|
|
Dopo la vittoria del 2007 con "Juno", Jason Reitman torna al Festival di Roma con "Up in the air", distribuito in Italia da gennaio 2010 col titolo "Tra le nuvole". Alla conferenza stampa dopo la proiezione il mattatore è George Clooney, protagonista cinico e solo, che sorvola gli States ogni giorno per annunciare il licenziamento ai molti malcapitati, finché non si ritrova a farlo in compagnia e a mettere in discussione il proprio stile di vita. Clooney si diverte e diverte la platea di giornalisti, fino ad una riflessione seria su Obama. |
|
|
|
|
|
|
Ti è mai capitato di trovarti dall’altro lato della scrivania, in difficoltà lavorative? |
|
Prima di fare l’attore ho fatto altri mestieri: ho venduto polizze assicurative porta a porta, ho venduto scarpe da donna, tabacco, sono stato licenziato, ma la mia era una situazione diversa perché non avevo una famiglia da mantenere.
Jason Reitman: io invece non so come rispondere: nel mio mestiere sono io che licenzio, e sono bravo a farlo... |
|
Il tema del film è l’importanza dei rapporti umani: nella tua vita ti capita mai di sentirti solo? |
|
Io ho una vita stupenda, amici e una famiglia splendida. Il personaggio ed io siamo molto diversi da questo punto di vista, Ryan è solo, io sono sempre circondato. |
|
Come giudichi il tuo personaggio? |
|
Ho immediatamente capito il ruolo, appena letto il copione – scritto benissimo, tra l’altro. Ero legato al personaggio dai tratti somatici, aveva uno stile che volevo esplorare. |
|
In che modo ti senti vicino al tuo personaggio? |
|
Capisco bene molte cose, passare letteralmente gran parte del tempo in aria, a lavorare; sono stato anche disoccupato per un periodo, quando finalmente cominci a lavorare non vuoi mai staccare. Il tempo vola e ti chiedi quanto ne hai passato con la tua famiglia. |
|
Che rapporto hai avuto con l’autore del libro? |
|
Fa la comparsa nel film! Il libro mi è piaciuto molto, ho incontrato l’autore, ma il film e il libro sono molto diversi – i personaggi femminili, per esempio, nel libro non ci sono – e mi sono concentrato sull’ottima sceneggiatura, sul realizzare un copione scritto benissimo.
Jason Reitman: A proposito di comparse: tutti quelli che perdono il posto nel film, a parte tre o quattro attori, sono tutti disoccupati: negli USA il rapporto con la disoccupazione è con una cifra, un milione nell’ultimo anno, mai con una faccia. |
|
Jason: ti affascina rappresentare personaggi detestabili per farli sembrare più umani? |
|
Jason Reitman: Mi piacciono i lavori e i personaggi complicati. Dopo qualche film ti accorgi di cosa ti attrae, a me umanizzare personaggi complicati. |
|
La rinuncia al lieto fine rafforza la serietà del messaggio in una commedia divertente: c’erano alternative? |
|
Jason Reitman: Io sapevo fin dall’inizio qual era la fine; si parla di un’epifania della compagnia attraverso una perdita; si vede che c’è la possibilità di sperimentare il legame con altri esseri umani anche attraverso la perdita. Alla fine non importa sapere cosa avverrà al protagonista. |
|
Aspettative per il film? Come reagirà il pubblico americano di fronte a personaggi così individualisti? |
|
Jason Reitman: Penso che gli americani si identificheranno, tanto gli uomini quanto le donne; sono fiero di questi personaggi e ancor più del fatto che George abbia accettato la parte. E’ un film sugli individui, persone cresciute in un paese fiero dell’importanza dell’individuo, ma qualche volta si può perdere il contatto, a volte non sei da nessuna parte anche se ti sembra di essere dappertutto. |
|
Ultimamente stai rilasciando meno interviste di prima, perché? |
|
Perché non aiutano il film, non mi portano a rispondere a domande sul film; sempre meno persone leggono giornali o riviste. Sono figlio di un giornalista, so esattamente come funziona la storia: non mi importa se si parla di gossip, ma ci deve essere un confine legittimo, si devono fare domande sul film. |
|
Come selezioni i festival ai quali partecipi? |
|
Devo dire che trovo grandioso questo festival, al quale partecipo per la prima volta; in genere un festival nasce con una dimensione più piccola. Per me è stato importante partecipare per promuovere il film, e di solito sono i festival che scelgono i film, non il contrario: noi proviamo ad accompagnare i film per promuoverli meglio. |
|
Stai preparando un film da regista? |
|
Ho un paio di progetti, il primo un caso in tribunale su Guantanamo, intendo lavorarci come regista; poi sono interessato anche a una commedia. Sto aspettando un buon copione, il trucco è tutto lì. |
|
Balli così male nella realtà? |
|
No! Far ballare male Ryan è stata una scelta attoriale, mi sono dovuto impegnare: in realtà io sono uno dei più grandi ballerini mai esistiti nella storia... |
|
Come avete lavorato insieme? Ti ha aiutato Jason? |
|
Jason Reitman: Non ho mai fatto vedere a nessuno come recitare...
George Clooney: Tranne come ballare!
Jason è straordinario, i migliori registi ti spingono nella direzione giusta e ti lasciano fare, non ti soffocano ma sanno quel che vogliono da te. Jason sa quel che vuole.
Jason Reitman: Lavorare insieme a George è stata una delle più grandi esperienze della mia vita. Ho cominciato a scriverlo sette anni fa, e non pensavo che lo avrebbe mai interpretato: poi ha detto di sì, è stata la più grande giornata della mia vita. E’ una delle più facili esperienze di regia che avrò mai, basta stare fermi e guardarlo. |
|
Cosa pensi del Nobel per la pace a Obama? |
|
Io ho cominciato a sostenerlo fin dall’inizio, sono fiero di vivere in un Paese che lo ha trovato e lo ha eletto. Spero che il Nobel faccia di tutto per aiutarlo a portare avanti il suo programma di politica estera verso la pace. Il nostro Paese quando c’è bisogno di un Grande uomo lo trova, non so come sarebbe il nostro Paese oggi senza di lui. |
|
|
|
Ultime Interviste |
|
|
|
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
|
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|