Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Derek Cianfrance

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Regista di culto già dopo l'opera prima, mai distribuita in sala, Derek Cianfrance porta in Italia il suo secondo film, "Blue Valentine". Protagonisti due dei migliori attori della loro generazione, Ryan Gosling e Michelle Williams, coinvolti nel progetto quando questo non aveva ancora trovato un produttore. Il film racconta in due tempi il disfarsi, e il ricercarsi, di una giovane coppia operaia. Cianfrance ricorda alla stampa il suo impegno per manterere integra la sua visione in un processo durato quasi quindici anni.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 1Hai lavorato per dodici anni a questo progetto?
Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura del film a 24 anni e ho sempre pensato che in tre mesi avrei trovato un modo di iniziare la produzione del film e girare lo stesso in questo breve lasso di tempo. Iniziarono ad arrivare lettere di rifiuto da parte dei produttori di Hollywood, così ripresi in mano la sceneggiatura e ripresi a lavorarci su. Questo processo durò per altri 12 anni. Senza cambiare mai la trama e lasciando il film brutale nella sua onesta e bellezza. Continuando a tenere la storia e i personaggi aderenti al progetto iniziale, senza mai cedere di fronte ad artefici della finzione che risultassero lontani dalla mia esperienza e dai personaggi di cui volevo raccontare la storia.
Amo il cinema, sono un appassionato di film della storia del cinema americano, ma trovo che la maggior parte dei personaggi siano frutto di pura fantasia.Sono spesso bellissimi, sono bravi, parlano perfettamente e si muovono altrettanto bene, sanno come muoversi in scena e come devono esprimersi, sanno sempre cosa vogliono e hanno chiari i loro obiettivi per rendere al massimo, senza mai cedere di fronte al caso o al mistero dell'evento eccezionale e della recitazione stessa Spesso quando vai a vedere questi film al cinema, esci soddisfatto, tutti percepiscono il film nella stessa maniera, sai perfettamente come il regista si è mosso per avere questi risultati che devono essere chiari e uniformi per il pubblico.
In “Blue Valentine” ho cercato in parte lo stesso, ma ho lasciato uno spazio importante alle contraddizioni dei personaggi e della loro storia. Rimangono bellissimi, ma hanno anche dei lati oscuri, non proprio da copertina. Spesso leggi un'insoddisfazione nei volti dei personaggi principali quando devono reagire di fronte agli eventi, la loro delusione è parte stessa della storia. Questa brutalità della bellezza è stata l'idea che ho voluto portare avanti in tutti questi anni. Il fatto di non esprimersi sempre chiaramente, di fare fatica nell'esprimersi e di trovarsi di fronte ad una difficoltà nell'immedesimarsi e di essere aderenti tutte le volte che servisse.
Quando la storia di “Blue Valentine” finisce, lascia un finale aperto. Si tratta sempre di pensare che ci sarà un seguito, si continua ad andare avanti, come trovarsi di fronte sempre ad una penultima scena. Questo permette allo spettatore di avere una relazione più intensa con il film stesso e per me questo è veramente importante.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 2In qualche modo, si può dire che tu stai chiedendo una partecipazione
maggiore al pubblico?
Io penso che “Blue Valentine” è stato creato per essere aperto a differenti livelli di ascolto, per vedere nel film cose diverse, è come se avesse un battito sempre vivo e molti momenti sullo schermo ti legano ad essi come se continuassero a pulsare e a tenerli legato ad essi, sono vivi. Mi piace pensare che c'è una canzone dei the Supremes che è molto legata a tutti questi anni di lavoro, la canzone, che è un vero capolavoro, è "Baby Baby Where Did Our Love Go?". Il fatto che finisca con un punto interrogativo la lega in maniera indissolubile a “Blue Valentine”.
E penso proprio che questo non sia un film per trovare delle risposte, non è un film con un messaggio univoco o una morale che lo sostenga. E' un film sulle domande, un film che ci spinge a farci delle domande, ci istiga a ricercare un dialogo tra le persone e che permetta di sviluppare un dialogo continuo su temi che spesso nelle relazioni svaniscono con il passare degli anni.
Mi ricordo al Sundance, subito dopo la prima proiezione, le reazioni del pubblico, come le persone interagissero vivacemente anche fuori dal cinema.Penso inoltre che l'onestà sia stata la base di lavoro di “Blue Valentine”. Da parte mia ma anche da parte del co-sceneggiatore, ma soprattutto da parte di Ryan e Michelle, che ritengo a tutti gli effetti co-sceneggiatori di “Blue Valentine”.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 3Come Ryan e Michelle ti hanno influenzato nella scrittura?
