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Il film è tratto dal libro di Valeria Parrella: come è nata l'idea di portarlo sullo schermo? |
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Ho letto il libro subito, quando è uscito, ma per curiosità di lettrice perché avevo sentito un’intervista di Valeria alla radio e l’ho comprato. L’ho amato molto, ma all’inizio non ho pensato di farne un film, mi piace leggere i libri senza pensarli come un mezzo per fare un film. Poi sono stati Domenico Procacci e Laura Paolucci poche settimane dopo a parlarmene e a darmi l’idea di trarne un film; ho detto immediatamente di sì. |
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Cosa ti ha spinto a dire di sì? |
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Il film racconta la storia di una donna che mette al mondo una bambina da sola, cosa ormai molto frequente; ci sono moltissime donne che anche se alla nascita sono accompagnate da un uomo poi si ritrovano da sole, quindi rispecchia una realtà di milioni di donne che mi sembrava giusto raccontare. |
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Meglio quindi da sole che con un uomo? |
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Quel che mi sento di dire è che nel film è contenuta una proposta, che potrebbe anche essere allargata, di amicizia tra le donne e gli uomini; l’amicizia prevede delle regole, del rispetto e il desiderio di conoscersi: questa amicizia è contenuta nel film. Al di là di questo è una provocazione, ma non va nella direzione di proporre un modello di assenza paterna o maschile. Racconta una storia che è così, è molto presente nella nostra società è non è sempre molto negativa. |
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A questo proposito interviene anche Margherita Buy: |
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Margherita: Neanch’io credo voglia dimostrare questo, in fondo c’è una storia d’amore raccontata brevemente ma con una grande intensità; la cosa è che si può anche fare, le donne possono decidere se avere o non avere un uomo accanto, e mi sembra una libertà. |
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Quindi hai voluto raccontare una storia... Ma ti senti coinvolta? |
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Mi coinvolge il fatto di parlare di maternità e di parlarne al femminile, rendendomi conto che di maternità, di nascita, ne parlano in tanti; se ne parla spesso in maniera ideologica o molto retorica, ma ne parlano pochissimo le donne e questa era un’occasione per me molto importante. |
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E qual è il messaggio a cui tieni di più? |
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Il fatto che essere madre non è e non può essere in contraddizione con la libertà di scelta, anzi, la maternità è un’amplificazione di libertà. Non si può pensare di incoraggiare le donne a fare figli, di far aumentare il tasso di natalità, che in Italia è bassissimo, mettendo delle costrizioni, o andandosi ad occupare ideologicamente, chi non è madre né padre, del dovere essere madre. Quest’epoca è finita, la maternità è una libera scelta, su questa libertà non si potrà mai più tornare indietro. Libertà e maternità sono due parole irrinunciabili. |
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