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Don't Come Knocking. Non andate a bussare alla roulotte di Howard Spence, il famoso attore di film western, perché Howard non vi aprirà. Non bussate a Howard: lui non c'è mai per nessuno, neppure per se stesso. Ormai sulla sessantina, sulla cresta di un successo che ha i giorni contati per un genere cinematografico in declino, Howard Spence (Sam Shepard) un giorno fugge a cavallo dal set dell'ennesimo film nel deserto di Moab, nel parco Nazionale The Arches, nello Utah, location storica dei film con John Wayne. |
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Mr. Wenders, il film che tipo di implicazioni politiche ha? |
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Non ci sono implicazioni politiche nel film. E' una storia sull'assenza della famiglia e dell'amore. La famiglia come qualcosa da cui si fugge ma di cui al tempo stesso si sente la necessità. E' un tema attuale che riguarda tutto il mondo. La famiglia come istituzione è in crisi completa, è un problema sentito da tutti. |
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Dopo tanti anni vediamo di nuovo Sam Shepard di fronte alla macchina da presa: come è avvenuta questa decisione? |
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Avere Sam davanti alla camera è un mio vecchio desiderio. Io e Sam abbiamo lavorato insieme per tantissimi anni. Quando lui ha scritto Paris, Texas mi sono messo in ginocchio per chiedergli di interpretare il ruolo del protagonista, ma lui non volle assolutamente accettare, perché mi disse che il materiale era troppo vicino a se stesso. Per questo film non sono stato io a insistere ma è stato Sam che, dopo aver provato un paio di scene, mi ha detto: "Penso di poter interpretare questo personaggio". |
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Shepard è l'autore dello script di "Non bussare alla mia porta": come avete sviluppato il tema e la struttura? |
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Quando lui scrive una sceneggiatura non pensa in questi termini, non pensa al tema o alla struttura ma ai personaggi. Inizia a scrivere qualcosa su un personaggio e poi comincia a chiedermi come si muove, come agisce. Per esempio è seduto sul divano: cosa farà su questo divano? Scrivere la sceneggiatura per noi è un lavoro pratico, concreto. Non è astratto. |
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Come si è svolta la vostra collaborazione? |
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Abbiamo scritto la storia insieme, abbiamo trovato il personaggio. Sam ha iniziato a scrivere la prima scena, e da lì ci siamo mossi non pensando mai al plot ma muovendoci da una scena all'altra. Sam scrive sempre seguendo i personaggi, il che mi aiuta molto per il lavoro di set, perché tu immagini perfettamente dalla carta chi sono questi personaggi. Con alcuni film, quando sei sul set sei costretto a inventare lì il personaggio. Con Sam non c'è bisogno. Non sono mai i personaggi che devono raccontare la storia, sono essi stessi storia. |
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Come avete lavorato sul piano visivo lei e il suo direttore delle luci? |
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Con Franz Lustig abbiamo cercato di pitturare il luogo. Sapevamo sin dall'inizio dove volevamo girare, anche perché conosco quel posto da trent'anni. Abbiamo scritto l'inizio con l'idea di girarlo a Monument Valley ma alla fine abbiamo scelto di no. Quando sono arrivato sul luogo, mi son reso conto che Monument Valley aveva perso la sua anima. Comunque è stato Franz a darmi un grande aiuto nel creare quel tipo di immagine. |
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