Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Anne Fontaine

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Arriva nelle sale "Two Mothers", l'ultimo film di Anne Fontaine tratto dal racconto "Le nonne" di Doris Lessing. L'adattamento cinematografico sposta l'azione in Australia e permette alla Fontaine di indagare il rapporto semi-incestuoso di due madri (Robin Wright e Naomi Watts) con i rispettivi figli, alla ricerca della giovinezza ma anche della comunione con la natura. La regista racconta alla stampa le motivazioni delle modifiche fatte al testo originale e l'attrazione che ha provato per il soggetto.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 1Com'è nata l'idea di adattare il racconto di Doris Lessing?
Un giorno si è presentato da me Dominique Besnehard con l'edizione francese di "Le nonne". "E' un soggetto adatto a te", mi ha detto. Sono rimasta subito colpita dal quartetto neo-incestuoso. Mi sembrava che offrisse la possibilità di andare oltre il tradizionale tema del triangolo, che è una delle ossessioni ricorrenti nei miei film. Mi sono messa al lavoro con l'idea di trarne un adattamento ambientato in Francia.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 2Ma poi alla fine ne ha tratto un adattamento in inglese. Come mai?
Dopo qualche mese passato a scrivere, ho capito che non avrebbe funzionato. In Francia – fa parte della nostra cultura – facciamo fatica a non rendere esplicite le cose, cadiamo facilmente nella trappola della spiegazione psicologica, cosa assolutamente da evitare per "Le nonne". E poi sentivo dentro di me che questa storia avrebbe dovuto svolgersi in un ambiente dalla bellezza straordinaria. Nel racconto di Doris Lessing è davvero molto presente l'idea di un paradiso perduto: non riuscivo a immaginare di poter trasporre questo Eden a Biarritz o a Belle Ile. E non riuscivo a immaginare neanche delle attrici francesi in grado di trasmettere la sensualità dei due personaggi femminili. E' stato a quel punto che Philippe Carcassonne, d'accordo con Dominique Besnehard, mi ha suggerito di girare il film in inglese, perché così i personaggi e le loro situazioni avrebbero funzionato meglio.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 3Perché ha scelto di girare in Australia?
Oltre che per i suoi paesaggi magnifici, perché l’Australia evoca qualcosa di universale e senza tempo. Non si sa mai con esattezza dove ci si trovi (questo vale in particolare per gli stranieri), né in che epoca. D'altronde la nostra direttrice casting a Sydney, Nikki Barrett, dice giustamente: "Non è un Paese vero e proprio, ma una realtà parallela...". Ma l’Australia è anche un luogo veramente selvaggio, ed era chiaro che la natura dovesse partecipare della sensualità dei personaggi. Il mio incontro con Doris Lessing ha dato ragione a questa ipotesi.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 4Cosa ha appreso da questo incontro?
Ero particolarmente curiosa di sapere da dove avesse avuto origine il racconto; non sapevo si trattasse di una storia vera. E questa informazione mi ha fatto da guida per tutto il film. Nel corso di tre o quattro notti trascorse a bere (è nota la passione di Doris Lessing per le notti trascorse nei bar), un giovane australiano, amico dei due protagonisti della storia, le aveva raccontato per filo e per segno la loro storia d'amore con le rispettive madri. Come le due donne fossero cresciute insieme in un rapporto quasi omosessuale; come avessero continuato ad avere questo tipo di rapporto con i figli.
Doris insisteva molto sull'invidia che il ragazzo provava nei confronti dei suoi due amici: era convinto che le relazioni che avevano vissuto fossero idilliache. Ascoltandola mi sono sentita incoraggiata nel mio intento: riuscire a far provare allo spettatore lo stesso stato d'animo di quel giovane australiano. Che si sentisse talmente coinvolto dalla storia da andare oltre la questione morale. Incantandolo, avvolgendolo in un'atmosfera quasi soprannaturale, facendo in modo che tutto fosse quasi troppo bello. Dar vita ad una leggera anestesia perché, un po' alla volta, togliendo uno strato dopo l'altro, emergesse la sensazione di solitudine provata dalle due donne, qualcosa di doloroso che si disintegra.
