Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Scarlett Johansson

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Il 2006 sarà un anno di grandi impegni per Scarlett Johansson: Match Point è il primo film che la bionda attrice newyorkese ha girato a Londra con Woody Allen, mentre – probabilmente al prossimo Festival di Venezia – sarà presentato Scoop la commedia che il regista ha anche interpretato. Nel frattempo Scarlett è anche la protagonista de La dalia nera di Brian De Palma sul cui set ha conosciuto il suo attuale compagno: l'attore Josh Hartnett. Adesso l'attende il ruolo di Lucrezia Borgia nel film di Neil Jordan in cui lavorerà al fianco di Colin Farrell.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 1Miss Johansson, le sue particolari scelte lavorative la annoverano tra quegli artisti, come Jake Gyllenhaal, che prediligono un certo cinema indipendente, è un rifiuto del blockbuster con quello che rappresenta o c'è qualcosa di più?
Io chiedo emozioni ai copioni che scelgo. Voglio avere qualcosa da dire. Non mi sento diva, anche se Hollywood è fatta anche di frivolezze, e scelgo i miei film anche in base a chi vi prende parte: adoro attori come Bill Murray e Meryl Streep, li seguirei in qualunque cosa scelgano di fare.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 2Quale qualità l'attirava del suo personaggio in Match Point?
Qualcuno mi ha descritta come una femme fatale, ma sinceramente non sono d'accordo. Non sono una donna che pianifica quello che fa: semmai è sono solo una superstite. Ero affascinata soprattutto dalla determinazione del mio personaggio di riuscire a sopravvivere. Nel suo costruire la relazione con Chris, il giovane interpretato da Jonathan lei sta semplicemente cercando di costruire la vita che immagina per se stessa che non riguardi la recitazione e il ritornare alla sua famiglia disfunzionale in America. Mi sono sentita immediatamente attratta dalla sua disperazione, perché era un qualcosa molto interessante da portare sullo schermo. I dialoghi di Woody, poi, sono così brillanti che ero entusiasta dalla possibilità di interpretarli.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 3Le tre ragazze di Lost in translation, La ragazza con l'orecchino di perla e di Una canzone per Bobby Long hanno in comune il tratto della solitudine?
Non credo che queste ragazze siano così sole. Né Charlotte in Lost in translation, né la Ragazza con l'orecchino di perla: quando è a casa è così brava, così responsabile, così coraggiosa nei confronti del suo maestro, Vermeer. Anche Purselane, il personaggio di questo film, è una ragazza felice. Certo, all'inizio non ha quasi nulla, ma non è triste. L'unica somiglianza fra questi personaggi è il loro desiderio di imparare. E la fragilità. Forse è una caratteristica mia che non riesco a fare a meno di passare ai miei personaggi.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 4Qual è l'elemento che le fa scegliere un ruolo?
Beh, penso soprattutto la sceneggiatura e il regista. Capita, lavorando, che tu dica: questo regista è una leggenda ma il copione che è così così, però dici: con questo regista devo assolutamente lavorare. E lo fai. Altre volte, come in questo caso, hai un copione stupefacente e un regista alla sua prima esperienza che è sempre qualcosa che spaventa, ma la storia era talmente bella e c'era John Travolta che è sorprendente. Ho fatto questo salto nel vuoto e le cose sono andate bene. Anche se c'è da dire che c'è anche un elemento di fortuna.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 5Come è stato lavorare con Woody Allen? E cosa pensa del suo famoso 'metodo' di lavoro con gli attori?
Woody Allen sceglie gli attori che renderanno al meglio i loro personaggi e che potranno essere i migliori nella parte per cui sono stati scelti. E' un regista che chiede molto non in senso tradizionale. Non pretende da te troppo, bensì desidera che tu riesca ad entrare al meglio nel personaggio, dando molto di te e della tua passione. Ammirandolo così tanto come regista, non vorresti mai deluderlo. Woody si aspetta che tu arrivi sul set con un'idea ben precisa su come interpreterai la scena quel giorno per rendere tutto più facile e rapido. Lavorare con Woody mi ha insegnato che non bisogna mai scendere a compromessi e perdere le proprie integrità e libertà artistiche: non si mette nella condizione di dover rendere conto agli Studios hollywoodiani o qualcun altro.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 6Woody Allen, Colin Firth, Malcom McDowell e altri attori e cineasti con cui ha lavorato intravedono per lei una carriera da regista. E' il suo sogno?
Penso che fare il regista sia il sogno di ogni interprete. Ogni volta che mi trovo a leggere una sceneggiatura, mi vengono un sacco di idee su come potrebbe diventare il film. Poi, sul set, mi accorgo di come queste sceneggiature vengano spesso massacrate dall'incompetenza di alcuni registi e produttori perdendo ogni interesse. Il lavoro di un attore è fare una scena e andarsene via, sperando che il montaggio e tutto il resto sappia rendere lo spirito del film che hai scelto di interpretare. Poi, però, ogni tanto ti accorgi che il film è in realtà diventato qualcos'altro che non riconosci. Il risultato di questa situazione è drammatico: qualche tempo fa mi è stata sottoposta una lista di centottanta film usciti nel 2005 negli Stati Uniti in cui dovevo indicare i miei preferiti: a parte film di grande intrattenimento come Wallace & Gromit e Harry Potter, ce ne erano solo tre che ho davvero trovato interessanti tra cui Ray e Capote.
E questo è molto triste…Allora è chiaro che mi piacerebbe fare la regista, ma – spero – di avere ancora molto tempo per pensare a trovare il mio primo film.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 7Match Point è uno dei migliori film di Woody Allen degli ultimi venti anni. Da grande appassionata di cinema qual è, come se lo spiega?
E' certamente un film di Woody Allen: i dialoghi e la solidità narrativa della storia, il modo in cui la trama si evolve e si sviluppa secondo logiche complesse sono tutti elementi che contengono forti reminescenze del suo cinema. La mia collega Emily Mortimer dice che si notano le sue 'impronte digitali' su tutto il film. Certo, non è né una commedia sopra le righe, né una commedia leggera come le ultime che ha diretto. Del resto credo che Woody sia attirato dallo stesso potere drammatico che affascina il pubblico. Match Point non è molto dissimile dai film più drammatici che lui ha realizzato nella sua carriera come Interiors. Qualcuno ha tracciato un paragone tra quest'ultima pellicola e Crimini e Misfatti: io stessa non credo che sia così differente dal suo lavoro precedente, ma che si possa individuare una certa continuità in tutti i suoi film.
Intervista Scarlett Johansson: Domanda 8C'è qualche punto di contatto tra il suo prossimo progetto, Black Dalia di Brian De Palma e la sua vita a Hollywood?
E' la storia di un omicidio e spero che non accada davvero. Questa grande pressione che si vive a Hollywood ha provocato il crollo di tanti bravi attori anche perché in questa categoria ci sono persone strane e gente insicura. I registi riescono a catturare tutte queste insicurezze sullo schermo. Hollywood è un luogo pieno di insidie. Il successo non è una condizione che dura per sempre bisogna sempre tener presente che si può andare in un momento dalle stelle alle stalle ed è importante ricordare che è necessario un buon carattere, forza, famiglia e amici intorno. Allora possiamo farcela.
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