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Nell'ambito dell'indagine sulle sale 'di quartiere' romane, per la prima puntata sentiamo Ermanno Nastri, gestore del Nuovo Sacher, storica monosala nel cuore di Trastevere di proprietà di Nanni Moretti. Sono passati 20 anni da quando la Sacher Film lo ha acquistato e ne ha fatto un punto di riferimento per il cinema d'essai: oggi l'età media del pubblico si è alzata, e il tipo do programmazione impedisce al momento il passaggio al digitale. Intervista realizzata da Flavia D'Angelo. |
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Il Cinema Nuovo Sacher è conosciuto a Roma come il “cinema di Nanni Moretti”, ma cosa si sa della sala prima dell’acquisto da parte dell’attuale gestione? |
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Dalle notizie che abbiamo raccolto, l’edificio che ora ospita il Nuovo Sacher era occupato durante il Ventennio da un dopolavoro dei Monopoli di Stato. Prima di quella data non sappiamo molto, ma la costruzione risaliva a pochi anni prima. Dopo la guerra divenne un teatro di varietà dove erano proiettati anche film, finito il periodo del varietà sopravvisse solo l’uso come sala cinematografica, con il nome di Cinema Nuovo. Per tutti gli Anni Sessanta e gli Anni Settanta il cinema rimase all’interno del circuito delle seconde visioni, per poi diventare un cinema di prima visione nel decennio successivo. Nel 1991 il cinema, che aveva chiuso da un paio d’anni, fu acquistato dalla Sacher Film Srl che decise di rilanciare la sala con una programmazione basata esclusivamente su film d’autore. |
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Si può considerare il Nuovo Sacher un cinema di quartiere? |
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Solo in parte. Negli ultimi 30 anni c’è stato un moltiplicarsi delle sale a Roma: il pubblico un tempo sceglieva il film in base a ciò che era programmato nella sala di quartiere, adesso decide che film vedere e poi cercare il cinema che lo ha in programmazione. Questo passaggio dallo scegliere la sala allo scegliere il film ha sicuramente pesato sulle sale di quartiere, tuttavia la natura di una città enorme e trafficata come Roma fa sì che si privilegi il cinema più vicino casa o con meno problemi di parcheggio.
La nostra sala mantiene degli aspetti del cinema di quartiere tradizionale: siamo attrezzati con un bar interno e uno spazio libreria e abbiamo un cortile esterno che permette alle persone di fermarsi a parlare prima e dopo lo spettacolo. Inoltre, la vicinanza con Trastevere permette al pubblico di continuare la serata nei suoi numerosi locali. Il legame con il quartiere è forte ma notiamo che una parte del pubblico è “pubblico del Sacher” più che del quartiere. L’identificazione della sala con una programmazione d’autore fa sì che parte degli spettatori vengano a vedere anche film di cui non hanno mai sentito parlare perché “li ha scelti Moretti”. |
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Lei gestisce il Nuovo Sacher da più di dieci anni: in questo periodo ha visto dei cambiamenti nelle abitudini del pubblico? |
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Il pubblico del Nuovo Sacher è tendenzialmente un pubblico adulto, gli spettatori della fascia d’età tra i 16 e i 25 anni difficilmente si avvicinano al tipo di programmazione di questo cinema. In generale, assistiamo a un aumento dell’età media degli spettatori con la conseguenza che gli spettacoli serali registrano sempre meno ingressi a vantaggio degli spettacoli pomeridiani. La proiezione delle 22.30 è sempre più vuota, mentre la domenica alle 18.30 la sala è quasi sempre piena. |
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Per quanto riguarda il passaggio a sistemi di proiezione in digitale, come si è attrezzato il Nuovo Sacher? |
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Noi proiettiamo in pellicola per un motivo molto semplice: i film d’autore che costituiscono la nostra programmazione non sono distribuiti in formato digitale. In generale, il passaggio alla distribuzione in digitale non è così ampio come si crede.
Il vantaggio del digitale è sicuramente permettere una variazione della programmazione all’interno della stessa giornata, fatto particolarmente rilevante per un monosala. I cinema con due o più sale possono spostare un film che incassa meno, ma che ha comunque un numero rilevante di spettatori, nella sala più piccola: questo spostamento è logicamente impossibile per un monosala. E’ molto interessante quindi la possibilità di avere a costi più bassi un film da proiettare per il pubblico pomeridiano e un film per il pubblico serale ma, come ho detto prima, i film della nostra programmazione sono ora distribuiti in pellicola.
Per quanto riguarda il discorso della proiezione di “contenuti alternativi” nei cinema sono piuttosto scettico per due motivi: non credo che il pubblico di eventi sportivi e concerti riconoscerebbe la sala cinematografica come uno spazio interessante per la visione, e credo anche che ogni evento debba avere il suo spazio riconoscibile. |
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Come direttore di sala, ci può dire quali sono le entrate e i costi di un cinema? |
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Al Nuovo Sacher lavorano cinque persone, quattro per la sala e un addetto alle pulizie. L’uscita maggiore non riguarda però i dipendenti, ma l’affitto dell’immobile che non è proprietà della Sacher Film Srl. Le entrate sono rappresentate dalla quota del biglietto che spetta all’esercente. In teoria, ciascuna sala potrebbe fissare liberamente il prezzo del biglietto ma in pratica ci sono dei vincoli: il 10% circa del prezzo del biglietto va versato alla SIAE per i diritti di proiezione. Sulla cifra restante, una quota che va dal 45% al 55% spetta al distributore per il noleggio della pellicola. La contrattazione con il distributore dipende ovviamente dal peso contrattuale della sala: sale centrali o con una forte visibilità possono contrattare in posizione migliore di altre più periferiche. Solitamente il costo del noleggio si abbassa dopo le prime settimane di programmazione. |
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Come si pianifica la programmazione di un cinema? |
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Il Nuovo Sacher programma solo film d’autore, e ha quindi un pubblico di riferimento ben definito. Il numero degli spettatori interessato a queste opere è più o meno stabile, quindi se il film esce in più sale il numero degli spettatori in ciascuna sala diminuisce. Il calo di pubblico non danneggia il distributore, ma l’esercente: il film incassa a discapito della sala. La distribuzione ha tutto l’interesse a far programmare il film in quante più sale possibile, e anche i film d’autore escono solitamente in almeno quattro o cinque sale. Visto che il pubblico interessato a questa programmazione è – come ho detto prima – più o meno stabile, cade qui il discorso del cinema di quartiere perché le persone sono disposte anche a spostarsi al Centro per vedere il film che le interessa. La situazione però cambia se sale vicine mettono in programmazione lo stesso film d’autore. E’ importante quindi in questo caso il dialogo con il distributore, ma anche informarsi sulla programmazione delle sale nelle zone vicine. |
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Una curiosità: perché i cinema a Roma chiudono d’estate? |
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Molto semplice: in estate non escono nuovi film. Il Nuovo Sacher resta aperto durante i mesi estivi: nell’arena esterna proiettiamo una selezione dei migliori film della stagione precedente, cambiandone uno o due a serata e potendo ridurre il prezzo del biglietto in quanto si tratta di una rassegna e non di prime visioni.
Inoltre, da cinque anni il Nuovo Sacher organizza la rassegna “Bimbi Belli” nella quale programmiamo le migliori opere d’esordio italiane della passata stagione. Dopo la proiezione organizziamo un dibattito tra il regista e il pubblico, moderato da Nanni Moretti. Questo perché, anche d’estate, dal pubblico vengono richiesti film ed eventi. |
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