Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Mia Hansen-Løve

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Esce venerdì 22 giugno nelle sale italiane, distribuito da Teodora Film, il terzo film della regista e sceneggiatrice francese Mia Hansen-Løve, “Un amore di gioventù”. Camille (Lola Créton) e Sullivan (Sebastian Urzendowsky) hanno una storia d'amore da piccoli, quando hanno rispettivamente 15 e 19 anni; molti anni dopo, quando le cose sembrano andar bene per Camille, Sullivan torna ad affacciarsi nella sua vita... L'ufficio stampa ha diffuso una breve intervista all'autrice, che di seguito riportiamo.
Intervista Mia Hansen-Løve: Domanda 1Una storia universale:
Ho iniziato a pensare a “Un amore di gioventù” alla fine delle riprese del mio primo film, “Tout est pardonné”. Avevo la storia e i personaggi, ma ancora non me la sentivo di affrontare un soggetto simile, che invece si è imposto subito dopo “Il padre dei miei figli”. A quel punto, infatti, sentivo il bisogno di voltare pagina e girare un film che parlasse di qualcosa che aveva avuto un ruolo essenziale nella mia adolescenza, che facesse parte di me più profondamente. Ma soprattutto, la storia di “Un amore di gioventù” mi sembrava che potesse avere anche un valore universale, ed è questo che infine mi ha spinto a scriverla.
Intervista Mia Hansen-Løve: Domanda 2Imparare ad essere liberi:
Un amore di gioventù” è per me l’ultimo capitolo di una specie di trilogia che si è formata spontaneamente. Diversi temi sono presenti infatti nei miei tre film: la sopravvivenza dopo un lutto o una separazione, il tempo che passa, la forza dei sentimenti, la solitudine, il destino. E inoltre la perseveranza, il fatto di imparare a essere se stessi, a essere liberi. Ho appena letto in un libro di Annie Ernaux una frase di Proust che mi ha colpito molto: “Là dove la vita alza un muro, l’intelligenza apre una breccia”.
Intervista Mia Hansen-Løve: Domanda 3Il senso delle contraddizioni:
Ho cercato di affrontare degli argomenti complessi in maniera semplice, diretta. Per questo motivo il mio obiettivo è non mettere mai la regia avanti a tutto, né lo stile, benché la questione della forma sia presente in tutto quello che faccio. Anche i miei tre film contengono alcuni aspetti contraddittori, ma d’altra parte queste contraddizioni sono fondamentali, fanno parte della vita, a cui forse danno un senso più profondo. Ad esempio: Sullivan sembra amare Camille e ogni volta la lascia; Camille sembra aver rinunciato a Sullivan, poi scopriamo che non è così; una passione, quella per l’architettura, il nuovo lavoro e l’incontro con Lorenz le permettono di liberarsi dalla sua ossessione per Sullivan, ma alla fine è proprio questa emancipazione a ricondurla a lui, facendole amare due uomini e permettendole di trovare un equilibrio nello squilibrio.
Intervista Mia Hansen-Løve: Domanda 4Cinema e pittura:
Non so dipingere, ma so che il cinema ha spesso a che fare con la pittura: raccontare ciò che non è visibile attraverso le immagini, provare a ritrovare e reinventare una presenza inusuale o scomparsa. Catturare un tono, un colore, un movimento, rendere permanente ciò che è effimero. Ma ciò che appartiene solo al cinema è per esempio la scelta di un attore, di un’inquadratura, di una durata nel tempo, di uno stacco di montaggio. E soprattutto il sentimento di incarnazione che ne risulta, dove si trova il nucleo di un piacere che si vorrebbe catartico, per sé e per gli altri.
Intervista Mia Hansen-Løve: Domanda 5Vivere andando avanti:
Mia nonna, che non ha visto il film, mi ha scritto di recente, citando Kierkegaard a memoria: “La vita non può essere compresa che tornando indietro, ma deve essere vissuta andando avanti”. È proprio quello che ho voluto dire – e fare – con questo film.
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Un amore di gioventù
di Mia Hansen-Løve
Drammatico, 2011
111 min.
Film diretti:
2016  Le cose che verrano - L'avenir
2014  Eden
2011  Un amore di gioventù
2009  Il padre dei miei figli
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