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Il nuovo film di Ferzan Ozpetek "Manifica presenza" sarà nelle sale italiane, in 400 copie, da venerdì 16 marzo. Il protagonista è Pietro (Elio Germano), aspirante attore che scopre di vivere, nella vecchia casa di Monteverde che ha appena affittato, insieme ai fantasmi di una compagnia teatrale scomparsa durante la Seconda Guerra Mondiale. In conferenza stampa, accompagnato dall'intero cast, dal produttore Domenico Procacci (insieme a Rai Cinema) e dalla co-sceneggiatrice Federica Pontremoli, Ozpetek racconta il suo film. |
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Come nasce questo film intriso di nostalgia per il passato, ma soprattutto per il presente? |
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L’idea è partita da un amico che, una ventina di anni fa, mi ha raccontato di aver visto, una sera mentre guardava la televisione, una signora vestita di nero che lo guardava, e quando si è girato di nuovo era sparita; il giorno dopo ha incontrato una ragazza vestita di bianco, in casa, che sembrava una sposa; poi una sera a letto ha sentito qualcuno che si sdraiava dietro di sé. Quello che ho risposto io è la stessa cosa che ho fatto dire a Paola Minaccioni nel film, “devi scopare di più”. Gli amici hanno iniziato a parlare di lui e della sua solitudine, poi però la donna di servizio, che era la stessa che veniva da me, è andata via perché sentiva rumori strani in casa, e la cosa mi ha lasciato un po’ così. Poi abbiamo scoperto che nella Seconda Guerra Mondiale una madre e una figlia che abitavano lì si erano buttate dalla finestra durante un bombardamento...
Da una parte a me piacerebbe molto vedere le persone che ho perso in casa, magari. Sono partito da un’idea così e ho parlato prima con Domenico Procacci, che l’ha definita ‘meravigliosa’, poi con Federica abbiamo cominciato a buttare giù il soggetto e la sceneggiatura.
E poi, in casa io ho veramente una mezza stanza come quella del film ma con delle piccole finestre, stranissima; quando ho cominciato a scrivere “La finestra di fronte” ho proposto a Gianni Romoli di far diventare ebreo l’anziano; un paio d’anni dopo l’uscita del film, una signora molto anziana che abitava vicino a casa mia mi dice: “senta, ma lei sa la storia di quell’ebreo che ha vissuto un anno in casa sua, in quella mezza stanza?”, io le ho chiesto come facesse a sapere dell’esistenza di quella stanza e lei mi ha detto che tutto il quartiere ne era a conoscenza perché lì nascondevano i dissidenti, e la cosa mi ha fatto molta impressione. |
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Perché il titolo “Magnifica presenza”? |
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Perché come posso chiamare diversamente Elio Germano?
Il titolo doveva essere al plurale, ma abbiamo pensato che fosse lui per loro la magnifica presenza. C’era anche la battuta nel film, che nonostante Procacci volesse assolutamente tenere abbiamo modificato per non citare troppo apertamente il titolo, e Beppe gli dice “lei è stato per noi una presenza molto importante”. |
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In questo film ci sono molte più suggestioni turche rispetto agli altri... |
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Si vede che è la vecchiaia che comincia a uscire fuori... |
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Il film è un omaggio al potere della finzione. Quanto avete tenuto presente i ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ di Pirandello? |
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Moltissimo. La Pontremoli è letteralmente invasata dei sei personaggi.
Anche l’idea del tram (il film finiva in un altro modo): una notte mi viene l’idea di non finirlo in casa, Pirandello li avrebbe presi e li avrebbe portati in teatro, così li ho portati al Valle. |
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Oltre a Pirandello, c’è anche un omaggio a “L’angelo sterminatore” di Buñuel? |
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Magari, “L’angelo sterminatore” è un film meraviglioso... ma non è così: qui loro non sanno che non ci sono più, cioè non accettano l’idea, vedono che arriva gente in casa che poi scappa. Di lui si accorgono che è diverso da loro, i vestiti, il computer, ma fanno finta di niente perché non accettano la realtà. |
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Il nome ‘Apollonio’ viene dalla casa di Nìcola in provincia di Lecce? |
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Sì!
Succede che a casa avevo il vino Apollonio, e mentre con Federica sceglievamo come chiamare la compagnia ho visto la bottiglia... C’è la canzona di Nat King Cole che mette, poi c’è anche la bottiglia di Apollonio mentre prepara la cena, però non potevo andare a inquadrare proprio la bottiglia per fare pubblicità. |
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Le pene d’amore, o i problemi in generale, si possono risolvere solo con il soprannaturale? |
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Assolutamente...
No, scherzo: io sono felicissimo di tutte quelle che ho nella mia vita, però ieri ero in una trasmissione in cui si parlava di arte, recitazione e cose così: siamo veramente in un Paese dove cinema, teatro, i musei, l’opera lirica, i monumenti e le bellezze naturali basterebbero da soli per non far niente, cioè per campare tranquillamente per sempre. E come viene tutto trascurato, come viene tutto messo in ginocchio... Il cinema italiano viene messo in ginocchio perché non c’è mai un sostegno come si deve. Adesso ci sono altre soluzioni private, però dovrebbe esserci un sostegno molto forte da parte dello Stato soprattutto per i debuttanti, quelli che dovrebbero creare le uove generazioni, il nuovo cinema. |
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Come altri film di questa stagione, “Magnifica presenza” è un omaggio al cinema e alla recitazione del passato. |
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Per un regista è bellissimo giocare sulla recitazione, sul voler recitare. Per esempio, quando loro alla fine stanno sul palcoscenico Elio a un certo punto si commuove, lo commuove molto vedere che per questi, che sono stati per 70 anni in una casa, la cosa importante è tornare sul palcoscenico.
Un’altra cosa su Elio: in pochi film un attore quando si sveglia sembra davvero che stesse dormendo. Elio in due minuti ha fatto quella faccia, che sembrava che dormiva da otto ore. E poi dite che sono innamorato di Elio, per forza! |
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