Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Bobby Paunescu

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Esce venerdì 20 novembre, dopo aver vinto una battaglia legale contro Alessandra Mussolini che chiedeva la censura di una frase, "Francesca" di Bobby Paunescu, presentato al 66° Festival di Venezia. Interpretato dalla star Monica Birlandeanu, "Francesca" è solo l'ultimo esempio di un movimento, quello del cinema d'autore romeno, che vive un momento d'oro. Bobby Paunescu è alla sua prima regia, dopo aver contribuito come produttore alle opere di Cristi Puiu, il primo grande autore romeno contemporaneo.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 1Di questo film si parla fin dal Festival di Venezia per le polemiche con Alessandra Mussolini. Qual è la situazione?
Domenico Procacci: Lei chiede il blocco del film, ne inibisce l’uscita. Per essere precisi: loro non possono chiedere che venga cambiata una battuta, ma per una battuta viene chiesto che il film non venga distribuito in questa versione, in Italia. Noi ci siamo opposti, rivendicando non solo il diritto dell’autore a vedere proiettata in sala la sua opera integrale, ma anche la nostra volontà di mantenere il film così com’è.
Lunedì 9 novembre c’è stata un’udienza, i due uffici legali hanno esposto le loro ragioni, io ho integrato; la cosa che mi ha colpito di più è che la frase incriminata, nel suo intero, dovrebbe essere “quella puttana della Mussolini che vuole ammazzare tutti i romeni”, più o meno . Questa frase è abbastanza articolata e noi eravamo pronti, e abbiamo portato molta documentazione, per difendere quella che per noi è la parte più grave di questa frase, e cioè la seconda parte; ma su questa seconda parte, sul fatto che la Mussolini voglia ammazzare tutti i romeni, non c’è problema, non c’è alcun interesse che noi interveniamo su quella parte. L’interesse è semplicemente l’epiteto adoperato, tutte le argomentazioni del legale e le dichiarazioni della Mussolini riguardano unicamente quella parola lì. In realtà “quella parola lì” è motivata da quello che segue...
Il giudice ha preso il film in visione e deciderà a giorni (la sentenza è stata favorevole alla Fandango, ndr).
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 2Come funziona in questi casi?
Domenico Procacci: Se il giudice dà ragione a noi, che sosteniamo che non è un insulto gratuito, ma esprime un sentimento negativo da parte di un personaggio del film, che ha le sue motivazioni per dire quelle cose lì a sua figlia nel tentativo di dissuaderla a venire in Italia, allora il film rimane così ed esce il 20 novembre (così è stato, ndr).
Se invece dovesse dar ragione agli avvocati della Mussolini la distribuzione è bloccata; a quel punto dobbiamo decidere con Bobby se intervenire su questa frase o coprire la parola con un bip...
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 3Lei avrebbe accettato di tagliare quella scena per far uscire il film?
Mi sembra di essere preso in giro... Io ho la coscienza pulita: quando ho scritto il film tuto è partito da quel che ho sentito per strada in Romania. La prima volta che ho capito che potevano esserci problemi è stato in Italia, dopo la traduzione italiana. Il film non è scritto per attaccare la Mussolini, ho cercato di fare una cosa bilanciata sul problema che esiste oggi, o che esisteva nel 2008. Dovevo far vedere in modo più onesto possibile il quadro della situazione: in questo quadro abbiamo i problemi sociali della Romania – praticamente il film è su quello – con attacchi molto più forti, Francesca dice a Mita che il suo amico “sembra un po’ zingaro”, è una battuta molto più dura, pericolosa e brutta che una cosa così. Poi la signora Mussolini è un politico che ha fatto diverse accuse a questo popolo, quando fai queste cose le fai perché vuoi essere notato, per prendere dei voti da quelli che la pensano così, ma queste cose rimangono. Inoltre il padre di Francesca è una persona discutibile, che sta cercando di farle cambiare idea e spara tutto quello che ha sentito in televisione e sulla stampa.
Domenico Procacci: Non so se è chiaro, ma è diventata un simbolo, in Romania, dell’intolleranza qui in Italia nei confronti del popolo romeno, questo deriva da una scelta precisa fatta dalla Mussolini che in varie circostanze ha fatto dichiarazioni molto pesanti, generalizzando molto.
