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Intervista: Nuovo Cinema Aquila

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Nell'ambito della seconda puntata dell'indagine sulle sale di quartiere romane finiamo al Pigneto, dove da pochi anni è tornato attivo il Nuovo Cinema Aquila grazie all'amministrazione comunale. Edoardo Dell'Acqua spiega come cinema d'essai, rassegne e prime visioni possano convivere nella programmazione delle tre sale del cinema, grazie ad un progetto concertato insieme agli abitanti del quartiere; la newsletter è uno strumento essenziale per sapere quali film troveremo in sala. Intervista realizzata da Flavia D'Angelo.
Intervista Nuovo Cinema Aquila: Domanda 1Il Nuovo Cinema Aquila ha una storia molto recente...
In realtà, le prime notizie che abbiamo dell’edificio che ora ospita il Cinema Aquila risalgono al secondo dopoguerra. Nelle foto aeree scattate degli Alleati durante la guerra il lotto appariva vuoto, mentre nei rilievi successivi si nota un nuovo edificio. Sappiamo che lo spazio fu adibito subito a sala cinematografica, ma alla fine degli Anni Settanta il Cinema Aquila risentì – come molte altre sale – della crisi generale del cinema ed entrò in un periodo opaco. Sappiamo che l’immobile passò in quel periodo nell’orbita della criminalità organizzata romana, ed in particolare della Banda della Magliana.
La sala continuò a funzionare come cinema porno tra lo scontento degli abitanti del quartiere Pigneto finché i cittadini e le organizzazioni di quartiere – il Gruppo Giovanile in primis – intrapresero una battaglia per espropriare la proprietà e restituire lo spazio alla cittadinanza. Nel frattempo lo stabile era stato sequestrato e nel 2004 era rientrato nel patrimonio del Comune di Roma. Il sequestro è stato possibile grazie alla legge 109, che impegna le pubbliche amministrazioni a destinare alla collettività quei beni che vengono sottratti alle attività criminali. I principali fautori della legge 109 sono stati Don Ciotti e Tom Benettollo, al quale è dedicato il cinema in segno di gratitudine per l’impegno profuso nel sostenere questa legge.
Sotto l’amministrazione Veltroni il Comune si impegnò a garantire la continuità nella destinazione d’uso della sala e ad impegnarsi nel recupero architettonico e funzionale del cinema.
Intervista Nuovo Cinema Aquila: Domanda 2Il Cinema Aquila nasce quindi come uno spazio per il quartiere?
Alla gara per la gestione del cinema presentammo un progetto culturale molto articolato, volto a far divenire il cinema l’asse su cui incentrare una serie di attività territoriali più ampia. Decidemmo di presentare questo progetto ai cittadini del quartiere per discuterlo con loro, ad esempio creammo una serie di workshop nelle scuole del quartiere. Dopo questi incontri abbiamo incorporato nel nostro progetto la richiesta dei cittadini di avere nel quartiere una sala che programmasse anche prime visioni.
Il Nuovo Cinema Aquila incarna quindi tanti modi di esser cinema: siamo un cinema di prima visione, ma proponiamo anche un cinema d’essai e d’autore e ci impegniamo anche in un’attività di ricerca – quasi da cineclub – proponendo i film che spiccano nei festival internazionali. Ci occupiamo anche di scoprire autori indipendenti che faticano ad avere visibilità nel nostro panorama distributivo. Cerchiamo anche di organizzare eventi di grande impatto sul pubblico, come la presentazione di “Sette Anime” di Muccino con Will Smith e Rosario Dawson – con un enorme successo di pubblico – o la presenza di Verdone e dell’intero cast di “Io, loro e Lara” alla proiezione del film. A questi eventi da red carpet affianchiamo incontri e presentazioni di tutt’altro profilo: iniziammo nel 2008 con Bertolucci che presentò la prima di “La Rabbia” di Pasolini, fino a Abel Ferrara che ha presentato “Napoli, Napoli, Napoli”, dopo l’anteprima veneziana.
Certo, questa “identità multipla” non è sempre facile da interpretare per il pubblico, soprattutto per quel pubblico che non è nostro spettatore abituale. In Italia siamo abituati a categorie molto nette: il Nuovo Cinema Aquila si muove trasversalmente tra queste categorie e soprattutto per chi non ci frequenta abitualmente può divenire difficile identificarci: può accadere che gli amanti del cinema d’essai non si ritrovino in una programmazione fatta anche di prime visioni commerciali, nello stesso modo in cui gli spettatori più “tradizionali” ci identifichino in una sala che programma film semi-sconosciuti e “difficili”. Fortunatamente, abbiamo un rapporto diretto e concreto con il nostro pubblico, e siamo riusciti a comunicare efficacemente il progetto culturale alla base di questo cinema.
