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Venerdì 9 marzo Eagle Pictures porta nelle sale italiane il thriller "The Double" firmato da Michael Brandt (regista e sceneggiatore) e Derek Haas (sceneggiatore), la storia di un ex agente della CIA (Richard Gere) che, in coppia con un giovane collega, indagando sull'omicidio di un senatore trova molti elementi in comune con lo stile di un assassino sovietico che credevano morto da tempo. L'ufficio stampa del film ha diffuso una breve intervista con l'autore Michael Brandt, che di seguito riportiamo. |
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Come si svolge il processo di scrittura tuo e di Derek? Come fate a scrivere una sceneggiatura insieme? |
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Lo facciamo da sempre, da quando abbiamo venduto la nostra prima sceneggiatura undici anni fa. Abbiamo trovato un approccio molto organico, Derek ed io abbiamo cominciato a scrivere a mille miglia di distanza l’uno dall’altro. Mentre scrivevamo, continuavamo a scambiarci via e-mail le diverse versioni dello script, finché non ottenevamo quello che ci piaceva davvero. Così abbiamo scritto la prima sceneggiatura undici anni fa. E a oggi questo è ancora il metodo che adoperiamo. |
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Vi capita mai di non essere d’accordo sulla direzione che la sceneggiatura prende? |
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Sì, fare una cosa in maniera diversa non è abbastanza. Se ci basassimo solo sulla diversità, allora potrei anche rimettere le mie note al loro posto mentre Derek non mi vede. E adesso che sono regista, avrei comunque la scelta finale. |
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Dopo aver ricoperto i ruoli di regista e produttore, questa esperienza ha cambiato il modo in cui vi approcciate alla scrittura? |
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Sinceramente non siamo sicuri di quali effetti avrà. Amiamo il processo di scrittura e di certo io adoro dirigere e avere Derek al mio fianco come produttore. Ma non sappiamo se avremo la possibilità di fare altri cento film come regista e produttore. |
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Gran parte dei personaggi che create sono piuttosto complessi, quanto è importante avere personaggi stratificati nelle vostre storie? |
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Quello che cerchiamo veramente di fare è avere gente cattiva che compia buone azioni o viceversa. Credo che se questa cosa è presente, allora può essere interessante per un attore. E' interessante per me come spettatore, e se pensate ai personaggi classici del passato, loro erano cattivi che provavano a fare buone azioni o viceversa. Quindi è una scelta facile per noi e penso che scrivere un buon personaggio voglia dire anche attirare l’attore a interpretarlo. |
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