Bobby Paunescu: Per rispondere, il film è critico sulla società romena, è peccato cambiare una frase altrimenti il film si sbilancia, è importante per l’onestà della storia. E’ una cosa che deve rimanere così, tra vent’anni sarà importante sapere qual era la situazione oggi. Ripeto, non è un attacco alla signora Mussolini: c’è un personaggio discutibile che sta usando ogni modo per far cambiare idea alla figlia e non farla partire per l’Italia per due motivi, il primo è che ha paura per lei, ma il vero motivo è che cambia la sua vita, è un motivo egoistico, se parte forse lui avrà più problemi. Penso comunque che il giudice vedrà il film e capirà che non c’è l’intento di offendere la signora Mussolini.
E a proposito dei cliché: io li ho messi apposta nel film per prenderli in giro.
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 4In Romania i giornali cosa dicono dei problemi causati da alcuni rom in Italia?
In Romania sono molto più razzisti che in Italia! Il personaggio negativo si chiama come Romulus Mailat, perché quello che ha fatto lui qui ha portato come conseguenza l’uccisione di una comunità, ha fatto ancor più male alla nostra reputazione. I rom hanno una vita molto dura in Romania per queste vicende, tutti danno la colpa a loro. Ma non bisogna mai generalizzare, la gente per bene si nasconde, i problemi italiani si ripercuotono su chi vive in Romania.
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 5Quelle frasi dette dal padre di Francesca erano il rimbalzo in Romania dei giorni dell’odio dopo l’omicidio Reggiani, due anni fa. Oggi è cambiata la percezione degli italiani? E il sogno di venire in Italia c’è ancora?
Secondo me sta cambiando. In Romania l’80% dei romeni ama l’Italia come prima; gli altri cercano di trovare problemi, in generale, e il padre di Francesca è tra questi. C’è una reazione a livello culturale in Romania, questo paese è vivo e queste cose passano solo se sono veramente messe sul tavolo e discusse. Penso che questo film possa aiutare perché fa vedere i problemi che abbiamo noi, e la gente sta cercando la strada per andare avanti. Penso che come sono passati i problemi che gli italiani hanno avuto negli anni ’50 e ’60, passeranno anche qui: la nostra società sta attaccando i problemi tramite la cultura, il cinema d’autore romeno è tra i più forti al mondo.
Monica Birlandeanu: Credo che questo sogno esista ancora. Quando avevo 15 anni andava di moda andare a lavorare in Germania, uomini e donne, dopo un paio d’anni si ritornava con molti più soldi di chiunque fosse restato e gli amici si sentivano spinti a fare altrettanto. Poi è intervenuto questo nuovo miraggio, andare in Italia e Spagna (la comunità romena in Spagna si aggira intorno al milione di persone, 1,4 qui in Italia), soprattutto negli ultimo 10 anni. Dopo il 2007 c’è stata una leggera interruzione a questa ondata di immigrazione, anche se i numeri sono rimasti più o meno gli stessi. Personalmente non ho mai avuto problemi, mia cugina a Torino qualcuno, ma niente di grave.
Ormai viviamo in un mondo che non ha più confini; per quanto riguarda la mia generazione siamo portati a trasferirci molto più di quanto non siano le generazioni precedenti, siamo cittadini europei.
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 6Perché il pullman non arriva mai in Italia, per far vedere come vengono accolti i romeni?
Il pullman non arriva perché la società romena non ha ancora ritrovato la strada. Per me Francesca è la società romena di oggi, non può arrivare.
Intervista Bobby Paunescu: Domanda 7Come si spiega il momento così felice dal cinema d’autore romeno, in particolare della sua generazione?
Io sono contento di aver prodotto nel 2004 “La morte del signor Lazarescu” Cristi Puiu, il film che ha vinto ‘Un certain régard’ e ha dato il via a questo momento felice: il cinema romeno viene diviso in “prima” e “dopo” Puiu. I problemi che stiamo attraversando hanno creato questo movimento, e hanno incontrato dei registi e degli autori bravi; è in piccolo quel che è successo all’Italia nel dopoguerra col neo-realismo. I problemi finiscono sullo schermo, ma nello stesso momento si mostra che questa è una società che vive, che cerca di risolvere i problemi. Abbiamo girato la scena della corruzione del funzionario comunale con il pieno appoggio del comune stesso, il sindaco ha detto che il problema è reale ed è doveroso discuterlo. Per questo sono ottimista e penso che Francesca troverà la strada e arriverà in Italia.
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Francesca
di Bobby Paunescu
Drammatico, 2009
96 min.
Film diretti:
2009  Francesca
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