Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Vincent Cassel

Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Vincent Cassel ritorna a farsi dirigere da Christophe Gans tredici anni dopo "Il patto dei lupi". Il set dark dell'ultimo adattamento cinematografico de "La Bella e la Bestia" è l'occasione per vedere in scena uno dei più celebri attori francesi contemporanei insieme alla più promettente attrice della sua generazione, Léa Seydoux. Cassel racconta alla stampa le difficoltà di interpretare un personaggio determinato dal lavoro di post-produzione, mettendosi totalmente nelle mani dei tecnici degli effetti speciali.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 1Che contributo ha dato al personaggio?
È un caso molto particolare. Io non controllo nulla del mio personaggio concretamente. Si, abbiamo discusso sulla definizione dello stile che avrebbe potuto avere, in che misura la Bestia doveva somigliarmi, fino a che punto, come, dove... ma poi, man mano che il film si definiva, fino al momento in cui sono entrato sul set, mi sono reso conto che non sarebbe stato come mi era stato spiegato, né soprattutto come l’avevo immaginato.
Mi avevano detto: "Sarà come “Avatar”, con la piccola camera davanti e poi è tutto fatto, tu reciti e successivamente ritrascriviamo". Ma in effetti no! L’evoluzione della tecnologia ha fatto si che “Avatar” fosse già old school e una buona parte del lavoro doveva farsi in post-produzione. Quindi tutto il lavoro fatto sul set in termini di recitazione e d’emozione, doveva passare attraverso il corpo, altrimenti non sarebbe rimasto nulla. Una volta digerito questo, mi dissero: "Faremo come in “Il curioso caso di Benjamin Button”, una crema fosforescente sul viso, ottanta camere HD disposte in posizione concava, 100.000 punti sul tuo viso". Meglio di 70 o quanti ce n’erano dell’epoca di Avatar. Che cosa posso dire? Si!
Dopo le riprese, quando siamo dovuti partire per San Francisco per fare il viso della Bestia, che rappresenta l’80% di ciò che dovevo fare in termini di recitazione, ci siamo resi conto che Contour, la società che aveva sviluppato questo software, aveva chiuso perché la tecnologia si era evoluta ed era diventata molto più accessibile. D’un tratto, non era più questione di ottanta videocamere ma di sei. Non c’era più bisogno di pomate, ed al posto di un computer impossibile da trasportare, si faceva con uno strumento che si trovava in Canada e che rilevava milioni di punti. Su questo non si poteva discutere.
Ci si adatta, e dunque ho fatto quello che dovevo fare. Nel momento in cui ho realizzato questa cosa, che consiste nell’esprimere tutte le espressioni della Bestia, mi rendo conto che duecentocinquanta ragazzi ci lavoreranno sopra, sul mio sopracciglio, la brillantezza del mio occhio, la lunghezza dei denti, la densità del pelo, l’ombra. Ad un certo punto, cedi le chiavi del camion e dici: "Bene ragazzi, conto su di voi!". Ecco a che punto sono.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 2Com’è andato l’incontro con Léa?
Molto bene, e non poteva essere altrimenti. Non so dire nello specifico perché è stata una buona scelta, ma Léa, in quel ruolo, ha ancora un non so che di ingenuo, mi fa pensare molto a Simone Signoret da giovane. É riuscita, con pochi film, ad imporsi in modo particolare, e se andiamo oltre la polemica inutile su “La vita d’Adele”, capiamo che lei è capace di tutto, può passare da un film di Christophe Honoré a “Mission Impossible”. È già riuscita a uscire dalla Francia e a conquistare l’attenzione del cinema internazionale: quando questo succede, o lo sfrutti oppure no. In tutti i casi, lei lo fa abbastanza intelligentemente. La reazione del pubblico al trailer lo conferma. Il nome di Léa e ciò che lei è riuscita a creare in questi ultimi anni, serve al film, perché la gente ha voglia di vederla là dentro.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 3Com’è riuscito a legare con le scenografie dall’aria colossale e i green-screens?
Ancora una volta, bisogna tornare a qualcosa di molto ludico e non sbatterci troppo la testa. Il tipo degli effetti speciali mi ha detto, un giorno, una cosa che è diventata un mantra: "Mai perdere di vista il prodotto finito". Bisogna immaginare tutto il tempo cosa diventerà, altrimenti ci sentiamo continuamente in situazioni ridicole, recitiamo con una croce verde sulla fronte, con un vestito aderente con un moncone verde perché la tua coda sarà aggiunta in immagine di sintesi. Ma quando ci si astrae da tutto questo e si vede il prodotto avanzare, ci si gioca semplicemente insieme.
Mi ripeterò, ma uno dei miei migliori ricordi del teatro, sono George Wilson e Dufilho in "Io non sono Rappaport", al teatro dell’Opera. Questi due, con solo una panchina, mi avevano fatto completamente dimenticare la nozione del tempo e dello spazio. E alla fine si tratta di questo: dell’aspetto tecnico bisogna parlarne con la stampa, ma a noi non ce ne frega niente. Certamente, è qualcosa di prodigioso, ma fa parte dell’industria cinematografica di oggi. Anche Serrault diceva qualcosa di geniale su quest’argomento: "Ci sono persone che passano le loro giornate a costruire una scenografia geniale e tu devi solo occupare il set, anche se non fai nulla. Non bisogna assolutamente recitare per il team. Se non c’è niente da fare non fare niente". Bisogna accettarlo, quando si lavora per un film di questo genere. L’importante è il prodotto finito, e se bisogna recitare con un casco peloso addosso, c’è solo da accettarlo.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 4Sembra che questo facesse divertire parecchio Léa...
