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Il primo film italiano in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma è "Alì ha gli occhi azzurri", secondo lungometraggio di finzione del trentaquattrenne romano Claudio Giovannesi a tre anni di distanza dal documentario "Fratelli d'Italia"; proprio da quel documentario nasce questo progetto, prendendo uno dei tre protagonisti - l'adolescente egiziano Nader - come protagonista di una storia che ha molti punti in comune con la sua vita. In conferenza stampa Giovannesi parla del film e di Pasolini. |
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Puoi spiegarci la scelta del titolo? Il tuo protagonista di chiama Nader, non alì. |
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Per il titolo ho usato una poesia di Pasolini del 1962, nella quale profetizza l'avvento di una società multiculturale. Le persone che dal Maghreb emigrano a nord vengono a costituire un nuovo tessuto sociale. E poi c'è una coincidenza, quando ho conosciuto Nader stava portando delle lenti a contatto azzurre, mi ha subito fatto venire in mente quella poesia. |
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Il film nasce dal tuo documentario "Fratelli d'Italia": Qual è la sua genesi? |
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Dopo “Fratelli d'Italia”, in cui mi soffermavo sui giovani italiani di seconda generazione, volevo continuare a lavorare sul tema degli adolescenti in un determinato ambiente periferico e multietnico. Nel documentario non esiste lo sguardo della macchina da presa, è il contrario di un reality: il film rappresenta per Nader, con il lavoro di messa in scena, il passaggio alla consapevolezza.
Per lui e per gli altri (oltre a Nader, anche l'amico Stefano, la fidanzata Brigitte e i genitori di Nader interpretano se stessi) c'è stato sicuramente il problema di non essere più spontanei come nel documentario, ma di dover tornare a impersonare ciò che erano tre anni prima, visto che la storia li racconta all'età di 16 anni. |
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C'è un esplicito omaggio a Pasolini... |
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Non ci sono riferimenti intellettuali, ma una condivisione estetica, apprezzo molto lo sguardo con cui Pasolini racconta le sue storie, anche se per me l'emozione deve rimanere grezza, mentre Pasolini usa Bach. Però tra i due mondi ci sono molte differenze, a quei tempi non c'era una società multietnica, oggi siamo nella società dei consumi. |
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