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Presentato fuori concorso alla 62 Mostra del Cinema di Venezia, Elizabethtown è il viaggio di Cameron Crowe (Almost Famous e Vanilla Sky) nei legami familiari nel cuore dell'America. Un’atipica storia d'amore che sboccia sullo sfondo di un colossale fiasco lavorativo e di un funerale. Un itinerario complesso, dominato da una colonna sonora alla ricerca di qualcosa di probabilmente perduto. |
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Elizabethtown è una storia d'amore all'ombra di un altrettanto grande dolore. Ma il film è anche una riflessione sul senso del successo... |
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Volevo mostrare come il successo possa arrivare in maniera inattesa in un momento in cui il protagonista principale, forse, non è più così interessato ad avere fortuna dal punto di vista professionale. Quando il successo arriva, ecco che non è più fondamentale, perché l'uomo è cambiato. Quello che conta davvero è il rapporto con la sua famiglia e - alla fine del viaggio di ritorno a casa - ritrovare la ragazza di cui si è innamorato. |
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Un tema molto importante... |
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In America siamo ossessionati dal successo. Mi piace pensare che il personaggio di Orlando Bloom - all'inizio - sia tormentato dal successo e che - poi - pian piano scopra come la vita cambi di fronte ad una vera tragedia. Le questioni di vita o di morte sono sempre più importanti di qualsiasi successo…il viaggio di Orlando Bloom lo trasforma in una persona completa e migliore. Diventa vivo per la prima volta. Mi piacerebbe pensare che le persone si sentano cambiate dalla metafora di questo film e che intravedano qualcosa mai notato prima di entrare al cinema. Anche noi abbiamo fatto, come il protagonista del film, quel viaggio. Un'esperienza che inevitabilmente ti cambia. |
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Un turismo 'dell'anima'... |
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E' strano, ma mentre tutti siamo convinti di conoscere bene l'America, dopo un viaggio del genere scopri di non conoscerlo così come credevi. |
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La musica, in Elizabethtown, ha un ruolo preminente, per certi versi sembra quasi che venga prima del film. |
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Amo la musica, è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, mi piace molto quando completa la storia, infatti la uso durante le riprese per creare un clima particolare sul set, per dare la giusta atmosfera ad ogni scena. La musica per me è una grande ispirazione e per tutti gli attori. |
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Un lavoro 'corale'... |
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Credo che i film si facciano tutti insieme. Se non si fa gioco di squadra tutto diventa molto più complicato. |
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Quale è il significato della mappa che Claire regala a Drew alla fine del film? |
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La mappa rappresenta il viaggio che tutti noi vorremmo intraprendere, coadiuvati dai consigli di chi sa viaggiare. E' tutto organizzato in modo perfetto, c'è la musica giusta per ogni luogo, i posti chiave che occorre visitare perché rivestono, ognuno in modo diverso, particolare importanza. Il viaggio ti cambia, modifica te stesso e le tue priorità. |
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Elizabethtown ruota attorno al tema della morte. Quale è stato il suo approccio con questo argomento? |
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Personalmente mi è piaciuta molto l'idea di invertire l'ordine naturale delle cose cominciando là dove gli altri finiscono, con una morte, e chiedermi: "E ora che succederà"? La morte è un momento che spesso segna la fine di molti film. La domanda era quindi: 'dove possiamo andare adesso?' E la risposta è unica:' verso la vita.' |
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La scena del funerale è piuttosto cupa, e crea una certa inquietudine. Per caso questa è legata all'atmosfera che si respira attualmente in America a causa della situazione politica internazionale? |
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Questa osservazione è veramente interessante. Se un regista, quando gira, riesce a far si che ognuno, vedendo il film, vi proietti i propri sentimenti personali allora ha fatto bene il proprio lavoro. Io non ho pensato specificatamente a questo mentre giravo, ma il mio film parla anche della paura e di come essa può essere sconfitta grazie alla comunione, alla solidarietà, all'unione tra le persone. Se si è soli non si può andare avanti nella vita. |
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