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Esce il 26 febbraio, distribuito da Filmauro, Genitori & Figli - Agitare bene prima dell'uso. Giovanni Veronesi torna alla commedia con un unico intreccio narrativo, non più ad episodi. Nel cast una bravissima Chiara Passarelli ed un cast illustre: da Silvio Orlando a Margherita Buy, da Michele Placido a Piera Degli Esposti. Il regista toscano ha incontrato la stampa parlando del suo film, svelando la propria concezione di famiglia e parlando della situazione sociale attuale: dal razzismo ai reality show. |
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 Giovanni, dopo film ad episodi sei tornato con un film dall’unico intreccio narrativo. |
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| Quando discuto dei miei film con Luigi ed Aurelio (De Laurentis) ci guardiamo e sappiamo che ci sia sempre un sottotesto. Eravamo stanchi di frazionare troppo le storie, e con “Italians ”eravamo arrivati a tre... mi piace l’idea di raccontare più storie in una, ma stavolta volevamo una storia unitaria. Disintossicarci. I film ad episodi ti lasciano sempre qualcosa nella penna, quindi avevo voglia di tornare ad un film con una narrativa continuativa. Ad ogni modo mi sono sempre piaciuti e sarei pronto a rifarli. |
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| Nel tuo film fai a pezzi il concetto di famiglia allargata. |
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E’ vero, io non ci credo alla famiglia allargata. Poi per necessità la si accetta, come facciamo noi divorziati. Però credo siano delle forzature: per essere moderni sembra si possa fare di tutto. Io invece credo nel branco, che sta insieme nei momenti più importanti della vita.
Quando sono morti i miei genitori, ai quali ho dedicato questo film, ho sentito un vuoto così forte che mi sono accorto che non era la loro mancanza fisica che sentivo, ma un attaccamento profondo a loro. La scena del film cui la famiglia sparge le ceneri della nonna in mare e poi ci si tuffa, è vera. E’ successa a me e alla mia famiglia, con mio fratello e i bambini: la ricordo come qualcosa d'irrimediabilmente unico nella mia vita. |
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| Rispetto agli altri suoi film, in questo ci sono molte parolacce. Forse troppe... |
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Non credo di avere forzato la mano. Le persone parlano proprio così, usano parolacce e mettono intercalari ogni giorno. Ho utilizzato temi di studenti del liceo, ho parlato con loro e ho semplicemente portato sullo schermo la loro verità.
Secondo me comunque le parolacce sono effettivamente tali solo quando recano un’offesa. |
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| Un tema importante della storia del film tocca il razzismo. Ci spiega da dove nasce l'idea del ragazzino che, pur provenendo da una famiglia piccolo borghese, detesta i bambini stranieri? |
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La figura di Ettore mi sembrava demoniaca e divertente allo stesso tempo. Viene da un racconto di un mio amico, professore, che mi raccontò di un bambino di una scuola di Prato proveniente da una famiglia progressista, che era è un piccolo Hitler che odiava i cinesi. Così l'ho trasferito sulla pellicola, dando alla frase che dice: "il razzismo è nell'aria come le polveri che respiriamo". La trovo molto poetica, e vera.
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| Cambiando tema... Gigio sogna il Grande Fratello. Ha scelto un reality a caso o è una scelta motivata? |
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| E’ un espediente per raccontare i contrasti padre/figlio. Il Grande Fratello non è un reality qualsiasi, perché è una scorciatoia che indigna molte persone. Ed è facile schierarsi con Alberto, ma bisogna anche capire quanto sia ottusa una reazione del genere da parte di un padre di fronte a una situazione del genere. Lo sdegno i genitori dovrebbero saperlo argomentare. |
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| Ci racconta qual la scena nel campo rom, una delle più significative del film? |
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| E’ la scena che forse preferisco: è una scena vera, con facce vere, girata in maniera diversa dalle altre, che non ha niente di comico anche se ha dell'assurdo. Mi piaceva l'idea che una piccola borghese politically correct, che andasse a pulirsi la coscienza, fosse punita dallo zingaro. Li conosco benissimo e so che quella è una reazione che avrebbero in una situazione del genere. |
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| Una curiosità: ci spiega la scelta di un brano come "Over the Rainbow" in due versioni tanto diverse nel film? |
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| Diciamo che è una chicca che mi ha dato mio nipote: un giorno mi ha detto: "Potresti fare un ponte generazionale con questo pezzo che sentiamo sempre in discoteca...". Così l'ho inserito sia nella versione originale sia in quella disco, che sembra piaccia tanto ai ragazzi. |
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