Quando Michelle nel 2003 entrò nel progetto, arrivò con un cd e un libro di poesie e iniziammo subito un dialogo molto fitto. E dopo oltre sette anni quel dialogo è continuato e lei ha continuato a dare sempre di più al film. Lo stesso è accaduto con Ryan. Ci siamo incontrati la prima volta nel 2005 e il dialogo fra noi non si è mai fermato. L'ispirazione ha preso il volo dopo questo incontro ho rimesso mano alla sceneggiatura, per questo dico che i due attori sono stati fondamentali per la riuscita del film, perché con le loro verità hanno contribuito personalmente all'opera.
Per me “Blue Valentine” è un duetto tra uomo e donna, attraverso il loro passato e il loro presente, attraverso la loro giovinezza e il processo di diventare adulti, tra amore e odio. Si tratta di affrontare delle dualità, degli opposti. Il film si muove tutto in questa ricerca o perdita dell'equilibrio tra i due personaggi. L'incontro tra le loro diverse prospettive, cercando un equilibrio tra l'incontro e l'innamoramento e invece la parte dell'allontanamento e della perdita dell'amore. Il mio processo riguardava proprio come raccontare questi momenti tra loro diversi. Tutto il passato è stato girato con una 16mm, con una sola lente, tutto camera a mano. Cercando di far percepire al pubblico un impatto viscerale di emotività, ogni volta che un personaggio si muove anche la camera si muove. In questo modo la fisicità viene esaltata. Penso che dieci anni fa il sentimento della carne fosse veramente predominante e così ho voluto non perdere quelle sensazioni ricostruendo il passato di Dean e Cindy. Inoltre ho lasciato a loro in queste riprese molto spazio fisico intorno, per potersi muovere agilmente.
Quando sei giovane la tua storia non è ancora stata raccontata. Come dire con una battuta che quando hai sette anni puoi ancora diventare presidente? Così crescendo le tue scelte i tuoi spazi si riducono. L'aver preso delle decisioni restringe il tuo campo di azione, le opportunità diminuiscono, facendo delle scelte ne escludi altre. Quando nelle riprese Ryan è solo, c'è sempre molto spazio intorno a lui. Lo stesso vale per Michelle. Quando invece sono nella stessa scena, loro riempiono lo spazio l'uno con l'altra, come se due diventassero uno.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 4E il presente?
Il presente è stato girato tutto in HD, con due camere e non più con la camera a mano. Una camera il più lontano possibile dall'attore, nell'angolo di una camera, senza considerare la costruzione o la composizione di un ambiente, ma lasciando l'attore abbandonarsi nel suo spazio d'azione. Cercando di seguire gli attori così come si seguono i leoni in un safari, come se fossero riprese documentaristiche, con una distanza di sicurezza. Una camera sempre su Ryan e un'altra sempre su Michelle, a volte si incrociano seguendo sempre i loro movimenti.
A volte continuando per giorni, come per esempio nella scena della doccia, dove ad un certo punto abbiamo capito che eravamo riuscito a catturare il momento che veramente volevamo cogliere.Nelle prime scene dentro la doccia c'era una dolcezza e una sorta di pensiero leggero fra di loro, ma dopo nove ore nella doccia, il secondo giorno, sempre nudi di fronte a tutti noi, quella leggerezza era ormai un lontano ricordo e c'era un continuo bisogno di fermare le riprese e uscire dalla doccia.
La mia speranza era quella di far percepire il passato come una sensazione di sentirsi libero di muoversi e spostarsi in diverse direzioni, un pesce nell'oceano e il presente invece restringendo lo spazio d'azione degli attori, rendendo difficile la loro respirazione in spazi stretti. Il passato ha un'aria di opportunità e il presente, invece, è claustrofobio, ha meno spazio per respirare. Queste scelte sono state concordate con gli attori stessi e non per dei trucchi estetici di riuscita delle riprese, ma per permettere alle loro performance di rendere al meglio. Il passato ha un'aria di spontaneità e quasi tutto è stato girato in una ripresa.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 5Puoi fare un esempio?
La scena della canzone in cui Ryan canta e Michelle Balla di fronte ad un negozio sulla strada. Nella sceneggiatura c'era scritto che Ryan doveva cantare una canzone, così lui ha iniziato a comporre la canzone un anno prima di iniziare le riprese. Mi lasciò un messaggio in segreteria con la canzone e io dissi che era perfetta che quella era la canzone, ma tienitela per te, non farla neanche sentire a Michelle prima di girare la scena. Allo stesso tempo Michelle mi disse che sapeva ballare il tip tap, ed io le chiesi di non dire a Ryan che lei lo sapesse ballare. Così quando girammo la scena Dean e Cindy erano assolutamente predisposti a conoscere se stessi senza avere fatto nessuna prova, senza sapere quello a cui andavano incontro. Per noi era come un gioco a cui avevamo concesso loro solo alcuni indizi. La frase hai dei talenti, serviva a predisporre entrambi ad un'apertura a diverse possibilità. Ryan si presenta con il suo ukulele pronto a cantare una canzone, ma non sapeva cosa Michelle avrebbe fatto durante la sua performance.
