 |
|
Tra i quattro film in concorso alla 63/ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia c'è “La Passione” di Carlo Mazzacurati, la cui uscita in sala è in calendario per il 24 settembre, distribuito da Fandango. Mazzacurati racconta con ironia le vicende tragicomiche di Gianni Dubois, regista cinquantenne in crisi d'ispirazione ben interpretato dal vincitore della Coppa Volpi 2008 Silvio Orlando, spalleggiato, tra gli altri, da Cristiana Capotondi, Giuseppe Battiston e Corrado Guzzanti. |
|
|
|
|
 C’è stato un evento particolare che ti ha spinto a raccontare questa storia? |
|
Non bisognerebbe svelare tanto quello che si fa in cucina quando si prepara un piatto… allora, ci sono due questioni: è vero in parte che sono stato coinvolto mio malgrado in una cosa analoga e da quella esperienza è nato un raccontino orale di una vicenda tragicomica che ho scritto pensando di raccontare una sventura che mi era capitata, e non pensando che un giorno avrei potuto trasformare in un film… fino a quando una volta, raccontandola, probabilmente dopo aver aggiunto alcune balle per renderla un pochino più accattivante, un amico mi ha detto “ma sai che potrebbe funzionare come film?” e per la prima volta l’ho guardata da un’angolatura diversa e ho cominciato a lavorare con Doriana, Marco e Umberto senza la certezza che potesse funzionare. Andando avanti ci siamo appassionati, ci siamo accorti che era una spugna che assorbiva del materiale interessante e da lì la cosa è nata.
Un altro aspetto importante è che non è un film che medita in modo esistenziale sul mestiere del regista, come grandi film della nostra storia e non solo nostra, è un film che parla più della paura, dell’attimo di vuoto quando si perde l’ispirazione o semplicemente se una mattina, davanti a una troupe, non sai assolutamente cosa dire. In fondo è la storia di un blocco e dello sblocco. |
|
| Ci parli del rapporto tra gli italiani e la religione? |
|
Un argomento piccolo… Questo film è fatto in maniera totalmente laica. C’è una sovrapposizione del destino tra un povero cristo e il Cristo della rappresentazione: quello a cui noi facciamo riferimento naturalmente è quello delle processioni di paese, quello che viene fatto in ogni parte d’Italia ogni Venerdì Santo. Quello che a me sembra importante è questa coincidenza tra il destino di questo regista e di questa specie di Armata Brancaleone di disperati; non voglio dire troppo, è importante per il pubblico che si scopra, man mano che la storia procede, chi farà una cosa o l’altra.
Un’altra cosa molto importante è che in un’epoca di perdita prpfonda della memoria, come se non sapessimo come paese e come popolo da dove veniamo, questa rappresentazione è il momento forse più alto dell’espressione iconografica italiana, la pittura del quattro-cinquecento; mi sembrava interessante far precipitare questo gruppo di persone che lavorano nella superficie, disperate e nevrotiche, dentro una materia che è davvero il momento più importante della nostra espressione creativa e della bellezza che questo Paese è riuscito a esprimere.
Poi non va dimenticato che la Sacra Rappresentazione racconta la caduta e la resurrezione, che è qualcosa a cui siamo sottoposti, nell’arco della nostra vita, molte volte, tutte le volte che perdiamo il lavoro, che perdiamo una persona – sia che muoia o che ci lasci; in questo caso è la storia di un uomo che perde l’ispirazione e attraverso questa catarsi in qualche modo la ritrova. |
|
|
 |
Ultime Interviste |
|
|
 |
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
 |
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|
|
