno avrò dei figli perché alla domanda “cosa fa vostro padre?” potranno rispondere “è il gigante di ferro!”.
Intervista Vin Diesel e Michelle Rodriguez: Domanda 7Per concludere, dopo l'azione la riflessione. Avete entrambi ultimamente preso parte a degli interessanti progetti cinematografici che speriamo di vedere in sala il prima possibile, “Annibale il Conquistatore” per Vin, film che ci tocca direttamente pensando alla storia di Roma, e “Tropico di sangue” per Michelle, pellicola che la riguarda da vicino viste le sue origini. Inoltre girano voci di un prequel a “Fast & Furious”. Qualche parola a riguardo?
Vin: Il prequel è già stato girato e si intitola“ Los bandoleros”. È un corto ispirato a una canzone di Don Omar e Tego Calderon e, contrariamente al lungometraggio, parla principalmente della storia d'amore fra i due personaggi senza scene d'azione o automobili rombanti. Speriamo esca il prima possibile ma questo ancora non si sa vista la particolarità dell'esperimento.
Voi romani invece volete veramente che parli di Annibale? Mettiamola in questo modo, quando sono arrivato a Roma e viaggiavo lungo l'Appia, una delle strade più antiche del mondo, ho pensato “per fortuna non ho saccheggiato Roma 200 anni prima di Cristo!”. Che posto stupendo. In effetti, se pensate alla saga di “Fast & Furoius”, che bellissima corsa si potrebbe fare sull'Appia!
Michelle: “Tropico di sangue” è un progetto che ho voluto fortemente. È un film sulla dittatura nella Repubblica domenicana, la patria di mia madre ed un paese dove ho vissuto parte della mia giovinezza che porto nel cuore. E la volontà è stata quella di raccontare la storia della liberazione del paese dalla dittatura agli inizi degli anni '60 attraverso una prospettiva prettamente domenicana, dall'interno. Questo anche utilizzando le strutture locali, lì non c'è un'industria cinematografica e conoscete bene la drammatica situazione. Spero che alla fine venga un buon prodotto.
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