E' stato tutto così legato all'immediato.Quando lui dice, "io so cantare" e lei risponde "io so ballare", la scena risulta veramente fresca. Lui canta per lei e lei balla per lui. Ma nessuno dei due sapeva cosa stesse per accadere. Non ci sono state prove per prepararli a questo momento. Così quello che abbiamo catturato con la camera è stato un momento unico, gli stessi personaggi scoprono in quel momento qualcosa di nuovo e così anche il pubblico che è spettatore della scena può percepire questa sensazione di freschezza. In questo caso abbiamo fatto anche una seconda ripresa, ma anche se ottima, non aveva la stessa naturalezza e intensità di qualcosa che sta accadendo senza una prepararsi alla reazione.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 6Hai fatto una pausa per girare le scene del presente?
Ho sempre pensato che avrei voluto aspettare sei anni per filmare le scene del presente. Volevo che fosse veramente così. Ma nessun investitore avrebbe mai aspettato sei anni per vedere l'opera portare i suoi frutti. Ho avuto un mese di tempo. Ryan e Michelle avevano deciso di prendere peso. C'era una sorta di competizione con vittoria finale per che avesse preso più peso fra i due. Michelle ebbe la meglio.
Per un mese io, Ryan, Michelle e sua figlia, che ha il ruolo di Frankie nel film, abbiamo vissuto nella stessa casa. Hanno iniziato a vivere come Dean e Cindy, facendo la spesa al supermercato, cucinando in casa e comportandosi da imbianchino e da infermiera, facendo i conti per arrivare a fine mese, pagando l'affitto, comportandosi come una coppia sposata.Tutto ciò per creare in loro delle memorie che potessero risultare il più possibili aderenti alla realtà della storia. Nel frattempo festeggiammo un Natale, scartarono i regali, iniziarono a girare dei filmini della famiglia. Iniziarono a scontrarsi sui problemi di soldi per arrivare a fine mese, sulle prospettive di entrambi.
La cosa più difficile di tutto il film è stato riuscire a introdurre l'odio tra Ryan e Michelle perché per me sono entrambi persone magiche. Girare le scene del passato posso dire che è stato semplice, ci siamo divertiti molto, è stata come una vacanza per tutti. Così ho dovuto chiedere a loro di fare un sacrificio, quello di iniziare a distruggere il ritratto del loro matrimonio, proprio la foto del loro matrimonio. Dal giorno dopo avrebbero dovuto iniziare ad odiarsi e così dal giorno delle riprese della seconda parte del film loro si erano costruiti un passato, c'era una storia e le memorie erano ancora vive.
Intervista Derek Cianfrance: Domanda 7Negli Stati Uniti il film é stato vietato ai minori di 17 anni ...
Sono sorpreso nell'apprendere che il film abbia ricevuto il divieto ai 17 anni, perché il film non è mai gratuito, non esagera, ma lascia molto all'immaginazione. E' un film per giovani adulti, che affronta l'intimità, anzi è costruito intorno ad essa. Per me questo divieto in qualche modo diventa un merito per il film. Non ci sono armi nel film, nessuno viene ucciso. Penso alle molte serie tv o alle pubblicità che spesso vengono trasmesse in prima serata e che mi ritrovo a vedere con i miei figli, dove sgorga sangue. In questo film volevo proprio far arrivare il potere delle emozioni come se stessimo contemplando, osservando da una finestra.
Quando ero un ragazzo avevo due incubi ricorrenti: uno era legato ad una guerra nucleare e il secondo era vivere il divorzio dei miei genitori. E quando raggiunsi i 20 anni questo accadde e mi costrinse a superare le mie paure, affrontare tutto ciò che da ragazzo avrei voluto evitare. Così anche crescendo sono sempre stato circondato da amici e parenti che non ebbero poi così fortuna nelle proprie relazioni. Io iniziai a interessarmi all'idea del variare nel tempo e come le relazioni stabili possano essere altrettanto fragili. Come se tutto fosse il processo di crescita e decadimento fosse avvolto da un mistero soprattutto nei rapporti di coppia.
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Blue Valentine
di Derek Cianfrance
Drammatico, 2010
120 min.
Film diretti:
2016  La luce sugli oceani
2012  Come un tuono
2010  Blue Valentine
Derek Cianfrance
Leggi l'intervista a Derek Cianfrance per “Come un tuono