Facevo un sacco lo scemo con il costume. Valeva davvero la pena divertirsi perché distendeva gli animi. Ma ho l’impressione che Léa ha scoperto che ci sono degli aspetti molto tecnici nel cinema che lei non conosceva. Per lei che veniva da un tipo di cinema d’autore francese, è stato probabilmente più difficile all’inizio recitare di fronte a un cerotto che con Louis Garrel. Qualche volta mi chiedeva di farla ridere perché doveva recitare con la piccole creature, i Tadums. In effetti, quando si è costretti a recitare davanti al nulla, c’è un che di teatrale nel cinema realizzato con gli effetti speciali. Se non si è abituati e se si perde di vista il prodotto finito, ci si può sentire un po’ ridicoli. Ma bisogna astrarsi e selezionare bene le immagini del making of!
Intervista Vincent Cassel: Domanda 5Com’era Babelsberg?
Gli Studios sono fatti davvero bene, le persone sono molto competenti, tecnicamente è il paradiso. Ma era inverno in Germania. È certo che se non ami la techno e hai smesso con l’ecstasy, non è poi così divertente! Preferisco recitare in Spagna, al sole e con gente che beve del vino!
Intervista Vincent Cassel: Domanda 6Come si è evoluto nel tempo il rapporto con Christophe?
Quello che è fantastico tra noi, è che abbiamo un rapporto molto semplice e diretto. Quando non siamo d’accordo, ce lo diciamo subito e chiaramente. Nessuno si è mai formalizzato. Christophe non è quel tipo di regista che crede che poiché fa dei film con me, io gli appartengo. Spesso va a vedere dei film che ho fatto e mi chiama per parlarne. È stato uno dei primi ad andare a vedere “Sheitan” in sala. Qualche volta ha delle opinioni molto taglienti, ma sulle mie scelte è sempre stato bendisposto ed ha sempre capito i desideri che avevo. È fico stare con lui, in effetti. Ci divertiamo, ed è un buon segno, perché al di là di tutto, sono quattordici anni che il nostro rapporto dura.
Intervista Vincent Cassel: Domanda 7Cos’è che ha fatto per questo film che non aveva mai fatto prima?
Dare fiducia! Per forza di cose, sono stato obbligato a mettere in mani altrui ciò che genericamente faccio io. Avviene spesso nei film che molte cose vengano alterate in fase di montaggio, ma in termini d’emozioni e intenzione, in qualità di attori imprimiamo sempre qualcosa di molto forte. Qui no... sono nelle mani di gente che non conosco. Ma questo è il patto, e con il budget del film e i mezzi utilizzati, penso che il risultato sarà magnifico. L’abbiamo detto spesso durante la preparazione: nel peggiore dei casi sarà sublime perché tra i costumi e le scenografie si vedeva già che sarebbe stato sontuoso. Poi, come riuscire a emozionare con una fiaba che le persone già conoscono? Se riusciamo a farle entrare nella storia dei due personaggi abbiamo vinto.
Ultime Interviste
Intervista: Tomm Moore Tomm Moore La canzone del mare: "voglio che i bambini conoscano le nostre storie e leggende"
Intervista: Alexandra Leclère Alexandra Leclère Benvenuti... ma non troppo: "una commedia pura che fa riflettere"
Intervista: Martin Zandvliet Martin Zandvliet Land of mine - Sotto la sabbia: "una storia importante e sostanzialmente sconosciuta"
Intervista: Andrew Haigh Andrew Haigh Weekend: "un'onesta, intima, autentica storia d'amore"
Intervista: Brian Helgeland Brian Helgeland Legend: "Come si racconta la vita di una persona realmente esistita?"
Intervista: Carlo Verdone Carlo Verdone L'abbiamo fatta grossa: "la critica di costume deve essere parte della commedia"
Intervista: Virág Zomborácz Virág Zomborácz Mózes, il pesce e la colomba: "ho iniziato a scrivere sceneggiature a sei anni!
Intervista: Francesco Calogero Francesco Calogero Seconda Primavera. "la capacità di interpretare la realtà è spesso contraddittoria"
Intervista: Vincenzo Salemme Vincenzo Salemme Se mi lasci non vale: "l'amicizia e l'amore devono essere credibili"
Intervista: Lorenzo Vigas Lorenzo Vigas Ti guardo: "ogni uomo cerca di riempire una vasta mancanza di emozione"
Archivio Interviste
 2024    Gen  Feb  Mar  Apr  
 2023    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2022    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2021    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2020    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2019    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2018    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2017    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2016    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2015    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2014    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2013    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2012    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2011    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2010    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2009    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2008    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2007    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2006    Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
 2005    Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic  
La Bella e la Bestia
di Christophe Gans
Fantasy, 2014
112 min.
2016  E' solo la fine del mondo
2016  Jason Bourne
2015  Un momento di follia
2015  Mon roi
2015  Partisan
2015  Il racconto dei racconti
2014  Child 44 - Il bambino n. 44
2014  La Bella e la Bestia
2012  In Trance
2011  A Dangerous Method
2010  Il cigno nero
2008  Nemico Pubblico N. 1 - L'ora della fuga
2008  Nemico Pubblico N. 1 - L'istinto di morte
2007  La promessa dell'assassino
2005  Derailed
2004  Ocean's twelve
2004  Blueberry
2001  Sulle mie labbra
1999  Giovanna D'Arco
1998  Elizabeth
1995  Jefferson in Paris
1995  L'odio
Festival di Berlino 2014
64a edizione: 6 - 16 febbraio 2014
Vincent Cassel
Leggi l'intervista a Vincent Cassel per “Nemico Pubblico N. 1 - L'istinto di morte