Dal punto di vista del meccanismo, si trattava di un modo più perverso per rendere più facile l'accesso alla storia. Lasciare alla storia tutte le sue chance, compresa quella di irritare le persone suscettibili su questi argomenti. Il soggetto di “Two Mothers” non nasce per rassicurare, non è certo questo il suo scopo.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 5Ha firmato la sceneggiatura di "Two Mothers" con Christopher Hampton, con il quale aveva già lavorato per "Coco avant Chanel".
Conosco Christopher da diciassette anni, mi sento molto a mio agio con lui. Questo genere di complicità era fondamentale per lavorare ad una sceneggiatura in una lingua che padroneggio poco.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 6Dal punto di vista della scrittura, qual è stata la difficoltà maggiore che avete incontrato?
Superare l'aspetto teorico del libro. E riuscire a rendere protagonista il quartetto, mettendo in scena la seconda storia d'amore, quella tra Lil e Tom. Perché, in fondo, la la prima storia è abbastanza classica: una donna va a letto con il figlio della sua migliore amica. Ma a partire dal momento in cui le cose si sdoppiano, come in un gioco di specchi (due amiche, due figli, ecc ...), la cosa si fa inusuale, e disturbante: si tocca il tema della famiglia, della normalità.
Se avessi lasciato passare troppo tempo tra l'inizio delle due relazioni non avrebbe funzionato. Se ne avessi lasciato troppo poco mi sarei scontrata con i problemi relativi alla verosimiglianza. Bisognava individuare un intervallo di tempo giusto in cui la storia della seconda coppia prima di partire resta latente, mantenendo però una concatenazione tra gli eventi abbastanza irrazionale da non permettere di distinguere nell'attrazione che spinge Lil verso Tom quanta parte abbia la vendetta e quanta il desiderio.
Ultima difficoltà: creare delle differenze tra i quattro protagonisti. Nel libro si somigliano di più. A un certo punto non si riesce quasi più a distinguere chi è chi.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 7C'è una bellissima sequenza nella quale, dopo la partenza di Tom che è
andato a Sidney per qualche giorno, il personaggio di Naomi Watts si
guarda allo specchio.
E' la sequenza in cui Lil scivola in una fragilità nuova, e che determina in un certo senso il suo comportamento nei confronti di Tom... Ed è stata la stessa Naomi ad insistere che la macchina da presa riprendesse da molto vicino l'esame che lei fa del suo volto, la sua preoccupazione, senza trucco e sotto una luce cruda. Improvvisamente scopre i segni dell'età e riesce, senza cadere nel pathos, a comunicarci la vertigine del tempo. L’idea del paradiso perduto è per me centrale perché è una metafora della vita. Come Lil e Roz, sappiamo tutti benissimo che le cose non durano in eterno. Ma nonostante tutti i segnali di avvertimento socio-culturali, loro scelgono di non frenare. Mi piace l'idea che l'intensità l'abbia vinta sul tempo. Mi affascina vedere persone che scelgono di non seguire le regole, assumersi il rischio di andare avanti verso l'inesprimibile.
Intervista Anne Fontaine: Domanda 8"Two Mothers" è uno degli utlimi film ad essere stato girato in 35mm e in
formato scope.
In Australia i tecnici ci guardavano come se fossimo dei matusa. Ma sarebbe stato impossibile rendere allo stesso modo in digitale la grana della pelle!
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Two Mothers
di Anne Fontaine
Drammatico, 2013
100 min.
Film diretti:
2016  Agnus Dei
2014  Gemma Bovery
2013  Two Mothers
2011  Il mio migliore incubo!
2008  Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito
Atri film:
2009  Chloe - Tra seduzione e inganno
Anne Fontaine
Leggi l'intervista a Anne Fontaine per “Gemma Bovery
Anne Fontaine
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