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Arriva nelle sale italiane “Quel che sapeva Maisie”, film del 2012 di Scott McGehee e David Siegel ispirato all'omonimo romanzo di Henry James. Protagonista la piccola Maisie, incastrata nel conflitto post-coniugale dei genitori. La coppia adulta è interpretata da Alexander Skarsgård e Julienne Moore, recente vincitrice del Premio Miglior Attrice a Cannes. I registi raccontano alla stampa la genesi del progetto e l'adattamento compiuto sul testo. |
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Com'è nata l'idea di adattare un romanzo di Henry James? |
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L'idea di adattare ai nostri giorni il romanzo di Henry James è venuta allo sceneggiatore Carroll Cartwright. Parlandone insieme abbiamo capito che egli stesso aveva vissuto alcune esperienze simili e che voleva raccontarle nella cornice del libro di James. Carrol e Nancy Doyre, l'altra sceneggiatrice, per scrivere il copione hanno attinto entrambi ai propri ricordi, al tempo stesso di figli e genitori passati per un divorzio. Trovavamo interessante aggiornare la storia di James, anche perché il contesto di oggi è differente sotto molti aspetti. Basti pensare che il concetto stesso di "affidamento congiunto" era una completa novità ai tempi dello scrittore, tanto da giustificare lo spunto per un libro. Ora è di uso comune, ma questo non toglie che oggi come ieri un divorzio sia molto doloroso per tutte le persone che vi sono coinvolte. |
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Protagonista assoluta è la piccola Maisie... |
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Il film ruoto intorno a un'idea molto semplice: raccontare una vicenda complessa e turbolenta dal punto di vista di una bambina di sette anni, facendo sì che lo spettatore arrivi a conoscere ogni personaggio solo attraverso la sua interazione con quest'ultima. È una prospettiva innocente e generosa, che conferisce al film una sorprendente luminosità. Malgrado la situazione al centro della vicenda non sia facile, “Quel che sapeva Maisie” riesce infatti a trasmettere ottimismo e speranza, e spesso anche a farci ridere, senza mai cadere nel sentimentalismo. In questo senso siamo stati fortunati a trovare Onata Aprile, una bambina dotata di una sensibilità eccezionale. La storia di Maisie, al di là della sua innocenza, ha la verità del mondo reale. Il suo sguardo limpido e attento cattura le difficoltà che la circondano insieme a quanto c'è di assurdo e divertente. Ma coglie anche il modo in cui i problemi, a volte, possono essere risolti. Eravamo entusiasti di affrontare la sfida che comporta il fatto di raccontare una storia dal punto di vista di una ragazzina, ossia di esprimerlo in termini prettamente cinematografici. Questo non ha significato imporre al pubblico quel punto di vista, quanto piuttosto rendere gli spettatori partecipi di cosa voglia dire guardare, sentire e ascoltare come una ragazzina. Cosa voglia dire essere una bambina alla ricerca della propria voce in un mondo così rumoroso. |
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Come avete scelto la coppia di genitori? |
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Julianne Moore è stata la scelta perfetta per il personaggio di Susanna. Ha una capacità unica di essere "tosta" e vulnerabile al tempo stesso. Come attrice, mette nel film tutta se stessa, lavorando sui dettagli abbastanza da essere credibile ma mai troppo da perdere la spontaneità. Riguardo a Alexander Skarsgård, non conoscevamo molto il suo lavoro, ma avevamo visto a sufficienza per sapere che avrebbe dato a Lincoln quel tipo di calore e sensibilità di cui aveva bisogno il personaggio. È fisicamente perfetto per il ruolo ed è fantastico vedere sullo schermo questo gigante buono tenere per mano una bambina minuta che lo adora. Il rapporto di affetto che è nato tra i due fuori dal set è all'origine di quella chimica speciale che si percepisce quando sono sullo schermo. |
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