Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino

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Al Festival di Roma 2009 si ripete l'esperimento dell'incontro a due tra due star del panorama cinematografico italiano. Dopo Bertolucci e Bellocchio, dopo Verdone e Servillo, è la volta di Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino, che hanno scelto delle clip dell'altro regista per dare spunti e parlare del loro Cinema. Mario Sesti e Piera Detassis moderano un incontro che rivela i (pochi) punti in comune, ma soprattutto la loro voglia di esprimersi e di raffinare film dopo film il loro punto di vista sul mondo.
a cura di Giordano Rampazzi
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 1Mario Sesti: Gabriele, cosa hai pensato vedendo Baarìa?
Gabriele Muccino: L'ho visto pochi giorni fa e mi è piaciuto molto, anche se devo ammettere che ero scettico. Trovo che nella sua filmografia ci sia una sorta di ridondanza, come se volesse continuamente affinare un concetto senza mai riuscire a centrare quello che veramente voleva dire. Invece “Baarìa” mi è sembrato il compimento assoluto della sua idea di Cinema, una sorta di sigillo dell'amore che lui ha per il proprio paese. Oltre questo temo che Giuseppe non potrà andare, quindi credo che gli toccherà reinventarsi! “Baarìa” viene da una verità profonda, da lontano, un film forte e corale, mi sono commosso.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 2Piera Detassis: Gabriele ha detto "Sentivo che Giuseppe non raggiungeva mai il cuore di quello che voleva dire". Cosa ne pensi
Giuseppe Tornatore: Me lo sono sentito dire spesso questo fatto della ridondanza. Va però considerato che è forse proprio il mio stile, anche perché mi sembra strano che proprio il film che teoricamente dovrebbe essere il più ridondante di tutti debba risolvere qualcosa nel mio Cinema. Anche se un po' capiscono cosa intendono, per esempio nella prima versione di “Nuovo Cinema Paradiso”. Per altri film invece, come “Una pura formalità” o “La sconosciuta” sinceramente non lo capisco. Una volta ho fatto un film di mezz'ora: era ridondante pure quello!
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 3*Clip da "L'uomo delle stelle" (1995) di Tornatore
MS: Gabriele, perchè hai scelto proprio questa clip di Giuseppe?
Muccino: Perchè c'è questo lungo pianosequenza, elegante...che racchiude tutta la poetica di Tornatore. L'idea che in un'inquadratura possa entrare tutto il mondo.
Tornatore: Volevo raccontare la febbre di questo paese che si ritrovava a recitare le battute di “Via col vento” con tutte le storpiature del caso. Il pianosequenza era per me più interessante, più musicale, il modo più armonico per rappresentarlo. Quando cerco una soluzione cerco soprattutto di essere fedele al film, cerco quello di cui il film ha bisogno. Tornando al discoro di prima...non so, forse ha ragione Gabriele. “Baarìa” è il mio quarto film sulla Sicilia, ma fortunatamente questa sensazione di incompiutezza che avevo oggi non la sento più.
Muccino: Dicono che noi registi facciamo sempre lo stesso film, migliorato. Io ad ogni modo mi vergogno di alcuni miei vecchi corti.
Tornatore: Io l'ho superata questa cosa. I materiali di quando non si sapeva fare nulla rivelano interesse, ma soprattutto volontà. Nei miei corti per esempio trovo ancora cose che cerco di dire nei miei film.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 4*Clip da "Come te nessuno mai" (1999) di Muccino
MS: Giuseppe, perchè hai scelto questa clip di Gabriele?
Tornatore: L'ho scelta perchè la trovo divertentissima. Ho trovato una cifra costante in Muccino, che lo identifica: ci sono questi coetanei che stanno parlando di un tema che gli sta a cuore. Ne L'ultimo bacio non hanno più la stessa età, ma il concetto è simile. Questo viaggiare tra varie generazioni che cercano tutti la stessa cosa. Tutti questi tormenti danno un senso al titolo del film “La ricerca della felicità”.
Tralaltro Gabriele volevo chiederti: come reagisce un regista che rivede una sua vecchia sequenza?
Muccino: Di fronte a 600 persone mi vergogno, forse da solo di meno.
Tornatore: Io non lo rivedo quando esce, perché vedrei solo i difetti, non ho più la percezione della storia. Otto o dieci anni dopo magari rivedo qualcosa e a quel punto riesco a non vedere solamente i difetti.
Ad ogni modo credo che chi parla bene del proprio film prima di qualche anno non sa quello che dice.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 5*Clip da Nuovo Cinema Paradiso (1989) di Tornatore e La ricerca della felicità (2006) di Muccino
MS: Vi abbiamo messi assieme nella clip perché trovo che ci sia qualcosa in comune, un lavoro sull'identità nazionale e sulla forza di un rapporto tra un adulto e un bambino, che è chiave nel nostro paese più che in altri, vista l'importanza della famiglia in Italia.
Tornatore: Sì è vero, nel primo caso non sono padre e figlio, ma è un rapporto basato sull'assenza del padre del bambino. Nel film di Gabriele c'è molto più l'idea di famiglia, l'idea della casa...trovo potentissima l'immagine in cui bussano alla porta del bagno e Will Smith allunga il piede...così drammatica.
Muccino: Siamo stati tutti figli e abbiamo tutti avuto bisogno di protezione. La fantasia è un mezzo molto potente, una fuga che porta anche alla capacità di saper prendere la vita in modo leggero anche nei momenti di dolore, senza pessimismo e senza ansie.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 6PD: Nel cinema di Tornatore il Cinema è sempre presente. In Muccino non è reso esplicito, pur essendo il suo uno stile molto cinematografico. Perchè?
Muccino: Non c'è l'omaggio al Cinema manifesto, ma so perfettamente dove rubo. Vorrei essere stato Scola, Fellini, Leone...ma rubare è difficile, è un'arte.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 7*Clip da Sette anime (2008) di Muccino e Una pura formalità (1994) di Tornatore
MS: Come si mette in scena un suicidio?
Muccino: E' molto difficile, perchè non c'è nulla in me che si avvicina a quel desiderio. Però quello che ti aiuta è ravvivare in te il senso di colpa e il dolore. Credo che chi si suicida è più sereno nel momento in cui ha deciso di suicidarsi.
Entrambi i film comunque sono criptici e si capisce tutto quando il protagonista si suicida.
Tornatore: Sì, c'è un'analogia nella funzione rivelatrice, il cerchio si chiude con il suicidio. Il film si apre con l'incipit del suicidio e anche quando finisce rivediamo l'incipit e la soluzione finale. Nel caso di Gabriele il protagonista è lucido, nel mio invece mi sono ispirato al delirio di quelli che non riescono a compiere il gesto.
Intervista Giuseppe Tornatore e Gabriele Muccino: Domanda 8MS: Nel film di Giuseppe si è visto Polanski. Cosa ne pensi di quello che gli sta succedendo?
Tornatore: Sono molto dispiaciuto di questa vicenda così dolorosa e non facile da giudicare. E' venuto fuori un appello, che non voleva essere un volersi sostituire alla giustizia, ma solo solidarietà perché questa vicenda finisca il prima possibile. Non vuole essere un perdono, anche se bisogna ammettere che il processo su Polanski ha preso percorsi strani.
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Festival di Roma 2009
Festival Internazionale del Film, dal 15 al 23 ottobre