Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Philippe Lioret

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Dopo aver partecipato al Festival di Berlino 2009 nella sezione Panorama e dopo aver ottenuto numerosi premi, “Welcome” di Philippe Lioret sarà distribuito in Italia a partire dall’11 dicembre dalla Teodora Film. La pellicola insegna i valori dell’amore e dell’amicizia, interessando anche per tematiche politiche, quali il populismo, che in questo periodo in Francia sono al centro del dibattito politico e civile: Lioret ne parla alla conferenza stampa a Roma, a pochi giorni dall'uscita in sala del film.
a cura di Vera Usai
Intervista Philippe Lioret: Domanda 1In Francia il film ha riscosso all’inizio grande successo ma anche numerose polemiche con il Ministro dell’immigrazione e dell’identità nazionale. Ci racconta come è proseguito questo discorso?
Quando il film ha iniziato a far rumore in Francia hanno cominciato ad attaccarmi. In un’intervista ho affermato che il governo francese stava attuando dei provvedimenti simili a quelli fatti al tempo dell’occupazione nazista che puniva chi aiutava gli ebrei. Questa affermazione ha fatto scoppiare una polemica. La storia di “Welcome” ha un forte impatto drammaturgico, racconta due storie d’amore che vanno contro l’assurdità del mondo; a queste ho lavorato come cineasta perché il mio mestiere è prima di tutto fare film. Poi l’attenzione si è spostata sul lato politico e sembra ci sia stata una modifica di questa multa per chi aiuta i clandestini perché la sinistra ha cercato di attenuarne il costo ma il governo di destra sta ancora dibattendo per capire come scendere ad un compromesso. Questo film mi ha fatto diventare un cittadino.
Intervista Philippe Lioret: Domanda 2E secondo lei qual è tra i due il lato su cui si fonda il suo film?
Il centro del film è l’incontro fra un uomo di 50 anni e un ragazzo di 17. L’uomo impara da lui la tenacia perché il ragazzo dimostra di saper lottare per ottenere quello in cui crede: l’amore. Per raggiungere la sua ragazza lascia l’Iraq, camminando a piedi fino a raggiungere la Francia e tentando poi di attraversare a nuoto il canale della Manica per arrivare in Inghilterra. L’uomo invece, come afferma lo stesso personaggio nel film, non è stato in grado neanche di attraversare la strada quando sua moglie se ne è andata. Parla di cosa vuole dire amare e se nella vita si ama per noi stessi o per gli altri. Per questo film ho organizzato spesso proiezioni e dibattiti e credo di aver capito che quelle persone che si dicono così vicine a quei temi siano le stesse che hanno votato una destra così dura. Tutti abbiamo in noi questi istinti così bassi e oscuri.
Anche se credo che il film non debba avere per forza una specifica funzione e non deve per forza portare un messaggio, film come questi fanno venir fuori la parte più populista del nostro Paese. Il film più che politico possiamo dire che sia un atto di coscienza civile.
Questo film ha vinto il Premio “Lux” e ciò vuol dire che 500 europarlamentari lo hanno votato e scelto e questo sconfessa quello che avviene poi in Francia.
Intervista Philippe Lioret: Domanda 3Calais è un posto nevralgico, di scambio anche commerciale. Ha avuto problemi a girare il film in quella città?
Le riprese sono durate 11 settimane e abbiamo avuto grande fortuna di capitare nel momento di passaggio da un sindaco all’altro e senza il sostegno di quello che stava lasciando l’incarico non avremmo potuto realizzare un film così.
Intervista Philippe Lioret: Domanda 4Il film è stato presentato al Festival di Berlino lo scorso febbraio, nella sezione Panorama. Le è dispiaciuto non essere in Concorso?
Oggi il mercato cinematografico è una grandissima giungla e io credo che i Festival debbano quindi servire unicamente a far sì che le distribuzioni guardino i film e decidano di acquistarli, non ha troppa importanza la sezione nella quale vengono presentati. Quest’anno a Berlino nella selezione ufficiale c’era già il film di Costa-Gavras che trattava tematiche simili al mio lavoro e lui ha tutti i requisiti per esserci.
Oggi è difficile che nei paesi ci sia una vasta circolazione di film europei. I francesi in passato vedevano cosa erano gli italiani attraverso i film italiani con Giulietta Masina, Nino Manfredi, protagonisti di film che venivano proiettati fuori dall’Italia. Oggi i francesi vedono film italiani sempre più di rado e viceversa, non c’è più questo scambio culturale. Di conseguenza ci conosciamo molto meno. L’altro giorno sull’aereo ho visto una coppia italiana che litigava e mi sono accorto che quello mi mancava. Mi era mancata la quotidianità di un altro Paese perché non la vediamo più molto spesso sullo schermo.
Intervista Philippe Lioret: Domanda 5L’attore richiama un po’ Jean Gabin nel suo aspetto operaio. È una scelta voluta?
Spesso quando giravamo gli dicevo: “Qui stai facendo troppo Jean Gabin”. Era un paragone che nasceva spontaneo perché ciò che fa qui assomiglia a molti personaggi interpretati dall’attore francese.
Intervista Philippe Lioret: Domanda 6Ha altri lavori in progetto con lui?
Abbiamo un progetto insieme. Lui mi chiama tutti i giorni, tre volte al giorno, e quindi se non sarà lui il protagonista del mio prossimo film mi spaccherà le gambe... Sì, sarà lui il protagonista del mio prossimo film.
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Welcome
di Philippe Lioret
Drammatico, 2009
110 min.
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Philippe Lioret
Leggi l'intervista a Philippe Lioret per “Tutti i nostri desideri