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Arriva nelle sale italiane l'opera seconda del regista estone Ilmar Raag dopo il durissimo "Klass". Questa volta il registro, venato di malinconia e speranza, è ben diverso: Laine Mägi e Jeanne Moreau danno vita a una riflessione sulla vecchiaia e gli affetti che cambiano. In occasione della presentazione alla stampa di "A lady in Paris", Ilmar Raag racconta il suo approccio da alla storia e al set parigino. |
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Com'è nata l'ispirazione che ha portato alla realizzazione di "A lady in Paris"? |
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Alla base del progetto c'è una storia personale, quella di mia madre. Vicina ai cinquant'anni, divorziata, afflitta dalla solitudine dopo che i figli erano andati via da casa, si sentiva depressa e inutile. Un giorno ha ricevuto un'offerta di lavoro a Parigi, per prendersi cura di un'anziana e facoltosa signora di origini estoni. Al suo ritorno era una persona diversa. Questa è la storia dietro “A lady in Paris”.
Frida, Anne e Stéphane rappresentano diversi aspetti dello stesso tema: il rapporto con la vita, la vecchiaia e infine la morte. Queste questioni sono rappresentate soprattutto da Frida, ma Anne e Stéphane ne colgono altre sfaccettature. |
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Cosa spinge una donna ancora nel pieno della maturità come Frida a decidere di lasciare tutto e trasferirsi a Parigi? |
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Con l'avanzare inesorabile degli anni, Frida si sente sminuita e ha bisogno di avere rapporti con altre persone per sentirsi viva. Frida è arrivata a Parigi in cerca di amore e libertà. Ora deve affrontare le conseguenze delle sue scelte. La sua solitudine è resa ancora più amara dal fatto che ha troncato qualsiasi legame con il paese d'origine.
Attraverso il rapporto con Stéphane e poi con Anne, il film tratta la questione dell'eredità morale, del segno che una persona lascia dietro di sé. Anne e Stéphane sono persone che hanno un proprio bagaglio di esperienze. Entrambi possono scegliere di cambiare o rimanere come sono. Il film tratta anche della necessità di sentirsi vivi e del fatto che per Anne non è facile esprimere questo desiderio come non è facile per Stéphane liberarsi dall'influenza di Frida. |
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Perché ha scelto proprio Parigi come ambientazione per questa storia? |
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Il film è anche su Parigi, e su cosa questa città significa per degli stranieri come me. È un luogo mitico dove intraprendere una sorta di viaggio di iniziazione e proiettare i propri sogni. Anna ammira Frida perché incarna la perfetta parisienne. Nella sua piccola città in Estonia, Anne non avrebbe mai potuto pensare a un'avventura romantica. Deve trasferirsi a Parigi per ricominciare a vivere. In una scena ascolta una canzone di Joe Dassin, che non solo le riporta alla memoria la sua gioventù, ma rappresenta anche il sogno di una vita diversa. Mia madre diceva
spesso che dopo aver visto Parigi poteva morire in pace |
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Qual è stato il suo approccio alla rappresentazione di questa città così cinematografica? |
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Quando ero uno studente universitario a Tartu, alla fine degli anni ‘80, ho visto in un cineforum il film di Otar Iosselliani “I favoriti della luna”. Mi ha colpito il modo in cui questo regista straniero ha restituito una visione così personale di Parigi. Anche Buñuel, Polanski e Bertolucci lo hanno fatto prima di lui, ma Iosseliani era diverso. Come me, proveniva dall'altro lato della Cortina di Ferro. Per un giovane di origini modeste, era inconcepibile ottenere un visto per l'estero, anche solo come turista. arigi era quindi era un luogo mitico, un Eldorado.
Durante le riprese, dovevo continuamente reprimere il desiderio di rappresentare una Parigi da cartolina. La mia troupe francese insisteva che quella non era la vera Parigi. Dentro di me sapevo che avevano ragione, ma penso che l'immagine di Parigi, vista da prospettive complementari, francese ed estone, sia ricca, e che il film la rifletta. |
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Ci può parlare del cast del film? |
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Anne è interpretata dall'attrice estone Laine Mägi, con la quale avevo già lavorato. Ha studiato francese per interpretare questo personaggio. La scarsa padronanza della lingua la fa sentire inferiore a Frida e contribuisce all'atteggiamento sottomesso di Anne. Inoltre, Laine Mägi fa emergere i sentimenti più intimi del personaggio e lo impregna di un autentico senso di malinconia.
Frida è interpretata da Jeanne Moreau, un'attrice leggendaria che cattura la fragilità di un personaggio, vicino alla fine della vita, che vede sgretolarsi ogni cosa in cui credeva. |
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