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I fratelli Coen sono ospiti del Festival Internazionale del Film di Roma, dove il loro ultimo film, “A serious man”, viene presentato in anteprima europea. I due registi di Minneapolis parlano del loro film e del perchè hanno deciso di raccontare la comunità hiddish. Insieme a loro c'è il protagonista Michael Stuhlbarg, attore di teatro che approda al cinema con una prova brillante. |
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A serious man è ambientato negli anni '60, in una comunità ebraica, nel Minnesota. La domanda è d'obbligo: ha qualcosa a che vedere con la vostra storia personale? |
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Joel Coen: Sicuramente. Il film è girato nell'epoca e nei luoghi in cui siamo cresciuti, però va detto che la storia in sé non è autobiografica. I personaggi, in sostanza, sono tutti frutto di finzione. |
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Una domanda per Michael Stuhlbarg. Lei è un attore teatrale, questo è il suo primo film importante. Come è andata, come si è trovato con i fratelli Coen? |
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Michael Stuhlbarg: Quando Joel mi ha contattato ho riletto tutto il copione e gli ho fatto tante domande. Sia lui che Ethan hanno dato una risposta a praticamente tutto quello che chiedevo. Quando non sapevano come rispondermi mi hanno detto: inventa! Quando sul set prendevo una direzione sbagliata, molto gentilmente mi indirizzavano verso ciò che volevano. Dunque mi sono trovato bene... |
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Dopo Non è un paese per vecchi si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una società americana vuota, dove non c'è nulla in cui credere, dove sono tutti così soli e tutti cercano qualcosa. Sta diventando una specie di missione la vostra, e cioè di raccontare questo vuoto, o invece non c'è questa volontà da parte vostra? |
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Ethan: Beh...possiamo dire che effettivamente gli ultimi film sono tutti ambientati in spazi molto ampi, vuoti in un certo senso. Non credo però che i nostri film parlino di questo vuoto, o almeno non è voluto... |
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Quant'era importante ambientare questa storia in una comunità ebraica? |
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E' stato fondamentale, anche perchè era proprio la genesi del film, il concetto da cui siamo partiti. Ed è anche il motivo per il quale prima del film c'è quel piccolo prologo parlato in hiddish. |
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La rappresentazione dei rabbini è particolarmente divertente. Vi siete ispirati a qualche personaggio specifico che vi è capitato di conoscere? |
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Joel: Beh è uun discorso che vale per un po' tutti i nostri film. Come dicevamo prima sono personaggi di finzione, ma è impossibile non farsi influenzare da quello che si è vissuto. I personaggi riflettono le nostre conoscenze nel senso che sono degli ibridi tra ciò che abbiamo conosciuto e ciò che partorisce la nostra mente. |
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Pensate che qualcuno della comunità ebraica potrebbe protestare per la loro rappresentazione in questo film? |
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Joel: Finora non ci sono state particolari reazioni negli Stati Uniti, dove il film è già uscito da qualche settimana. Sicuramente quelle poche che ci sono state non possono essere definite negative. Probabilmente i più ortodossi non vanno al cinema... |
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Quanto siete stati influenzato dal cinema europeo? |
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Ethan: E' difficile rispondere. Siamo stati influenzati da tantissimi film e registi. Sicuramente il cinema europeo ha avuto grande importanza per noi, ma, soprattutto per A serious man, è difficile pensare a qualche cosa di specifico. E' stato più che altro un esercizio, ci siamo concentrati sul contesto. E' un film in un certo senso molto americano probabilmente, e in questo senso riflette molto di più la nostra cultura. |
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Il film è costellato da sottigliezze non sempre facili da comprendere. Come Woody Allen, più passa il tempo e più sembrate diventare pessimisti. Come mai? |
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Joel: Noi siamo ebrei ed è una parte enorme della nostra identità. Sì è vero, forse c'è del pessimismo. Woody Allen ha però una sensibilità ebraica tipicamente newyorkese, diversa dalla nostra... |
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Il vostro film è più una commedia o un dramma secondo voi? |
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Ethan: E' semplicemente una storia, nella quale si cerca il più possibile di essere veritieri, rispettando la storia e il film. Non saprei dire cos'è, credo dipenda molto dal modo in cui il pubblico interpreta quello che sta vedendo. A noi interessa solamente che funzioni! |
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