Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Eric Toledano e Olivier Nakache

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Dopo il successo di "Quasi amici" arriva sugli schermi italiani il precedente film della coppia Toledano/Nakache. "Troppo amici" ("Tellement proches" il titolo originale) affronta in chiave di commedia il tema dei soffocanti legami familiari. Nel cast Isabelle Carré, già protagonista del successo di nicchia “Emotivi anonimi”, e Vincent Elbaz, volto noto del cinema d'oltralpe. Sperando di ripetere il successo al box office di Quasi amici (secondo per incassi nella storia del cinema francese), Troppo amici sarà in sala dal 6 dicembre.
Intervista Eric Toledano e Olivier Nakache: Domanda 1Troppo amici è il vostro terzo film, com’è nata l’idea?
Eric Toledano: La famiglia è uno dei temi che ci ha sempre affascinato. Rappresenta uno spaccato della realtà di ognuno di noi. Passiamo la vita a cercare di staccarci dalla famiglia, ma allo stesso tempo non possiamo farne a meno tanta è l’influenza che esercita su di noi. E’ alla base della nostra vita, anche se piena di paradossi. Per alcuni è il solo rifugio possibile, per altri una specie di prigione soffocante. Una volta ho letto una definizione di famiglia che spiega bene questo dualismo: “Vivere insieme ci uccide, separarci è mortale”. Anche se la famiglia in questione non è la nostra, comunque rappresenta bene la famiglia moderna. I nostri film precedenti si basavano sulle esperienze passate, questo invece incarna i nostri pensieri sul presente.
Olivier Nakache: Il soggetto di “Troppo amici” ci è venuto naturale, come un’espressione dei pensieri che avevamo in comune e quelli opposti sulla famiglia. O meglio, sulle famiglie, sia quelle “di sangue” che quelle “acquisite”, come quelle culturali o religiose.
Intervista Eric Toledano e Olivier Nakache: Domanda 2Avete tratto ispirazione dalle vostre vere famiglie per scrivere questo film?
ON: Si e no. Con Eric siamo partiti senz’altro dai nostri aneddoti familiari, di solito è così che nascono i nostri soggetti. E siccome entrambi proveniamo da famiglie numerose e molto “colorate”, col passare delle settimane ne abbiamo raccolti moltissimi. E’ chiaro che poi abbiamo dovuto esagerare ed esasperare alcune situazioni per renderle realistiche ma allo stesso tempo strane, e spero anche emozionanti. Comunque ci siamo affidati a un consulente familiare, per poter arricchire la storia.
ET: Gli abbiamo chiesto di raccontarci quali siano i conflitti più ricorrenti nelle famiglie che assiste. Per esempio è stato proprio grazie a una seduta con il terapeuta che abbiamo scoperto il concetto di “invasione” di un nucleo familiare da parte della famiglia di origine di uno dei due. E’ una situazione molto frequente che genera tensioni molto profonde, dalla quale abbiamo preso spunto per tracciare alcuni aspetti della vita di Jean-Pierre.
Intervista Eric Toledano e Olivier Nakache: Domanda 3Il personaggio che più soffre la famiglia e cerca di allontanarsene è Alain. Non è proprio lui la colonna portante del film?
ET: Certamente. Non che gli altri personaggi siano secondari o meno importanti, ma in effetti li vediamo attraverso gli occhi di Alain.
ON: Alain è una sorta di alter ego del personaggio interpretato da Jean-Paul Rouve in “Nos jours heureux” (Those Happy Days, 2006, ndt). Una parte di lui non si adatta alla vita di tutti i giorni, è un animatore che ha sempre vissuto nei villaggi turistici e che ha conosciuto il suo momento di gloria, anche se solo come commediante nei club di Marrakech o Chamonix. Per esperienza, so che è molto difficile staccarsi da questo tipo di vita e tornare coi piedi per terra, e adattarsi alla vita di tutti i giorni.
ET: Da giovani padri, Olivier e io abbiamo anche voluto affrontare il tema, molto caldo, della “trasmissione” di valori di padre in figlio. Voglio dire, come può Alain crescere quando suo padre, parrucchiere e fabbricante di parrucche, a 60 anni passati ancora corre dietro alle 18enni? A sua volta, Alain sta trasmettendo al figlio il gusto della scena, del divertimento. Ma gli sta passando anche tutte le sue angosce, anche se a livello inconscio. E’ quanto sostengono anche gli psichiatri infantili: un ragazzo disturbato non lo è mai per caso, è il “risultato di una famiglia disturbata”. Tutti si chiedono perché Lucien sia così insopportabile, e la risposta è che dipende dalle tensioni esistenti fra Alain e sua moglie Nathalie.
Intervista Eric Toledano e Olivier Nakache: Domanda 4Quanto tempo ha richiesto la stesura di una sceneggiatura così complessa?
ON: Circa due anni. La prima stesura ci è costata sei mesi di lavoro. Alcuni autori-registi sono scrittori più esperti che sanno perfettamente come sceneggiare i loro film. Noi siamo del tutto diversi. Siamo alla ricerca continua dell’espediente in più, del valore aggiunto, di una idea nuova, dovunque provenga.
ET: Anche se siamo molto rigorosi nel processo di scrittura, una scena non prende mai vita del tutto fintanto che non sono stati scelti gli attori ed è stata fatta un’ultima stesura del copione. A volte la scena si completa direttamente durante le riprese, con battute che escono fuori così, di getto. Potremmo paragonare questo processo a una musica molto ricercata. Al cinema, soprattutto quando si tratta di commedie, un sguardo, un respiro, una parola, una espressione, possono fare la differenza. E’ la continua ricerca della nota mancante che caratterizza il nostro lavoro, il processo di scrittura a volte si estende anche alla fase di montaggio, al missaggio. Abbiamo fatto lo stesso con “Those Happy Days” e il risultato è stato sorprendente, anche per noi stessi. Per esempio, la scena di Roxane e del bambino al supermercato non ci soddisfaceva: è stato solo riguardandola che ci è venuta in mente la battuta “Puoi prestarmi tuo figlio ogni tanto!”. E la scena prende tutto un altro sapore».
Intervista Eric Toledano e Olivier Nakache: Domanda 5Tre film, tre commedie. Per quale motivo preferite questo genere?
ET: Abbiamo in ballo la storia di una donna che si suicida una mattina dopo aver preso il caffè, proprio quando è pronto il suo toast… Ma non è il momento giusto, in questo momento abbiamo ancora troppa voglia di ridere e far ridere. In qualunque modo sia possibile far ridere la gente, che si tratti di un riso leggero o più amaro. Per adesso vogliamo continuare così, visto che è già una sfida continua riuscire in questo genere di film.
ON: Quando esce un nostro film, Eric e io ci divertiamo ad andare in incognito nelle sale cinematografiche per vedere se i nostri spettatori ridono. Sentirli divertirsi è una ricompensa immediata per il nostro lavoro, come una medicina che allevia immediatamente un dolore forte.
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Troppo amici
di Olivier Nakache, Eric Toledano
Commedia, 2009
102 min.
Film diretti:
2014  Samba
2011  Quasi amici
2009  Troppo amici
2006  Primi amori, primi vizi, primi baci
Atri film:
2016  150 milligrammi