Intervista Nuovo Cinema Aquila: Domanda 3Il Nuovo Cinema Aquila inserisce nella programmazione anche numerose rassegne e festival: questa scelta fa parte di una strategia di immagine o commerciale?
Gli spazi del Nuovo Cinema Aquila si prestano bene all’organizzazione di questi eventi, approfittando anche del fatto di trovarsi nel quartiere che attualmente possiamo considerare il laboratorio culturale e giovanile della Capitale. Il cinema ha tre sale, per un totale di 320 posti, ed un bel foyer sospeso molto adatto alle rassegne. A volte incontriamo difficoltà quando offriamo le nostre sale per le rassegne: il pubblico del cinema commerciale non è abituato a trovare un festival al cinema, quindi dobbiamo anche cercare di garantir loro una continuità di programmazione.
Molte delle iniziative che intraprendiamo – come i festival, le rassegne, le anteprime, i film “invisibili” – non sono iniziative fruttuose dal punto di vista economico: le sosteniamo perché incarnano la nostra idea di luogo-cinema, e perché sono costitutive del nostro progetto culturale. Dobbiamo ricordare anche che la struttura del Nuovo Cinema Aquila è di proprietà pubblica, ma la gestione non riceve alcuna sovvenzione: ci finanziamo esclusivamente grazie ai biglietti che il pubblico acquista.
Intervista Nuovo Cinema Aquila: Domanda 4Abbiamo detto che il Cinema Aquila ha una programmazione molto variata, intervallata da rassegne durante l’anno: come informate gli spettatori di cosa troveranno in sala?
Questo è un punto importante. Il Cinema Aquila ha un Ufficio Stampa che si muove in due direzioni: comunicare direttamente informazioni al pubblico e interessare alle nostre iniziative la stampa, in modo che le informazioni arrivino alle persone anche da canali “tradizionali”. Inviamo almeno settimanalmente una Newsletter gratuita a tutti i nostri iscritti, attraverso la quale cerchiamo anche di fare pubblicità ad alcuni film d’autore in programmazione di cui il pubblico raramente ha sentito parlare. Questo impegno per noi è ovviamente un costo, soprattutto in termini di tempo, ma lo consideriamo parte del nostro progetto culturale. Abbiamo anche una pagina Facebook, e la cosa curiosa è che circa la metà degli iscritti non sono residenti a Roma: consultano la pagina per informarsi di quali sono le produzioni indipendenti in uscita, di cosa accade in città...
Intervista Nuovo Cinema Aquila: Domanda 5Il Cinema Aquila è anche attrezzato per le proiezione in 3D. Credete che il digitale sia il futuro della sala cinematografica?
Il Cinema Aquila ha proiettori in pellicola e proiettori digitali (il cosiddetto D-cinema 2K) in tutte le sale, e muoverci in direzione dell’acquisizione delle tecnologie più recenti è una scelta precisa. I film che proiettiamo – sia i film indipendenti e a basso costo, sia i festival e le rassegne – spesso necessitano del supporto digitale. Inoltre il nostro pubblico è spesso costituito da cineasti e gente del mestiere: siamo quindi più che mai ‘obbligati’ a garantire la migliore proiezione possibile, anche oltre ciò che lo spettatore comune può percepire.
Siamo attrezzati anche con l’antenna per la recezione satellitare. Il sistema può funzionare in due modi: si possono trasferire prodotti tradizionali come i film, scaricandoli a costi molto più bassi di quelli attuali dalle libraries dei distributori, oppure si possono ricevere segnali in diretta. E’ già accaduto diverse volte che alcuni eventi che si sono svolti al Nuovo Cinema Aquila venissero ripresi ed trasmessi via satellite in altre sale italiane.
Personalmente non credo che a breve, in una città come Roma, il pubblico delle partite di calcio o dei concerti possa riconoscere la sala cinematografica come uno spazio adeguato alla visione, mentre il discorso per la proiezione in digitale è diverso. La possibilità di abbattere i costi di sviluppo e trasporto della pellicola offerta dal digitale è un’occasione imperdibile per i cinema, soprattutto per il cinema indipendente. Ci sono però da affrontare i costi delle infrastrutture, ed anche delle resistenze di ordine psicologico.
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