|
|
In sala dall'inizio del mese, la commedia francese "20 anni di meno" sembra confermare il favore che questo vero e proprio genere incontra negli ultimi anni tra gli spettatori italiani. David Moreau, regista che proviene dall'horror, firma una commedia sentimentale incentrata sull'attrazione tra la quarantenne Alice (Viriginie Efira) e Balthazar (Pierre Niney), vent'anni meno di lei. Entrambi gli attori sono considerati astri nascenti del cinema francese e Moreau racconta alla stampa la scelta del cast e il concept della sua commedia. |
|
|
|
|
Dopo aver esplorato il genere horror, come mai è passato a una commedia romantica?
|
|
Un film è innanzitutto un punto di vista, che lo si esprima attraverso la commedia o l’horror. Amo fare un tipo di cinema che sia sensuale, che crei emozioni e sono ugualmente interessato al riso, al pianto o alla paura. Avevo voglia di realizzare una commedia romantica e subito dopo mi è venuto in mente il tema della differenza di età che mi sembrava originale e mi permetteva di esprimermi anche su altri argomenti. L’amore è un tema inesauribile, eterno che fa vibrare gli spettatori, a patto di arrivare al loro cuore attraverso personaggi credibili.
|
|
Ci racconta qual è stata la genesi del progetto? |
|
Insieme al mio co-sceneggiatore, Amro Hamzawi, avevamo voglia di portare sullo schermo unacommedia romantica diversa da tutte quelle finora proposte dal cinema francese. Quindi partendo dal tema della differenza di età tra i due protagonisti siamo passati a raccontare la storia di una donna che finge di innamorarsi e che alla fine resta intrappolata nel suo stesso gioco. E’ stata proprio questa seconda dimensione e il punto di vista femminile ad aver avviato la scrittura perché questi due elementi ci hanno permesso di affrontare temi contemporanei molto interessanti. L’universo della moda è entrato in gioco solo in un secondo momento, quando abbiamo dovuto cercare un contesto nel quale ambientare la storia. |
|
Come è riuscito a creare e filmare l’alchimia tra Alice e Balthazar ?
|
|
Nella vita, l’innamoramento passa attraverso uno sguardo, due mani che si sfiorano. E’ un qualcosa di talmente astratto che più si cerca di scriverlo, meno ci si crede. Desideravo ritrovare questa sincerità sullo schermo, quell’emozione che facesse in modo che l’immagine parlasse da se. Sul set, ho avuto un’enorme fortuna perché Virginie e Pierre sono realmente diventati amici e la loro complicità appare evidente sullo schermo. Lui la guarda con talmen te tanto amore e purezza che lei alla fine si apre a qualunque cosa. Basta uno sguardo.
|
|
Venti anni di differenza sono parecchi ed è raro vedere storie simili: che messaggio voleva trasmettere sull’amore?
|
|
La società ci spinge verso il conformismo, a restare all’interno delle convenzioni, come se anche lafelicità fosse regolamentata. La differenza, la diversità fanno paura. Le persone temono lo sguardodegli altri, i giudizi negativi che a volte diventano anche violenti. Ma quando la singolarità, l’originalità vengono accettate, tutto diventa possibile. Ed è questa la storia del film.
Al di là di questo, il film parla anche dell’angoscia di quelle donne che escono con uomini più giovani chiedendosi inevitabilmente: “Sarà ancora così innamorato tra cinque anni?” I giovani non si pongono domande sulle conseguenze delle proprie azioni: la giovinezza ti porta a credere di essere immortale, ma con il passare degli anni si diventa più “paurosi”. Quelli che restano giovani dentro invece non hanno queste paure. Alice ha fatto delle scelte precise motivate soprattutto da quello che la società si aspetta da lei. La spontaneità di Balthazar le farà aprire gli occhi e la libererà da questa sorta di autocensura trasformandola.
|
|
Di cosa va più fiero rispetto a questa avventura cinematografica?
|
|
Dei miei attori. Adoro lavorare con attori diversi tra di loro, mischiare universi diversi. Virginie viene dalla televisione, Pierre dalla Comédie Française, HPG dal porno, e Charles Berling... da un altro pianeta! Si sono tutti impegnati al massimo, mettendo nel film tanta passione e tanta energia aiutandomi a realizzare il film così come lo avevo immaginato: e’ stata un’esperienza umana incredibile! Sono anche molto felice di non aver ceduto alla tentazione del digitale e di aver girato in 35 mm anamorfico, nonostante le complicazioni che questo formato implica. E’ costoso, richiede molta luce ma alla fine, la resa è impareggiabile.
|
|
|
|
Ultime Interviste |
|
|
|
Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende" |
|
|
Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere" |
|
|
Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta" |
|
|
Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore" |
|
|
Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?" |
|
|
Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia" |
|
|
Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni! |
|
|
Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria" |
|
|
Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili" |
|
|
Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione" |
|
|